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Edilizia residenziale pubblica: il diritto non si eredita

Una recente ordinanza della Cassazione affronta il tema dell’edilizia residenziale pubblica, chiarendo che il diritto all’acquisto di un alloggio popolare non è trasmissibile agli eredi. Il caso riguardava la pretesa di un’erede di riscattare un immobile basandosi su vecchie offerte fatte al padre. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che tale diritto è personale e non ereditario, e che mancano i presupposti per il subentro nel contratto di locazione.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Diritto all’alloggio popolare: non si trasferisce in eredità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un tema di grande interesse sociale: l’edilizia residenziale pubblica e la trasmissibilità dei diritti ad essa connessi. La Suprema Corte ha stabilito che il diritto all’acquisto di un alloggio popolare è strettamente personale e non può essere trasferito agli eredi. Questa decisione ribadisce principi fondamentali che regolano l’assegnazione e la cessione degli immobili destinati a finalità sociali.

La vicenda processuale

Il caso ha origine dalla richiesta di un ente gestore di alloggi popolari di ottenere il rilascio di un immobile, occupato a suo dire abusivamente dall’erede degli originari assegnatari. Il contratto di locazione era stato stipulato decenni prima con il padre della signora, per poi essere volturato alla madre dopo la sua morte. L’erede sosteneva di avere il diritto di riscattare l’immobile, basandosi su una comunicazione inviata dall’ente al padre nel 1967, e ribadita nel 1970, che offriva la possibilità di acquisto. Tale richiesta di riscatto era stata però formalizzata dal genitore solo nel 1977 e reiterata nel 1986, senza mai ricevere riscontro. L’erede, dopo la morte della madre, aveva a sua volta richiesto il riconoscimento del diritto alla cessione.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto le pretese dell’erede, dichiarandola occupante abusiva e condannandola al rilascio dell’immobile. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La decisione della Corte sull’edilizia residenziale pubblica

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il motivo principale dell’inammissibilità risiede nella genericità del ricorso, che si limitava a denunciare una “violazione di norme di diritto” senza specificare quali norme sarebbero state violate né confrontarsi con le precise argomentazioni della sentenza d’appello.

Le motivazioni della Cassazione

Al di là degli aspetti procedurali, la Corte ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi cardine in materia di edilizia residenziale pubblica. In primo luogo, l’accettazione dell’offerta di acquisto, avvenuta a distanza di 10 e 7 anni dalle comunicazioni dell’ente, è stata correttamente qualificata non come un’accettazione valida, ma come una mera controproposta. Essendo una nuova proposta, essa avrebbe richiesto una specifica accettazione da parte dell’ente, che non è mai avvenuta.

Il punto cruciale della decisione, però, riguarda la natura del diritto alla cessione. La Corte ha richiamato il suo orientamento consolidato secondo cui, in tema di trasferimento di alloggi di edilizia residenziale pubblica, gli eredi dell’assegnatario non acquistano automaticamente il diritto di proprietà né vantano un titolo per ottenerne la cessione. Il trasferimento della proprietà può avvenire solo dopo una verifica della sussistenza di precise condizioni soggettive in capo al solo assegnatario originario. Di conseguenza, il diritto ad ottenere la cessione dell’alloggio non è trasmissibile per via successoria.

Inoltre, la Corte ha escluso anche il diritto al subentro automatico nel contratto di locazione. La normativa di settore, inclusa quella regionale richiamata nel ricorso, non prevede un automatismo, ma richiede la presenza di specifici requisiti legali. Nel caso di specie, i giudici di merito avevano accertato, con una valutazione di fatto non sindacabile in sede di legittimità, che l’erede non possedeva tali requisiti. Anzi, era emerso che l’alloggio si trovava in uno stato di totale abbandono, privo persino degli allacci alle utenze di luce e gas.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza un principio fondamentale: i benefici legati all’edilizia residenziale pubblica, come il diritto all’acquisto dell’alloggio, sono legati a requisiti soggettivi e finalità sociali che riguardano la persona dell’assegnatario. Tali diritti non entrano a far parte del patrimonio ereditario come un bene qualsiasi. Gli eredi non possono vantare una pretesa automatica né all’acquisto né alla continuazione del rapporto di locazione, ma devono dimostrare di possedere autonomamente i requisiti previsti dalla legge per l’assegnazione. Questa decisione serve da monito sulla necessità di adempiere tempestivamente alle procedure previste per il riscatto degli alloggi e chiarisce i limiti della successione nei diritti derivanti da rapporti di natura pubblica.

Il diritto di acquistare un alloggio di edilizia residenziale pubblica è ereditabile?
No, la Corte di Cassazione ha ribadito il suo orientamento consolidato secondo cui il diritto ad ottenere la cessione di un alloggio popolare non è trasmissibile in via successoria. È un diritto personale dell’assegnatario, subordinato alla verifica di specifici requisiti soggettivi.

Perché l’accettazione tardiva dell’offerta di acquisto non è stata considerata valida?
Perché, essendo stata comunicata a distanza di molti anni (10 e 7 anni) dalle offerte originarie dell’ente, non poteva essere considerata un’accettazione tempestiva. È stata invece qualificata come una nuova proposta (controproposta) da parte dell’assegnatario, che avrebbe richiesto una nuova e specifica accettazione da parte dell’ente, mai avvenuta.

L’erede di un assegnatario ha diritto a subentrare automaticamente nel contratto di locazione?
No, non sussiste un diritto al subentro automatico. La Corte ha chiarito che, anche in base alla normativa regionale, il subentro è subordinato alla sussistenza di specifici requisiti legali in capo a chi lo richiede. Nel caso specifico, è stato accertato che l’erede non possedeva tali requisiti, in quanto non abitava nell’alloggio, risultato addirittura in stato di abbandono.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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