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Esdebitazione: via libera anche con pagamento minimo

Un socio di una società fallita si è visto negare il beneficio dell’esdebitazione perché i creditori erano stati soddisfatti solo in minima parte (circa l’1%). La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che la valutazione non può essere puramente matematica. Se il debitore è considerato ‘meritevole’ e il pagamento non è meramente simbolico, l’esdebitazione deve essere concessa, in linea con il principio del ‘fresh start’ per l’imprenditore.

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Esdebitazione: Sì alla Cancellazione dei Debiti Anche con Pagamento Minimo

L’esdebitazione rappresenta una vera e propria seconda possibilità per l’imprenditore onesto ma sfortunato, permettendogli di liberarsi dai debiti residui dopo un fallimento e di ripartire da zero. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha rafforzato questo principio, stabilendo che il beneficio non può essere negato basandosi unicamente su una percentuale di pagamento ai creditori ritenuta troppo bassa. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Il Diniego in Primo e Secondo Grado

Il caso riguarda un socio illimitatamente responsabile di una società di persone, fallita insieme ai suoi soci. Al termine della procedura di liquidazione, il socio ha presentato istanza per ottenere l’esdebitazione. Tuttavia, sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto la richiesta. La motivazione? La percentuale di soddisfacimento dei creditori era stata giudicata ‘irrisoria’, aggirandosi intorno a poco più dell’1% del totale dei debiti. I giudici di merito avevano adottato un approccio puramente matematico, ritenendo che un pagamento così esiguo non potesse integrare il requisito del ‘soddisfacimento almeno parziale’ previsto dalla vecchia legge fallimentare.

L’Esdebitazione e l’Interpretazione della Cassazione

Contro la decisione della Corte d’Appello, il socio ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando il provvedimento e, decidendo direttamente nel merito, ha concesso l’esdebitazione. Il cuore della decisione risiede in un’interpretazione della norma che va oltre il semplice dato numerico, valorizzando la ‘ratio’ dell’istituto e la condotta del debitore.

Le Motivazioni della Decisione: Oltre il Calcolo Matematico

La Corte di Cassazione ha chiarito che l’accertamento del requisito oggettivo per l’esdebitazione non può ridursi a una mera operazione matematica. Sebbene i creditori debbano essere stati soddisfatti ‘almeno in parte’, e quindi il pagamento non possa essere meramente simbolico (‘nummo uno’), la valutazione di ‘irrisorietà’ deve tenere conto di un quadro molto più ampio.

La Prevalenza della ‘Meritevolezza’ del Debitore

Il fulcro dell’istituto dell’esdebitazione è il requisito soggettivo della ‘meritevolezza’. Se il debitore ha tenuto una condotta trasparente e collaborativa durante tutta la procedura, non ha sottratto beni all’attivo e non ha aggravato il dissesto con dolo o colpa grave, allora il presupposto principale per la concessione del beneficio è integrato. Il requisito oggettivo del pagamento parziale, secondo la Corte, assume un ruolo secondario e deve essere interpretato alla luce del primo. Negare l’esdebitazione per la scarsa consistenza del patrimonio liquidato, indipendentemente dalla condotta del fallito, significherebbe punire la sua condizione di povertà piuttosto che eventuali sue colpe.

L’Influenza del Diritto Europeo e del Nuovo Codice della Crisi

La decisione della Cassazione si allinea pienamente con i principi del diritto europeo (in particolare la Direttiva ‘Insolvency’) e con la filosofia del nuovo Codice della Crisa d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), che ha eliminato del tutto il requisito del soddisfacimento, anche parziale, dei creditori. L’obiettivo è favorire il ‘fresh start’, ovvero consentire all’imprenditore di recuperare un ruolo attivo nell’economia, una volta azzerate le sue posizioni debitorie. Mantenere un approccio eccessivamente rigido sul quantum pagato sarebbe contrario a questa finalità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento fondamentale: la valutazione per la concessione dell’esdebitazione deve essere complessiva e non limitarsi a un calcolo percentuale. I giudici devono considerare tutte le circostanze del caso, tra cui: le difficoltà oggettive nella liquidazione dei beni, l’entità dei costi di procedura, il numero di creditori soddisfatti e, soprattutto, la condotta del debitore. Un pagamento superiore al mero valore simbolico (nel caso di specie, oltre l’1% e potenzialmente fino al 5%) è stato ritenuto sufficiente a superare lo sbarramento, a fronte di una ‘meritevolezza’ del debitore non contestata. Si tratta di una vittoria per il principio della seconda possibilità, che incoraggia la trasparenza e la collaborazione da parte di chi si trova in una situazione di crisi finanziaria.

Per ottenere l’esdebitazione è necessario aver pagato una percentuale minima specifica dei debiti?
No, la legge non prevede una soglia o misura minimale di soddisfacimento. La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione non deve essere una mera operazione matematica, ma deve considerare tutte le circostanze della procedura, purché il pagamento non sia meramente simbolico.

Cosa si intende per pagamento ‘meramente simbolico’ o ‘irrisorio’?
Si intende un pagamento talmente esiguo da non poter essere considerato un reale, seppur parziale, soddisfacimento dei creditori (ad esempio, un pagamento ‘nummo uno’, cioè per una sola moneta). Nel caso esaminato, una percentuale superiore all’1% è stata considerata non meramente simbolica o irrisoria.

La buona condotta del fallito (‘meritevolezza’) è più importante di quanto è stato pagato ai creditori ai fini dell’esdebitazione?
Sì. La Corte di Cassazione afferma che il requisito soggettivo della ‘meritevolezza’ è essenziale e preminente. Se il debitore è ritenuto ‘meritevole’, il beneficio dell’esdebitazione dovrebbe essere concesso, a meno che il soddisfacimento dei creditori sia totalmente assente o puramente simbolico, indipendentemente dalla bassa percentuale di pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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