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Errore di fatto: quando il ricorso è inammissibile

Una società finanziaria ricorre in Cassazione per la parziale ammissione dei suoi crediti in un fallimento, lamentando un errore di fatto del giudice di merito nella valutazione di un contratto di mutuo. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, specificando che l’errore di percezione basato sugli atti di causa non è un vizio denunciabile in Cassazione ai sensi dell’art. 360 n. 5 c.p.c., ma un potenziale motivo di revocazione.

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Errore di Fatto: Quando un Ricorso per Cassazione è Inammissibile

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sulla corretta individuazione dei motivi di ricorso per Cassazione, in particolare sulla distinzione tra l’omesso esame di un fatto decisivo e l’errore di fatto del giudice. Una società finanziaria si è vista dichiarare inammissibile il proprio ricorso per aver confuso questi due concetti, evidenziando come una precisa qualificazione giuridica del vizio lamentato sia cruciale per l’accesso al giudizio di legittimità.

I Fatti di Causa: La Domanda di Ammissione al Passivo

Una società finanziaria, cessionaria di crediti da un istituto bancario, chiedeva di essere ammessa al passivo del fallimento di un’impresa edile. I crediti vantati erano di due tipi: due derivanti da mutui ipotecari per un totale di oltre 3 milioni di euro e tre crediti chirografari derivanti da saldi negativi di conti correnti per oltre 4 milioni di euro.

Il giudice delegato ammetteva la società solo per un importo minore a titolo di credito ipotecario, ritenendo non provata l’esistenza e l’entità degli altri crediti. La società proponeva quindi opposizione e il Tribunale di merito accoglieva parzialmente le sue istanze, aumentando l’importo del credito ipotecario ammesso e riconoscendo una parte del credito chirografario. Insoddisfatta, la società proponeva ricorso per Cassazione.

Il Motivo del Ricorso: L’Assertivo Errore di Fatto del Tribunale

Il ricorso si basava su un unico motivo, rubricato come “violazione e/o falsa applicazione dell’art. 360, comma 1, n. 5, c.p.c. – omesso esame circa un fatto decisivo”. La ricorrente contestava la decisione del Tribunale su due fronti:

1. Sul credito ipotecario: Sosteneva che il Tribunale avesse commesso un errore nel considerare l’esistenza di un solo contratto di mutuo, rinegoziato nel tempo, anziché due distinti contratti, uno stipulato nel 1996 e uno nuovo stipulato nel 2010.
2. Sul credito chirografario: Lamentava che il Tribunale avesse erroneamente attribuito valore di giudicato a una sentenza di primo grado, non ancora definitiva, che aveva accertato l’entità di tale credito.

Le Motivazioni della Cassazione: Inammissibilità per Errata Impostazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, smontando entrambe le argomentazioni della ricorrente e chiarendo i confini dei vizi denunciabili in sede di legittimità.

L’errore di fatto sul credito ipotecario: un vizio revocatorio, non un motivo di ricorso

La Corte ha spiegato che il vizio lamentato dalla società finanziaria non configurava un “omesso esame di un fatto decisivo”, come richiesto dall’art. 360 n. 5 c.p.c. Il Tribunale, infatti, non aveva ignorato un fatto, ma aveva interpretato gli atti processuali giungendo alla conclusione che si trattasse di un unico rapporto di mutuo.

Questo tipo di errore, qualora sussistente, costituisce un errore di fatto percettivo, cioè una falsa supposizione sull’esistenza o inesistenza di un fatto non controverso tra le parti. Tale vizio non può essere fatto valere con il ricorso per Cassazione, ma è un motivo di revocazione, un mezzo di impugnazione straordinario previsto dall’art. 395, n. 4, c.p.c. La scelta dello strumento processuale errato ha quindi reso il motivo inammissibile.

Il credito chirografario: una non corretta comprensione della ratio decidendi

Anche la seconda censura è stata ritenuta inammissibile perché non coglieva la ratio decidendi, ovvero la vera ragione della decisione del Tribunale. La ricorrente aveva accusato il giudice di merito di aver violato il principio del giudicato, ma la Corte ha evidenziato che il Tribunale non aveva affatto attribuito efficacia di giudicato alla sentenza di primo grado.

Al contrario, aveva semplicemente apprezzato e fatto proprio l’esito dell’istruttoria svolta in quel processo, comprese le risultanze della consulenza tecnica d’ufficio, per determinare l’ammontare del credito. Si trattava di una valutazione di merito, non sindacabile in Cassazione se non nei limiti ristretti previsti dalla legge.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: la precisione nella qualificazione dei motivi di ricorso è essenziale. Confondere un errore di fatto (motivo di revocazione) con un omesso esame di un fatto decisivo (motivo di ricorso per Cassazione) porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, precludendo l’esame del merito della questione. Questa decisione serve da monito per i professionisti legali sull’importanza di un’analisi rigorosa dei vizi della sentenza impugnata, al fine di individuare il corretto mezzo di impugnazione e formulare censure che rientrino nei rigidi schemi previsti dal legislatore per il giudizio di legittimità.

Può un errore di percezione del giudice essere motivo di ricorso per Cassazione?
No, la Corte chiarisce che un errore di percezione sui fatti, risultante dagli atti di causa, non rientra nel vizio di “omesso esame” previsto dall’art. 360 n. 5 c.p.c., ma costituisce un “errore di fatto” che può essere motivo di revocazione ai sensi dell’art. 395 n. 4 c.p.c.

Cosa significa che un motivo di ricorso “non coglie la ratio decidendi”?
Significa che l’argomentazione dell’appellante critica un aspetto della decisione che non è la vera ragione giuridica su cui si fonda la sentenza. In questo caso, l’appellante ha contestato l’efficacia di giudicato di una sentenza, mentre il Tribunale aveva basato la sua decisione su una valutazione autonoma delle prove.

Quando un ricorso per Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando non rispetta i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge. In questo caso, l’inammissibilità deriva dall’aver proposto un motivo (l’errore di fatto) che non rientra tra quelli specificamente ammessi per il ricorso in Cassazione, ma appartiene a un altro tipo di impugnazione (la revocazione).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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