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Errore di calcolo del saldo: Cassazione e CTU

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione della Corte d’Appello a causa di un grave errore di calcolo del saldo di diversi conti bancari. La corte di secondo grado aveva erroneamente determinato un credito a favore del cliente, mentre la perizia tecnica (CTU) dimostrava in realtà un debito. La Cassazione ha evidenziato il mancato esame dei fatti decisivi emersi dalla CTU, rinviando il caso per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Errore di calcolo del saldo: la Cassazione annulla la sentenza d’appello

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione evidenzia l’importanza cruciale di una corretta valutazione delle perizie tecniche (CTU) nelle controversie bancarie, specialmente quando si verifica un errore di calcolo del saldo. La Suprema Corte ha annullato una decisione che aveva condannato un istituto di credito a restituire una cospicua somma a un cliente, ignorando che la CTU aveva in realtà accertato un saldo a debito per quest’ultimo. Questo caso offre spunti fondamentali sul valore della prova tecnica e sul dovere del giudice di esaminarla attentamente.

I Fatti del Contenzioso

La vicenda giudiziaria ha inizio nel 2003, quando una società e il suo socio citano in giudizio un istituto di credito. I correntisti lamentavano l’applicazione di interessi passivi non determinati, la capitalizzazione trimestrale degli stessi (anatocismo) e l’addebito di commissioni di massimo scoperto ritenute illegittime su sei diversi conti correnti. Chiedevano, quindi, il ricalcolo dei saldi e la restituzione delle somme indebitamente percepite dalla banca.

L’istituto di credito si costituiva in giudizio contestando le pretese e, a sua volta, presentava una domanda riconvenzionale per ottenere il pagamento del saldo debitore complessivo dei conti, pari a oltre 261.000 euro. La banca evidenziava inoltre che il socio era anche fideiussore della società, e quindi solidalmente obbligato per i debiti di quest’ultima.

Il Percorso Giudiziario e l’Errore di Calcolo del Saldo

Il Tribunale di primo grado, con una sentenza non definitiva, dichiarava nulla la capitalizzazione trimestrale e, con la sentenza definitiva, condannava la banca a pagare ai correntisti circa 175.000 euro.

L’istituto di credito proponeva appello. La Corte d’Appello, riesaminando il caso, si basava sulle risultanze di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) che aveva ricalcolato i saldi di tutti e sei i conti. La CTU aveva determinato saldi positivi per alcuni conti e negativi per altri. Tuttavia, nel sommare algebricamente questi importi, la Corte d’Appello commetteva un palese errore di calcolo del saldo: giungeva a un risultato positivo di circa 115.000 euro a favore del correntista, condannando la banca alla restituzione di tale cifra.

L’istituto di credito ricorreva quindi in Cassazione, sostenendo che la somma corretta dei saldi ricalcolati dalla CTU portava in realtà a un risultato negativo (un debito) di circa 86.000 euro a carico dei clienti.

Le Motivazioni della Cassazione: l’Omesso Esame di un Fatto Decisivo

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della banca, incentrando la propria decisione sul motivo relativo all'”omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio”, previsto dall’art. 360, n. 5, c.p.c.

Secondo gli Ermellini, il “fatto decisivo” che la Corte d’Appello ha completamente ignorato era il risultato numerico finale e corretto della somma algebrica dei saldi dei conti, come emerso dalla stessa CTU che pure aveva citato. La CTU aveva infatti calcolato un saldo complessivo negativo di -€ 86.290,30. La Corte d’Appello, invece, pur elencando i singoli saldi, era giunta all’errata conclusione di un credito di +€ 115.469,09.

Questo errore non è una semplice svista materiale, ma un vero e proprio vizio logico che ha inficiato l’intera decisione. Il mancato esame del risultato corretto della CTU ha portato il giudice a una conclusione diametralmente opposta a quella che sarebbe dovuta scaturire dalle prove in atti, trasformando un debito in un credito. La Cassazione ha ribadito che il mancato esame delle risultanze della CTU integra un vizio della sentenza, poiché il giudice trascura di valutare un elemento probatorio fondamentale che è stato oggetto di discussione tra le parti.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione della Suprema Corte è chiara: la sentenza d’appello è stata cassata e la causa rinviata a un’altra sezione della stessa Corte d’Appello per un nuovo esame. Il nuovo giudice dovrà ricalcolare correttamente il saldo finale, tenendo conto del risultato negativo accertato dalla CTU, e decidere di conseguenza sia sulla domanda principale dei correntisti sia sulla domanda riconvenzionale della banca.

Questo caso sottolinea l’importanza fondamentale della Consulenza Tecnica d’Ufficio nelle cause bancarie e il dovere del giudice di analizzarne i risultati con la massima attenzione. Un errore di calcolo può stravolgere l’esito di un processo, ed è compito della Corte di Cassazione vigilare affinché le decisioni di merito siano fondate su una corretta e logica valutazione delle prove acquisite.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello?
La Cassazione ha annullato la sentenza perché la Corte d’Appello ha commesso un palese errore di calcolo nel determinare il saldo finale dei conti correnti. Pur basandosi sui dati della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), ha erroneamente concluso per un credito del correntista di €115.469,09, mentre la stessa CTU indicava un debito di €86.290,30.

Cosa si intende per ‘omesso esame di un fatto decisivo’ in questo caso?
In questo caso, il “fatto decisivo” ignorato dalla Corte d’Appello era il risultato numerico corretto del saldo complessivo dei conti, come accertato dal consulente tecnico. Non aver considerato questo dato, che avrebbe cambiato completamente l’esito del giudizio (da una condanna per la banca a un possibile credito), costituisce un vizio della sentenza.

Qual è stata la conseguenza della decisione della Cassazione?
La sentenza della Corte d’Appello è stata “cassata”, cioè annullata. La causa è stata rinviata alla stessa Corte d’Appello, ma in diversa composizione, che dovrà emettere una nuova decisione tenendo conto del corretto saldo calcolato dalla CTU e applicando i principi di diritto indicati dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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