LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esclusione rischio assicurativo: la clausola è valida

Una società di costruzioni, dopo aver danneggiato un cavo sotterraneo, si è vista negare la copertura dalla propria compagnia assicurativa. La Corte di Cassazione ha confermato la validità della clausola di esclusione rischio assicurativo per danni a impianti sotterranei, stabilendo che tale clausola non è vessatoria. Secondo la Corte, questa clausola definisce l’oggetto del contratto (cosa è assicurato) e non costituisce una limitazione della responsabilità dell’assicuratore, respingendo così il ricorso della società.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Esclusione rischio assicurativo: quando una clausola è valida?

L’interpretazione delle clausole contrattuali è al centro di innumerevoli controversie legali, specialmente nel settore assicurativo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sulla validità di una clausola di esclusione rischio assicurativo, distinguendola nettamente da una clausola di limitazione della responsabilità. Comprendere questa differenza è fondamentale per ogni impresa che stipula una polizza a copertura della propria attività.

I Fatti di Causa

Una società di telecomunicazioni citava in giudizio un’impresa edile per ottenere il risarcimento dei danni causati a un cavo sotterraneo durante lavori stradali. L’impresa edile, a sua volta, chiamava in causa la propria compagnia assicurativa per essere tenuta indenne (in gergo tecnico, ‘manlevata’) da eventuali pagamenti.

La compagnia assicurativa si opponeva alla richiesta, invocando una specifica clausola della polizza che escludeva dalla copertura i “danni a condutture ed impianti sotterranei in genere”.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva dato ragione all’impresa edile, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, ritenendo la clausola di esclusione pienamente operativa. La questione giungeva così all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte e l’esclusione rischio assicurativo

L’impresa edile ha basato il suo ricorso in Cassazione su tre motivi principali, tutti respinti dalla Suprema Corte.

Il Contratto e la sua Interpretazione

Il primo motivo di ricorso lamentava una presunta errata interpretazione delle clausole contrattuali da parte della Corte d’Appello. La Cassazione ha dichiarato questo motivo inammissibile, ribadendo un principio consolidato: il ricorso in Cassazione non può limitarsi a contrapporre la propria interpretazione del contratto a quella del giudice di merito. Per contestare l’interpretazione, è necessario dimostrare che il giudice ha violato specifiche norme legali sull’ermeneutica contrattuale, e non semplicemente che un’altra interpretazione era possibile.

La Clausola Vessatoria e l’esclusione rischio assicurativo

Il punto cruciale della controversia riguardava la natura della clausola. L’impresa sosteneva che l’esclusione fosse una clausola vessatoria ai sensi dell’art. 1341 c.c., in quanto limitativa della responsabilità dell’assicuratore.

La Corte ha respinto questa tesi, chiarendo la distinzione fondamentale:
Clausola di delimitazione dell’oggetto: Definisce l’ambito del rischio assicurato. In pratica, stabilisce cosa è coperto e cosa* non lo è fin dall’inizio. Non limita una responsabilità, ma circoscrive la garanzia stessa.
Clausola di limitazione della responsabilità: Interviene su un rischio che è* coperto dalla polizza, ma ne riduce o esclude l’indennizzo a determinate condizioni.

La clausola in esame, escludendo i danni a impianti sotterranei, rientra nella prima categoria. Pertanto, non può essere considerata vessatoria, in quanto definisce l’oggetto stesso del contratto assicurativo.

Le Questioni Processuali

Infine, la Corte ha dichiarato inammissibile anche il terzo motivo, relativo alla presunta corresponsabilità della società di telecomunicazioni. La ragione era puramente processuale: l’impresa edile si era costituita in ritardo nel giudizio d’appello, formulando richieste che la Corte d’Appello aveva correttamente qualificato come inammissibili. Di conseguenza, il giudice non poteva esaminare nel merito una domanda preclusa dal rito.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Cassazione si fonda su un principio cardine del diritto assicurativo: le parti sono libere di definire l’oggetto del contratto e, quindi, l’estensione del rischio coperto. Una clausola che individua in modo chiaro e circoscritto una specifica tipologia di sinistro come non coperta dalla garanzia non amplia una ‘zona d’ombra’ a vantaggio dell’assicuratore, ma delimita con precisione il perimetro della copertura.

Secondo la Corte, una clausola di esclusione rischio assicurativo come quella analizzata non svuota di contenuto l’obbligazione dell’assicuratore né viola le norme sull’allocazione del rischio. Semplicemente, stabilisce che per quella specifica casistica (danni a impianti sotterranei), il contratto non prevede alcuna prestazione indennitaria.

Conclusioni

Questa ordinanza sottolinea l’importanza cruciale per ogni imprenditore di leggere con la massima attenzione le condizioni generali di assicurazione prima della sottoscrizione. Le clausole di esclusione del rischio, spesso contenute in appendici o sezioni specifiche, sono pienamente valide se definiscono l’oggetto della copertura. Affidarsi alla convinzione che la propria polizza ‘copra tutto’ può portare a brutte sorprese. È essenziale analizzare nel dettaglio quali eventi sono specificamente esclusi per valutare se la polizza offerta sia realmente adeguata ai rischi tipici della propria attività e, se necessario, negoziare estensioni di garanzia.

Una clausola che esclude dalla copertura assicurativa i danni a impianti sotterranei è valida?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che tale clausola è valida perché definisce l’oggetto del contratto assicurativo, specificando quali rischi non sono coperti fin dall’origine.

Perché una clausola di esclusione del rischio non è considerata vessatoria?
Perché, secondo la Corte, non limita la responsabilità dell’assicuratore per un sinistro coperto, ma delimita a monte il rischio garantito. In altre parole, stabilisce cosa rientra e cosa non rientra nell’oggetto della polizza, e per questo non necessita della specifica approvazione scritta richiesta per le clausole vessatorie.

È possibile contestare in Cassazione l’interpretazione di un contratto fatta da un giudice?
Non è sufficiente proporre una propria interpretazione alternativa. Il ricorrente deve dimostrare in modo specifico che il giudice di merito, nell’interpretare il contratto, ha violato le precise norme di legge sull’interpretazione contrattuale (artt. 1362 e seguenti del codice civile).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati