LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esdebitazione legge applicabile: la Cassazione chiarisce

La richiesta di esdebitazione di due coniugi è stata respinta. La Cassazione chiarisce la questione della esdebitazione legge applicabile, stabilendo che per le procedure di liquidazione avviate sotto la vigenza della L. n. 3/2012, continuano ad applicarsi le norme previgenti, anche se la domanda di esdebitazione è presentata dopo l’entrata in vigore del Codice della Crisi. La Corte ha ritenuto irrilevante la distinzione tra colpa grave e colpa semplice, poiché la vecchia normativa negava il beneficio in caso di ricorso colposo e sproporzionato al credito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Esdebitazione legge applicabile: la vecchia norma vince sulla nuova

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un’importante questione di diritto transitorio in materia di sovraindebitamento, chiarendo qual è la esdebitazione legge applicabile quando la procedura di liquidazione è iniziata sotto la vecchia normativa (Legge 3/2012) ma la domanda di liberazione dai debiti è stata presentata dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCI). La decisione conferma il principio dell’ultrattività della vecchia legge, con conseguenze significative per i debitori.

Il caso: dalla liquidazione al diniego dell’esdebitazione

Due coniugi, dopo essersi sottoposti alla procedura di liquidazione del patrimonio secondo la Legge n. 3 del 2012, presentavano domanda al Tribunale per ottenere il beneficio dell’esdebitazione, ovvero la cancellazione dei debiti non soddisfatti. Il Tribunale rigettava la richiesta, ritenendo applicabile il nuovo Codice della Crisi e ravvisando una “colpa grave” dei debitori nell’aver causato il proprio stato di sovraindebitamento.

I coniugi proponevano reclamo, ma la Corte d’Appello, pur confermando il rigetto, modificava la base giuridica della decisione. Secondo i giudici di secondo grado, la normativa corretta da applicare non era il nuovo Codice, bensì la vecchia Legge 3/2012. Quest’ultima, per negare il beneficio, non richiedeva la “colpa grave”, ma considerava sufficiente che il sovraindebitamento fosse imputabile a un “ricorso al credito colposo e sproporzionato rispetto alle capacità patrimoniali”. Di fronte a questa decisione, i debitori si rivolgevano alla Corte di Cassazione.

La questione sulla esdebitazione legge applicabile

Il cuore del ricorso per cassazione si basava su tre motivi principali:
1. Errata individuazione della legge applicabile: i ricorrenti sostenevano che, essendo la domanda di esdebitazione stata depositata dopo il 15 luglio 2022 (data di entrata in vigore del CCI), si dovesse applicare la nuova e più favorevole disciplina del Codice della Crisi.
2. Errata valutazione della meritevolezza: di conseguenza, il criterio per valutare la loro condotta non doveva essere la “proporzionalità” tra debiti e patrimonio (prevista dalla vecchia legge), ma la “colpa grave, malafede o frode” (prevista dal nuovo codice).
3. Violazione delle norme sul credito al consumo: i debitori lamentavano la mancata valutazione del merito creditizio da parte degli intermediari finanziari.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo chiarimenti decisivi sul tema della esdebitazione legge applicabile.

Il primo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha stabilito un principio di continuità normativa (ultrattività): le norme sull’esdebitazione contenute nella Legge 3/2012 costituiscono un corpo unico con le norme che disciplinano la procedura di liquidazione. Pertanto, se una procedura di liquidazione è stata aperta (e magari anche chiusa) sotto l’imperio della vecchia legge, anche la successiva domanda di esdebitazione deve essere regolata da quella stessa legge, a prescindere da quando viene presentata. Le nuove disposizioni del Codice della Crisi si applicano solo alle procedure avviate dopo la sua entrata in vigore.

Il rigetto del primo motivo ha comportato l’assorbimento del secondo. Poiché la legge applicabile era quella del 2012, era del tutto irrilevante discutere dei criteri più favorevoli (come la “colpa grave”) introdotti dal nuovo Codice. La vecchia normativa era più stringente e negava il beneficio in presenza di un ricorso al credito semplicemente “colposo e sproporzionato”, senza necessità di qualificare la colpa come grave.

Infine, anche il terzo motivo è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha osservato che i debiti erano stati contratti per finanziare un’operazione immobiliare tramite una società di capitali in cui i coniugi erano direttamente coinvolti. Non potevano, quindi, essere qualificati come semplici “consumatori”, ma agivano nell’ambito di un’attività imprenditoriale. Ad ogni modo, anche un’eventuale attenuazione della loro colpa non sarebbe stata sufficiente a superare lo sbarramento previsto dalla vecchia legge applicabile al caso.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un punto fermo nel passaggio tra la vecchia e la nuova disciplina del sovraindebitamento. La scelta della esdebitazione legge applicabile dipende dal momento in cui è stata avviata la procedura principale di liquidazione del patrimonio, non dal momento in cui si chiede la liberazione dai debiti. Chi ha iniziato il percorso con la Legge 3/2012 deve sottostare alle sue regole, anche per quanto riguarda i requisiti, più restrittivi, per ottenere l’esdebitazione. Una lezione importante per debitori e professionisti che si trovano a gestire procedure a cavallo tra due regimi normativi.

Quale legge si applica a una domanda di esdebitazione presentata dopo l’entrata in vigore del Codice della Crisi (15.7.2022), se la procedura di liquidazione del patrimonio era iniziata sotto la vecchia Legge 3/2012?
Si applica la vecchia Legge n. 3 del 2012. La Corte di Cassazione ha stabilito che le norme sull’esdebitazione sono strettamente collegate alla procedura di liquidazione a cui accedono, pertanto la legge applicabile è quella in vigore al momento dell’apertura della procedura principale.

Per negare l’esdebitazione secondo la Legge 3/2012, è necessario che il debitore abbia agito con ‘colpa grave’?
No. Secondo la Legge n. 3 del 2012 (art. 14-terdecies), per negare l’esdebitazione è sufficiente che il sovraindebitamento sia imputabile a un “ricorso al credito colposo e sproporzionato rispetto alle sue capacità patrimoniali”, senza che sia richiesta la qualifica della colpa come “grave”, a differenza di quanto previsto dal nuovo Codice della Crisi.

Una persona che presta una fideiussione per finanziare una società da lui gestita può essere considerata un ‘consumatore’ ai fini della disciplina sul credito?
No. La Corte ha chiarito che quando i debiti personali sono assunti per finanziare un’attività imprenditoriale o societaria in cui si è direttamente coinvolti, non si può invocare la qualifica di consumatore, che è riservata a chi agisce per scopi estranei all’attività professionale o imprenditoriale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati