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Eccezione incompetenza: guida alla corretta formulazione

Una società si oppone a un decreto ingiuntivo sollevando un’eccezione di incompetenza territoriale basata su una clausola contrattuale. Tuttavia, omette di contestare la competenza per altre pretese non coperte dalla clausola. La Corte di Cassazione stabilisce che un’eccezione incompetenza formulata in modo incompleto è inammissibile, radicando così la competenza presso il giudice originariamente adito. La decisione sottolinea l’importanza di una contestazione onnicomprensiva di tutti i criteri di competenza.

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Eccezione Incompetenza: Come Evitare l’Errore che Radica la Causa nel Foro Sbagliato

Nel processo civile, la corretta formulazione degli atti è fondamentale. Un errore procedurale può avere conseguenze drastiche, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame offre una lezione cruciale su come sollevare una eccezione incompetenza territoriale, evidenziando che una contestazione parziale equivale a una mancata contestazione, con il risultato di radicare la causa proprio davanti al giudice che si voleva evitare.

I Fatti del Caso: Un Contratto, Due Fonti di Obbligazione

La vicenda trae origine da un complesso rapporto commerciale. Una società tecnologica aveva concesso in affitto un ramo d’azienda a un’altra impresa, con un contratto che prevedeva una clausola di foro convenzionale esclusivo, indicando il Tribunale di Padova come unico competente per ogni controversia.

Successivamente, la società affittuaria otteneva un decreto ingiuntivo dal Tribunale di Piacenza per il pagamento di sette fatture. La società debitrice si opponeva, eccependo l’incompetenza territoriale del Tribunale di Piacenza in favore di quello di Padova, in virtù della clausola contrattuale.

L’analisi del giudice di primo grado rivelava però una particolarità: mentre cinque delle sette fatture erano effettivamente collegate al contratto di affitto d’azienda (e quindi soggette al foro di Padova), due di esse traevano origine da un distinto contratto di servizi, privo di qualsiasi clausola di deroga alla competenza. Nonostante ciò, il Tribunale di Piacenza, ravvisando una “evidente connessione oggettiva” tra tutte le pretese, declinava la propria competenza per l’intera causa, rimettendo tutto al Tribunale di Padova.

La Corretta Formulazione dell’Eccezione Incompetenza

La società creditrice impugnava questa decisione davanti alla Corte di Cassazione con un regolamento di competenza. La Suprema Corte ha ribaltato la decisione, concentrandosi non sulla connessione tra le cause, ma sulla corretta formulazione dell’eccezione incompetenza da parte della società debitrice.

Secondo l’art. 38 del codice di procedura civile, la parte che eccepisce l’incompetenza per territorio ha l’onere di contestare la competenza del giudice adito con riferimento a tutti i possibili criteri applicabili. Non basta indicare il foro che si ritiene competente; è necessario smontare, una per una, tutte le ragioni che potrebbero fondare la competenza del giudice che ha ricevuto l’atto.

Nel caso specifico, la società debitrice si era limitata a invocare il foro convenzionale di Padova, senza però contestare la competenza del Tribunale di Piacenza per le due fatture non coperte da tale clausola, che avrebbero potuto radicare la competenza in base ai criteri ordinari (es. luogo di pagamento).

Le Motivazioni della Corte: La Completezza è Tutto

La Cassazione ha chiarito un principio consolidato: l’eccezione di incompetenza formulata in modo incompleto deve considerarsi tamquam non esset, ovvero come se non fosse mai stata proposta. L’incompletezza non può essere sanata o integrata d’ufficio dal giudice.

Poiché l’eccezione era inefficace, la competenza del Tribunale di Piacenza si è consolidata e radicata per l’intera causa, comprese le cinque domande che, in teoria, sarebbero dovute andare a Padova. Il giudice, una volta che la sua competenza si è radicata a causa di un errore della parte, non può più spogliarsene, nemmeno in presenza di una clausola di foro esclusivo o di ragioni di connessione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

La decisione è un monito per tutti i difensori. Quando si intende sollevare un’eccezione di incompetenza territoriale, è imperativo svolgere un’analisi onnicomprensiva. Bisogna esaminare ogni singola pretesa dell’attore e contestare la competenza del giudice adito per ciascuna di esse, in base a tutti i criteri legali (foro generale delle persone fisiche e giuridiche, fori speciali, ecc.). Limitarsi a invocare un unico criterio, come un foro convenzionale, quando esistono altre domande non coperte da esso, costituisce un errore procedurale fatale che vanifica l’intera eccezione. In sostanza, una difesa parziale si traduce in una difesa nulla, con la conseguenza di dover discutere la causa davanti a un giudice che si riteneva, a ragione o a torto, non competente.

Come va formulata correttamente un’eccezione di incompetenza per territorio?
La parte che solleva l’eccezione deve contestare la competenza del giudice adito con riferimento a tutti i concorrenti criteri previsti dalla legge (artt. 18, 19, 20 cod. proc. civ.), non limitandosi a invocarne solo uno, e deve indicare specificamente quale altro giudice ritiene competente.

Cosa succede se l’eccezione di incompetenza è incompleta?
Se l’eccezione non contesta tutti i profili di competenza astrattamente applicabili alla controversia, essa è considerata giuridicamente inefficace (‘tamquam non esset’), come se non fosse mai stata proposta. Di conseguenza, la competenza del giudice inizialmente adito si radica e diventa incontestabile.

Può il giudice declinare la propria competenza per ragioni di connessione se l’eccezione della parte è inammissibile?
No. Se l’eccezione di incompetenza è inammissibile per incompletezza, la competenza del giudice adito si consolida per l’intera causa. Questo giudice non può più declinare la propria competenza in favore di un altro foro, neanche se quest’ultimo sarebbe competente per altre cause connesse.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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