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Eccezione inadempimento: quando è tardiva? La Cassazione

Una società acquirente non pagava l’anticipo per un veicolo, versando solo la caparra. La venditrice non consegnava il mezzo e, citata in giudizio, sollevava tardivamente l’eccezione di inadempimento. La Cassazione chiarisce che tale difesa è un’eccezione in senso stretto, soggetta a precisi termini di decadenza. Avendo la venditrice proposto la difesa oltre i termini, la Corte ha cassato la sentenza d’appello che l’aveva erroneamente considerata una mera difesa proponibile in ogni momento.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eccezione di inadempimento: quando è troppo tardi per difendersi?

In un recente provvedimento, la Corte di Cassazione ha offerto un’importante precisazione sulla natura e sui termini di proposizione dell’eccezione di inadempimento. Questa difesa, prevista dall’art. 1460 del codice civile, permette a una parte di un contratto di rifiutare la propria prestazione se la controparte non adempie alla sua. La questione centrale era stabilire se tale difesa fosse una semplice argomentazione, proponibile in ogni momento, o un’eccezione in senso stretto, soggetta a rigidi termini procedurali. La risposta della Corte ha implicazioni pratiche significative per chiunque si trovi in una disputa contrattuale.

I fatti del caso

La vicenda nasce da una proposta di acquisto di un veicolo da lavoro. Una società di autotrasporti (l’acquirente) si accordava con la società venditrice per un prezzo di 93.000 euro, da pagarsi tramite una permuta, una caparra di 5.000 euro e un anticipo del 15%. L’acquirente versava unicamente la caparra.

Di fronte al mancato pagamento dell’anticipo, la venditrice si rifiutava di consegnare il veicolo. L’acquirente, allora, citava in giudizio la venditrice chiedendo la risoluzione del contratto e la restituzione della caparra. La società venditrice si costituiva in giudizio in ritardo, sollevando in quella sede l’eccezione di inadempimento per giustificare la mancata consegna del mezzo.

Il percorso giudiziario e l’eccezione di inadempimento

Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda dell’acquirente, ritenendo che l’eccezione della venditrice fosse tardiva e quindi inammissibile. La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione, sostenendo che l’eccezione di inadempimento costituisse una ‘mera difesa’ e non un”eccezione in senso stretto’, e che quindi potesse essere sollevata senza limiti di tempo. Di conseguenza, riformava la sentenza, rigettando le richieste dell’acquirente.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’acquirente, cassando la sentenza d’appello. Il punto cruciale della decisione risiede nella qualificazione giuridica dell’eccezione di inadempimento. Contrariamente a quanto stabilito dalla Corte d’Appello, la Suprema Corte ha ribadito, in linea con la propria giurisprudenza consolidata, che essa costituisce un’eccezione in senso stretto (o in senso proprio).

Questo significa che non è una semplice contestazione dei fatti, ma l’allegazione di un ‘fatto impeditivo’ che paralizza la pretesa avversaria. È l’esercizio di un potere unilaterale che la legge riserva alla parte, la quale può scegliere se avvalersene o meno. Proprio per questa sua natura, la legge processuale ne subordina la validità al rispetto di precisi termini di decadenza.

Nello specifico, l’art. 167 del codice di procedura civile impone al convenuto di proporre tutte le sue difese, incluse le eccezioni processuali e di merito non rilevabili d’ufficio, nella comparsa di risposta da depositare almeno venti giorni prima dell’udienza. Poiché la società venditrice si era costituita tardivamente, era decaduta dal potere di sollevare validamente tale eccezione. L’argomentazione della Corte d’Appello, secondo cui il fatto (il mancato pagamento) era già presente agli atti, è stata ritenuta erronea: non basta che il fatto esista, è necessario che la parte interessata eserciti tempestivamente il potere di attribuirvi rilevanza giuridica come eccezione.

Le conclusioni

La sentenza chiarisce un principio fondamentale: l’eccezione di inadempimento non è un’arma difensiva da poter giocare in qualsiasi momento del processo. È un diritto che deve essere esercitato nei tempi e nei modi previsti dal codice di procedura civile. La tardiva costituzione in giudizio comporta la perdita di questa facoltà, con conseguenze potenzialmente decisive sull’esito della causa. Questa decisione sottolinea l’importanza di una strategia processuale tempestiva e attenta, ricordando che nel processo civile i tempi non sono un dettaglio, ma un elemento sostanziale della difesa.

Qual è la natura giuridica dell’eccezione di inadempimento secondo la Cassazione?
Secondo la Corte di Cassazione, l’eccezione di inadempimento prevista dall’art. 1460 c.c. è un’eccezione in senso stretto (o in senso proprio), e non una mera difesa.

Entro quale termine deve essere proposta l’eccezione di inadempimento?
Essendo un’eccezione in senso stretto, deve essere proposta dal convenuto, a pena di decadenza, nella comparsa di risposta depositata nei termini previsti dall’art. 167 del codice di procedura civile (almeno venti giorni prima della prima udienza).

Cosa succede se l’eccezione di inadempimento viene sollevata tardivamente in giudizio?
Se la parte si costituisce in giudizio tardivamente e solleva solo in quel momento l’eccezione, essa è inammissibile. La parte decade dal potere di farla valere e il giudice non potrà tenerne conto per decidere la controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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