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Errore di fatto e onere di allegazione: il caso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per revocazione. La parte ricorrente sosteneva un errore di fatto del giudice per non aver applicato la sospensione dei termini processuali dovuta al sisma del 2016. La Corte chiarisce che non si tratta di un errore di fatto, poiché la circostanza non era mai stata menzionata negli atti del giudizio precedente, gravando sulla parte l’onere di allegazione.

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Errore di fatto del giudice: quando è colpa della parte?

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini dell’errore di fatto come motivo di revocazione, sottolineando il principio fondamentale dell’onere di allegazione. Se una parte omette di presentare una circostanza a proprio favore nel corso del giudizio, non può successivamente accusare il giudice di averla ignorata. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I fatti di causa

La vicenda nasce da un ricorso per cassazione dichiarato inammissibile perché depositato in ritardo (tardivamente). I ricorrenti, le cui residenze e il cui difensore si trovavano in comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016, presentano un’istanza di revocazione contro tale decisione. La loro tesi è che la Corte di Cassazione abbia commesso un errore di fatto palese: nel calcolare la scadenza, non avrebbe considerato la normativa speciale che sospendeva i termini processuali per le popolazioni colpite dal terremoto.

Secondo i ricorrenti, se il giudice avesse tenuto conto di questa sospensione, il loro ricorso originario sarebbe risultato tempestivo e, quindi, ammissibile.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema, con l’ordinanza in esame, dichiara inammissibile il ricorso per revocazione. La decisione si fonda su un principio cardine del diritto processuale e distingue nettamente tra un errore percettivo del giudice e una negligenza della parte.

Le motivazioni della decisione

La Corte articola il suo ragionamento su due livelli, uno di natura processuale e assorbente, l’altro di merito, dimostrando la correttezza della decisione originaria anche sotto un altro profilo.

L’onere di allegazione e i limiti dell’errore di fatto

Il punto centrale della decisione è che non può esserci errore di fatto su una circostanza che non è mai stata portata all’attenzione del giudice. La normativa sulla sospensione dei termini per il sisma non si applica automaticamente; è onere della parte interessata allegare e dimostrare di possedere i requisiti per beneficiarne (ad esempio, la residenza o la sede dello studio legale in uno dei comuni del ‘cratere sismico’ alla data dell’evento).

Nel caso specifico, i ricorrenti non avevano mai menzionato, nel loro ricorso originario, la questione della sospensione dei termini. La Corte, pertanto, non poteva ‘sbagliare’ a non applicare una norma la cui fattispecie non le era mai stata sottoposta. L’omissione non è del giudice, ma della parte. Un errore revocatorio è una svista percettiva su un dato presente negli atti, non la mancata applicazione di una disciplina per fatti non allegati.

L’analisi nel merito: il ricorso era comunque tardivo

Per completezza, la Cassazione svolge anche il calcolo dei termini includendo il periodo di sospensione previsto per il sisma. Ebbene, anche tenendo conto di tale sospensione, il ricorso originario sarebbe stato notificato tre giorni dopo la scadenza del termine ultimo. Questo calcolo, seppur effettuato a titolo di approfondimento, dimostra che la decisione di inammissibilità era corretta nel suo esito finale, privando di fondamento la richiesta di revocazione anche nel merito.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un importante insegnamento pratico: il processo è un dialogo in cui le parti hanno il dovere di fornire al giudice tutti gli elementi di fatto e di diritto a sostegno delle proprie tesi. Non è possibile rimanere inerti e poi, a seguito di una decisione sfavorevole, lamentare un errore di fatto del giudice su circostanze mai dedotte. L’istituto della revocazione serve a correggere sviste materiali del giudicante, non a porre rimedio alle omissioni o alle strategie processuali errate delle parti.

Cos’è un errore di fatto che può portare alla revocazione di una sentenza della Cassazione?
È un errore di percezione del giudice che riguarda un fatto processuale decisivo. Deve emergere in modo inconfutabile dagli atti di causa e non deve essere stato oggetto di dibattito tra le parti. Non è un errore di valutazione o di giudizio.

Perché il ricorso per revocazione è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
È stato dichiarato inammissibile perché la circostanza della sospensione dei termini per il sisma, che secondo il ricorrente il giudice avrebbe ignorato, non era mai stata menzionata né allegata negli atti del giudizio originario. Di conseguenza, non si può imputare al giudice un errore su un fatto che non gli è mai stato presentato.

Una parte può beneficiare della sospensione dei termini processuali (es. per un terremoto) se non lo ha specificato nel proprio atto?
No. Secondo la Corte, è onere della parte che intende beneficiare di una sospensione dei termini allegare e provare la sussistenza dei presupposti richiesti dalla legge (es. residenza in un comune colpito). Se non lo fa, il giudice non può applicare d’ufficio tale beneficio e la parte non può successivamente lamentare un errore del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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