Errore Materiale vs. Errore di Giudizio: I Limiti della Correzione secondo la Cassazione
Nel complesso mondo del diritto processuale, la distinzione tra errore materiale e errore di giudizio è fondamentale. Sebbene possano sembrare concetti simili, le loro conseguenze e i rimedi applicabili sono radicalmente diversi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questa distinzione, ribadendo i confini invalicabili della procedura di correzione. Questo articolo analizza la decisione, offrendo spunti chiari per comprendere quando è possibile chiedere la correzione di una sentenza e quando, invece, si tenta impropriamente di ottenere una nuova valutazione del caso.
I Fatti del Caso
Una cittadina si era rivolta alla Corte di Cassazione per chiedere la correzione di una precedente sentenza emessa dalla stessa Corte. In quel giudizio, i giudici avevano respinto uno dei motivi del suo ricorso originario, affermando che mancava agli atti una dichiarazione necessaria per ottenere l’esonero dal pagamento delle spese processuali, come previsto dalla legge.
La ricorrente, tuttavia, sosteneva che tale decisione fosse ingiusta, poiché la dichiarazione in questione era stata regolarmente presentata insieme alla procura conferita al suo avvocato. Per questo motivo, ha presentato un’istanza per la correzione di quello che, a suo avviso, era un errore materiale della Corte.
La Decisione della Corte di Cassazione sull’errore materiale
La Suprema Corte, esaminata l’istanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una netta distinzione tra l’errore materiale, che può essere corretto con una procedura semplificata, e l’errore di giudizio, che non può essere sanato con tale strumento.
Secondo i giudici, il caso in esame non presentava una mera svista o un errore di trascrizione, bensì una presunta errata valutazione della documentazione presente nel fascicolo. Questa tipologia di errore attiene al processo decisionale del giudice e non alla sua manifestazione esteriore, uscendo quindi dal perimetro dell’errore correggibile.
Le Motivazioni della Sentenza
La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. L’errore materiale, suscettibile di correzione ai sensi degli articoli 287 e seguenti del codice di procedura civile, è definito come una semplice svista del giudice. Si tratta di una divergenza tra l’ideazione (il pensiero del giudice) e la sua materiale rappresentazione grafica (ciò che viene scritto nella sentenza).
Esempi tipici sono gli errori di calcolo, l’errata indicazione di un nome o di un dato normativo. In questi casi, il contenuto concettuale della decisione non viene messo in discussione; si corregge solo la sua espressione formale.
Nel caso specifico, la ricorrente non lamentava una svista di questo tipo. Al contrario, contestava un “errato apprezzamento della documentazione prodotta”, sostenendo che i giudici avessero trascurato un documento che era invece presente agli atti. Questo, secondo la Corte, non è un errore materiale, ma un errore di giudizio. Un errore di giudizio si verifica quando il giudice valuta erroneamente i fatti o le prove, giungendo a una conclusione sbagliata. Tale errore incide sul contenuto concettuale della decisione e non può essere corretto con la procedura di correzione, ma deve essere impugnato con i mezzi previsti dall’ordinamento (come l’appello o, in casi limitati, la revocazione).
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza riafferma un principio cruciale per la stabilità delle decisioni giudiziarie. La procedura di correzione dell’errore materiale non può essere utilizzata come un “terzo grado di giudizio mascherato” per rimettere in discussione il merito di una causa già decisa. Consentire ciò significherebbe minare il principio di definitività delle sentenze.
L’insegnamento è chiaro: i legali e le parti devono distinguere attentamente la natura del vizio che intendono far valere. Se si tratta di un refuso, di un errore di calcolo o di una svista palese che non altera il ragionamento del giudice, la procedura di correzione è la via corretta. Se, invece, si contesta la valutazione delle prove o l’interpretazione dei fatti, si è di fronte a un errore di giudizio, per il quale lo strumento della correzione è inammissibile.
Cos’è un “errore materiale” secondo la Corte di Cassazione?
È una mera svista del giudice, come un errore di calcolo o di trascrizione, che crea una divergenza tra il pensiero del giudice e come questo è stato scritto, senza influenzare il contenuto concettuale della decisione.
La mancata considerazione di un documento presente agli atti è considerata un errore materiale?
No. Secondo l’ordinanza, un errato apprezzamento della documentazione prodotta, inclusa la mancata considerazione di un documento, costituisce un errore di giudizio e non una svista materiale correggibile con la specifica procedura.
Cosa succede se si presenta un ricorso per correzione di errore materiale quando si tratta in realtà di un errore di giudizio?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile, poiché lo strumento della correzione viene utilizzato per uno scopo per il quale non è previsto dalla legge, ossia per contestare il merito della valutazione del giudice.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. L Num. 29114 Anno 2025
Civile Ord. Sez. L Num. 29114 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 04/11/2025
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 22623/2021 R.G. proposto da:
COGNOME NOME, elettivamente domiciliato in INDIRIZZO, presso lo studio dell’avvocato COGNOME NOME che lo rappresenta e difende
-già ricorrente- contro
RAGIONE_SOCIALE, in persona del legale rappresentante pro tempore -già controricorrente- relativamente alla sentenza di CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE ROMA n. 32570/2024 pubblicata il 14/12/2024.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 10/10/2025 dal Consigliere NOME COGNOME.
RILEVATO CHE
la Corte di Cassazione, con la sentenza n.32570/2024, dopo aver accolto il primo motivo di ricorso proposto da NOME COGNOME ha rigettato il secondo, ritenendo in parte qua la mancanza «in atti di una dichiarazione idonea a giustificare l’esonero dal pagamento delle spese ex art.152 disp.att. cod. proc. civ.»;
NOME COGNOME ha proposto istanza di correzione dell’errore materia della sentenza de qua;
CONSIDERATO CHE
la ricorrente deduce che «appare ingiusta la decisione della Suprema Corte di Cassazione, di non accoglimento del secondo motivo di ricorso, avendo la ricorrente adempiuto al precetto contenuto nell’art.152 disp. Att. c.p.c.», perché la dichiarazione de qua sarebbe stata ritualmente proposta in seno alla procura alle liti nel procedimento a quo ;
secondo il costante orientamento di questa Corte «l’errore materiale, suscettibile di correzione ai sensi degli artt. 287 e ss. cod. proc. civ., si sostanzia in una mera svista del giudice, sicché non incide sul contenuto concettuale della decisione, ma si concretizza in una divergenza fra l’ideazione e la sua materiale rappresentazione grafica» (Cass. 25/07/2024 n.20773);
nel caso in esame viene prospettata una decisione erronea, fondata su un errato apprezzamento della documentazione prodotta, e non una mera svista;
deve pertanto dichiararsi la inammissibilità del ricorso; non vi è luogo a provvedere sulle spese del presente procedimento
(Cass., sez.un., n. 29432 del 2024 ).
P.Q.M.
La Corte dichiara inammissibile il ricorso. Così deciso in Roma, il 10/10/2025.
Il Presidente NOME COGNOME