LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Efficacia probatoria verbali ispettivi: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che, nell’ambito di un contenzioso per sanzioni amministrative, il giudice può legittimamente attribuire un valore probatorio prevalente alle dichiarazioni rese dai lavoratori agli ispettori durante un’ispezione, anche se queste vengono successivamente smentite in sede di testimonianza processuale. La sentenza sottolinea la libera valutabilità di tali verbali da parte del giudice, confermando come l’efficacia probatoria dei verbali ispettivi non si limiti ai soli fatti attestati direttamente dai funzionari.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Efficacia probatoria verbali ispettivi: cosa dice la Cassazione?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un tema cruciale per ogni datore di lavoro: qual è il peso delle dichiarazioni rese durante un’ispezione? La questione centrale riguarda l’efficacia probatoria dei verbali ispettivi, specialmente quando le dichiarazioni raccolte ‘a caldo’ dagli ispettori differiscono da quelle poi fornite in un’aula di tribunale. La decisione offre chiarimenti fondamentali sulla discrezionalità del giudice e sul valore delle prove raccolte in sede amministrativa.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore degli accessori veniva sanzionata dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro per quasi 45.000 euro. Le contestazioni riguardavano diverse irregolarità nella gestione di due rapporti di lavoro, tra cui l’omessa comunicazione preventiva di assunzione, la mancata consegna del contratto e registrazioni infedeli sull’orario di lavoro nel Libro Unico del Lavoro (LUL).

La società si opponeva alla sanzione e, sebbene in primo grado il Tribunale avesse accolto le sue ragioni, la Corte d’Appello ribaltava la decisione. I giudici di secondo grado ritenevano dimostrati gli illeciti, basando la loro convinzione sulle dichiarazioni rese dai lavoratori agli ispettori al momento del controllo. A loro avviso, tali dichiarazioni erano più attendibili delle testimonianze successive rese in giudizio, che apparivano discordanti.

La società ricorreva quindi in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nell’attribuire un valore preponderante a quelle prime dichiarazioni, a fronte di prove contrarie emerse durante il processo.

Il Principio di Diritto sull’efficacia probatoria dei verbali ispettivi

Il cuore della controversia risiede nel valore legale che il nostro ordinamento attribuisce ai verbali redatti dagli ispettori del lavoro. La ricorrente lamentava la violazione di diverse norme, sostenendo che le testimonianze processuali avrebbero dovuto prevalere.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha rigettato il ricorso, delineando con chiarezza i principi che governano la materia.

Il Valore delle Dichiarazioni rese agli Ispettori

I giudici hanno innanzitutto ribadito una distinzione fondamentale. I verbali ispettivi fanno ‘piena prova’ (ossia, sono incontestabili se non con un procedimento specifico chiamato querela di falso) solo per i fatti che i funzionari pubblici attestano essere avvenuti in loro presenza o da loro compiuti.

Per tutto il resto, come le dichiarazioni raccolte da terzi (ad esempio i lavoratori), il verbale non ha questa efficacia blindata. Esso costituisce, invece, un elemento probatorio che il giudice può e deve valutare liberamente, insieme a tutte le altre prove disponibili (documenti, testimonianze, ecc.). Questo rientra nel principio del ‘libero convincimento del giudice’.

La Prevalenza delle Dichiarazioni ‘a Caldo’

La Cassazione ha confermato che un giudice può, con adeguata motivazione, attribuire maggiore credibilità alle dichiarazioni rese dai lavoratori nell’immediatezza del controllo ispettivo. Queste dichiarazioni, spesso più spontanee, possono essere ritenute più genuine rispetto a testimonianze rese a distanza di tempo in un contesto processuale, dove possono intervenire altri fattori.

La Corte territoriale, nel caso di specie, aveva compiuto proprio questa operazione: aveva analizzato tutto il materiale probatorio, comprese le testimonianze, e aveva concluso, motivando la sua scelta, che le prime dichiarazioni erano più attendibili, evidenziando profili di inattendibilità in quelle successive.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha chiarito che la valutazione delle prove e il giudizio sull’attendibilità dei testimoni sono attività riservate al giudice di merito. Il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio per chiedere una nuova e diversa valutazione dei fatti. Il compito della Cassazione è verificare che il giudice di merito abbia applicato correttamente la legge e abbia motivato la sua decisione in modo logico e coerente.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva esercitato correttamente il suo potere discrezionale. Aveva valutato le dichiarazioni ispettive non come prova legale assoluta, ma come un importante elemento indiziario, confrontandolo con le altre risultanze processuali e spiegando perché le ritenesse più convincenti. Pertanto, non vi era alcuna violazione di legge.

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla condanna al pagamento delle spese legali, è stato respinto. La Cassazione ha ricordato che il giudice d’appello, quando riforma una sentenza, deve ridefinire anche la ripartizione delle spese di entrambi i gradi di giudizio in base all’esito finale della lite.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica per tutti i datori di lavoro. Le dichiarazioni rilasciate da dipendenti e collaboratori durante un’ispezione del lavoro hanno un peso significativo e possono essere decisive in un eventuale contenzioso. Non si può fare affidamento sulla possibilità di ‘correggere il tiro’ in un secondo momento in tribunale. La spontaneità e l’immediatezza delle dichiarazioni raccolte dagli ispettori possono essere considerate dal giudice un indice di maggiore attendibilità. È quindi fondamentale gestire con la massima attenzione e trasparenza ogni fase dell’ispezione, poiché quanto verbalizzato in quella sede costituisce una prova di primario rilievo nel processo.

Che valore hanno le dichiarazioni dei lavoratori raccolte in un verbale di ispezione del lavoro?
Non hanno valore di ‘piena prova’, ma costituiscono un elemento probatorio che il giudice può liberamente valutare insieme a tutte le altre prove. Il giudice può ritenerle sufficienti a fondare la propria decisione, anche in assenza di altri elementi.

Un giudice può considerare più attendibili le dichiarazioni rese agli ispettori rispetto a quelle rese in tribunale?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il giudice, nell’ambito del suo libero convincimento e con adeguata motivazione, può attribuire maggiore rilievo alle dichiarazioni rese nell’immediatezza dei fatti durante l’ispezione, ritenendole più genuine rispetto a testimonianze successive.

Se una sentenza di primo grado viene riformata in appello, chi paga le spese legali?
Il giudice d’appello, nel riformare la sentenza, deve procedere a una nuova regolamentazione delle spese processuali di entrambi i gradi di giudizio. La decisione si basa sul principio della soccombenza, ovvero le spese sono a carico della parte che ha perso la causa nell’esito complessivo della lite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati