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Eleggibilità sindaco a europarlamentare: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la carica di sindaco di un comune con più di 15.000 abitanti non costituisce una causa di ineleggibilità per l’elezione al Parlamento Europeo. La normativa specifica per le elezioni europee qualifica tale situazione come una causa di incompatibilità, risolvibile con una scelta (opzione) da parte dell’eletto dopo la proclamazione. Pertanto, è stata confermata la legittimità dell’elezione del sindaco, respingendo il ricorso di un cittadino che ne sosteneva l’ineleggibilità sulla base delle norme previste per le elezioni politiche nazionali.

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Pubblicato il 24 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eleggibilità Sindaco a Europarlamentare: la Cassazione fa chiarezza

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 27336/2025, affronta una questione cruciale in materia di diritto elettorale: l’eleggibilità sindaco a europarlamentare. Un sindaco di una grande città può essere eletto al Parlamento Europeo senza doversi dimettere preventivamente? La Corte ha fornito una risposta netta, distinguendo chiaramente tra ineleggibilità e incompatibilità e delineando i confini applicativi delle diverse normative elettorali.

I Fatti di Causa

La vicenda nasce dal ricorso di un cittadino, iscritto nelle liste elettorali, contro l’elezione al Parlamento Europeo di un politico che, al momento della candidatura e dell’elezione, ricopriva la carica di Sindaco di una grande città italiana e della relativa Città Metropolitana. Secondo il ricorrente, il sindaco si trovava in una condizione di ineleggibilità, basandosi sulle norme previste per l’elezione alla Camera dei Deputati (D.P.R. n. 361/1957), che impongono ai sindaci di comuni con più di 20.000 abitanti di dimettersi almeno 180 giorni prima della scadenza della legislatura.

Il ricorrente sosteneva che tali norme dovessero applicarsi anche alle elezioni europee, in virtù del rinvio generale contenuto nella legge elettorale europea (L. n. 18/1979). Di conseguenza, chiedeva che l’elezione fosse annullata e che il politico fosse dichiarato decaduto anche dalle cariche di sindaco.

La questione sull’eleggibilità sindaco a europarlamentare

Il cuore del problema legale risiede nella distinzione tra due concetti fondamentali:
Ineleggibilità: un impedimento giuridico che non consente a una persona di essere validamente candidata. È una condizione che opera prima* dell’elezione.
Incompatibilità: una situazione che impedisce di detenere contemporaneamente due cariche. Questa condizione opera dopo* l’elezione e si risolve scegliendo quale delle due cariche mantenere.

La Corte d’Appello di Napoli aveva già respinto il ricorso, affermando che la legge specifica per le elezioni europee (L. n. 18/1979) disciplina in modo autonomo e completo la materia, prevedendo la carica di sindaco di comuni con oltre 15.000 abitanti come causa di incompatibilità, non di ineleggibilità. Contro questa decisione, il cittadino ha proposto ricorso in Cassazione.

Le diverse normative a confronto

Da un lato, la legge per le elezioni della Camera dei Deputati (D.P.R. 361/1957, art. 7) stabilisce chiare cause di ineleggibilità per i sindaci di grandi comuni, per evitare che la loro posizione di potere locale possa influenzare il voto in collegi elettorali di dimensione ridotta.

Dall’altro, la legge per le elezioni europee (L. 18/1979, art. 6) elenca le cause di incompatibilità, includendo proprio i sindaci di comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, e prevede che l’eletto debba optare per una delle due cariche entro 30 giorni dalla proclamazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la sentenza d’appello e fornendo una motivazione solida e ben articolata.

I giudici hanno stabilito che la Legge n. 18/1979 costituisce un corpus normativo organico e compiuto per le elezioni europee. Questa legge disciplina autonomamente i requisiti di eleggibilità (art. 4) e le cause di incompatibilità (art. 6). Il fatto che la carica di sindaco sia espressamente prevista come causa di incompatibilità esclude logicamente che possa essere considerata, allo stesso tempo, una causa di ineleggibilità.

Secondo la Corte, il rinvio generico alle leggi per le elezioni della Camera, contenuto nell’art. 51 della legge europea, vale solo “in quanto applicabili”. In questo caso, la norma sull’ineleggibilità dei sindaci non è applicabile, perché la materia è già specificamente regolata dalla stessa legge europea in termini di incompatibilità. Applicare la norma sull’ineleggibilità renderebbe inutile e contraddittoria la norma sull’incompatibilità, che presuppone la possibilità di essere validamente eletti.

Inoltre, la Corte ha sottolineato la profonda differenza tra le elezioni politiche nazionali e quelle europee. Le prime si svolgono in collegi elettorali di dimensioni ridotte (infraregionali), dove un sindaco può esercitare un’influenza significativa. Le elezioni europee, invece, si tengono in circoscrizioni molto ampie (sovraregionali), dove il potere di condizionamento del singolo amministratore locale è notevolmente diluito. Questa differenza strutturale giustifica una disciplina diversa in materia di eleggibilità sindaco a europarlamentare.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha enunciato il seguente principio di diritto: i sindaci di comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti e delle città metropolitane, se in possesso dei requisiti generali, possono essere validamente eletti al Parlamento Europeo. Una volta eletti, si troveranno in una situazione di incompatibilità e dovranno dichiarare, entro 30 giorni, se optano per la carica di europarlamentare o se intendono conservare quella di sindaco. In mancanza di opzione, decadranno dalla carica di membro del Parlamento Europeo.

Questa sentenza consolida un’interpretazione logico-sistematica della normativa elettorale, garantendo certezza del diritto e rispettando il principio costituzionale secondo cui le limitazioni al diritto di elettorato passivo devono essere previste espressamente dalla legge e interpretate restrittivamente.

Un sindaco di un grande comune è eleggibile al Parlamento Europeo?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la carica di sindaco di un comune con popolazione superiore a 15.000 abitanti non è una causa di ineleggibilità, ma di incompatibilità. Ciò significa che può candidarsi ed essere eletto.

Qual è la differenza tra ineleggibilità e incompatibilità in questo contesto?
L’ineleggibilità è un impedimento che non permette di candidarsi. Se una persona ineleggibile venisse eletta, la sua elezione sarebbe nulla. L’incompatibilità, invece, sorge dopo l’elezione e impedisce di ricoprire due cariche contemporaneamente, obbligando l’eletto a scegliere quale mantenere.

Perché le norme sull’ineleggibilità per le elezioni nazionali non si applicano a quelle europee in questo caso?
Perché la legge specifica per le elezioni europee (L. 18/1979) disciplina già la materia in modo autonomo, prevedendo la carica di sindaco come causa di incompatibilità. Questa disciplina specifica prevale sul rinvio generico alle norme per le elezioni nazionali, anche in virtù delle differenze strutturali (ampiezza delle circoscrizioni) tra i due tipi di elezione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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