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Equa riparazione: durata ragionevole e calcolo indennizzo

La Corte di Cassazione chiarisce i criteri per il calcolo dell’equa riparazione in un caso di ‘Pinto su Pinto’, relativo all’eccessiva durata di un giudizio di ottemperanza. Viene stabilito che la durata ragionevole complessiva del procedimento (cognizione ed esecuzione) è di un anno. La Corte conferma inoltre la legittimità della riduzione del 20% dell’indennizzo quando il ricorso è promosso da un numero di parti superiore a dieci, rigettando le doglianze dei ricorrenti.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Equa Riparazione: la Cassazione Definisce i Criteri per la Durata del Giudizio

L’ordinanza in esame offre importanti chiarimenti sul tema dell’equa riparazione per l’eccessiva durata dei processi, con particolare riferimento ai giudizi intentati contro la Pubblica Amministrazione per ottenere l’esecuzione di una precedente condanna. La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso complesso, noto come ‘Pinto su Pinto’, analizzando come calcolare la durata irragionevole e quando applicare riduzioni sull’indennizzo.

I Fatti del Caso: La Lunga Attesa per un Risarcimento

La vicenda ha origine nel 2012, quando un gruppo di cittadini aveva ottenuto un’equa riparazione per la lentezza di un processo amministrativo. Nonostante la condanna, il Ministero della Giustizia non provvedeva al pagamento. Di conseguenza, nel 2019 i cittadini avviavano un giudizio di ottemperanza davanti al TAR per costringere l’amministrazione a pagare.

Anche questo secondo giudizio si protraeva a lungo, richiedendo due sentenze e la nomina di un commissario ad acta prima che il pagamento fosse finalmente eseguito. A questo punto, i cittadini presentavano un nuovo ricorso per ottenere un’ulteriore equa riparazione, questa volta per l’irragionevole durata del giudizio di ottemperanza.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Perugia riconosceva un indennizzo, ma in misura ridotta. In primo luogo, calcolava la durata irragionevole in un solo anno. In secondo luogo, accoglieva un’opposizione del Ministero, riducendo l’importo del 20% poiché il ricorso era stato presentato da più di dieci persone.

Insoddisfatti del calcolo e della riduzione, i cittadini proponevano ricorso in Cassazione, lamentando un’errata valutazione della durata complessiva del procedimento esecutivo e un’ingiusta applicazione della riduzione.

L’Analisi della Corte di Cassazione sull’Equa Riparazione

La Suprema Corte ha esaminato due motivi principali di ricorso. Il primo riguardava l’omessa pronuncia su una parte della domanda, in quanto i ricorrenti sostenevano che il calcolo della durata dovesse estendersi fino alla data dell’effettivo pagamento. Il secondo contestava sia il calcolo della durata ragionevole della fase esecutiva sia la riduzione del 20% sull’indennizzo.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha rigettato il ricorso, pur correggendo la motivazione della Corte d’Appello su un punto cruciale.

Sul primo motivo, la Corte ha specificato che il giudice deve pronunciarsi solo su quanto richiesto. Poiché i ricorrenti avevano avviato la causa dopo aver ricevuto il pagamento, la Corte d’Appello aveva correttamente considerato solo il periodo specificato nell’atto introduttivo.

Sul secondo motivo, la Corte ha fornito un’importante interpretazione. Ha chiarito che la durata ragionevole di un intero processo di equa riparazione, comprensivo della fase di cognizione e di quella di esecuzione, è fissata in un anno. Nel caso di specie, la fase di cognizione del giudizio ‘Pinto su Pinto’ era stata brevissima (meno di un mese). Pertanto, la Corte d’Appello, pur partendo da un presupposto errato, era giunta a una conclusione corretta: la durata irragionevole da indennizzare era di circa un anno, ottenuto sottraendo dalla durata totale del giudizio di ottemperanza il tempo ‘risparmiato’ nella fase di cognizione.

Infine, la Corte ha confermato la legittimità della riduzione del 20% dell’indennizzo. Poiché il giudizio di ottemperanza era stato instaurato con un unico atto da sedici ricorrenti, la norma che prevede una diminuzione dell’importo per i processi con più di dieci parti è stata applicata correttamente.

Le Conclusioni: Principi per il Calcolo dell’Indennizzo

Questa ordinanza consolida due principi fondamentali in materia di equa riparazione. Primo, il termine di durata ragionevole di un anno si applica all’intero procedimento ‘Pinto’, sommando la fase di cognizione e quella di esecuzione. Un’eventuale celerità in una fase può compensare la lentezza dell’altra. Secondo, la riduzione dell’indennizzo per i processi con un elevato numero di parti è legittima se l’azione giudiziaria, anche se esecutiva, è stata avviata con un unico atto collettivo.

Qual è la durata ragionevole complessiva di un processo per equa riparazione (legge Pinto)?
Secondo la Corte di Cassazione, la durata ragionevole complessiva di un processo di equa riparazione, che include sia la fase di cognizione (accertamento del diritto) sia quella di esecuzione (ottenimento del pagamento), è di un anno.

Come si calcola l’indennizzo se la fase di cognizione è molto breve ma quella di esecuzione è lunga?
La durata delle due fasi (cognizione ed esecuzione) va considerata unitariamente. Se la fase di cognizione è stata più breve del termine ragionevole, il ‘tempo risparmiato’ viene detratto dalla durata della successiva fase di esecuzione per calcolare il ritardo complessivo indennizzabile.

Quando si applica la riduzione dell’indennizzo per equa riparazione in caso di più ricorrenti?
La riduzione dell’indennizzo (in questo caso del 20%) si applica correttamente quando il giudizio presupposto, come quello di ottemperanza, viene instaurato con un unico atto da un numero di ricorrenti superiore a dieci, anche se i procedimenti originari erano separati e poi riuniti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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