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Eccezione in senso lato: quando è tempestiva?

La Corte di Cassazione chiarisce la distinzione tra eccezione in senso lato e stretto. In un caso tra un istituto di credito e un ente comunale, la Corte ha stabilito che un’eccezione basata sul mancato avveramento di una condizione contrattuale è un’eccezione in senso lato. Pertanto, è considerata tempestiva se i fatti su cui si fonda sono introdotti nel processo prima delle preclusioni istruttorie, anche se non formalizzata nell’atto di opposizione iniziale. L’appello della banca è stato respinto.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eccezione in Senso Lato: Guida Pratica alla Tempestività Processuale

Nel processo civile, i tempi e le modalità con cui si presentano le proprie difese sono fondamentali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale della strategia difensiva: la distinzione tra eccezione in senso lato e eccezione in senso stretto. Comprendere questa differenza può determinare l’esito di una causa, come dimostra un caso che ha visto contrapposti un importante istituto di credito e un ente comunale per una questione di esigibilità di un credito.

I Fatti del Caso: Un Credito Conteso tra Ente Pubblico e Istituto di Credito

La vicenda ha origine da una controversia tra una ditta appaltatrice e un Comune, conclusasi con un accordo transattivo. Tale accordo prevedeva il pagamento di una somma residua a saldo, a condizione che l’impresa realizzasse almeno il 65% dei lavori oggetto dell’appalto entro una data stabilita.

Successivamente, un istituto bancario, al quale la ditta aveva ceduto il proprio credito, otteneva un decreto ingiuntivo contro il Comune per il pagamento della somma residua. Il Comune si opponeva al decreto, inizialmente sollevando questioni sulla cedibilità del credito e sul rischio di un doppio pagamento a causa del fallimento della ditta appaltatrice.

Solo in un secondo momento, tramite un’istanza successiva, il Comune introduceva la difesa decisiva: il credito non era esigibile perché la condizione sospensiva (il completamento del 65% dei lavori) non si era mai verificata. L’istituto bancario, sia in primo grado che in appello, sosteneva che tale eccezione fosse tardiva, in quanto non formulata nell’atto di opposizione iniziale.

La Questione Giuridica sull’Eccezione in Senso Lato

Il cuore della controversia legale si è concentrato sulla natura dell’eccezione sollevata dal Comune. Si trattava di un’eccezione in senso stretto, soggetta a rigidi termini di decadenza e che doveva essere proposta sin dal primo atto difensivo, oppure di un’eccezione in senso lato, rilevabile anche d’ufficio dal giudice?

La banca sosteneva la prima tesi, affermando che la difesa del Comune era irrimediabilmente tardiva. Il Comune, al contrario, riteneva che la non esigibilità del credito fosse una circostanza che il giudice poteva e doveva considerare, essendo i fatti a suo fondamento emersi dagli atti processuali.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione al Comune, ritenendo l’eccezione tempestiva. Hanno considerato che la questione della non verificazione della condizione, pur introdotta dopo l’atto di opposizione, era entrata nel processo prima delle scadenze previste per il deposito di memorie e la formulazione di eccezioni non rilevabili d’ufficio. Di conseguenza, il decreto ingiuntivo è stato revocato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, investita del ricorso della banca, ha confermato la decisione della Corte d’Appello, rigettando le argomentazioni dell’istituto di credito. I giudici hanno chiarito in modo definitivo che la difesa basata sulla non esigibilità del credito per il mancato avveramento di una condizione sospensiva costituisce un’eccezione in senso lato.

Il principio cardine enunciato è che sono eccezioni in senso stretto (cioè rilevabili solo su istanza di parte entro termini perentori) solo quelle per cui la legge lo prevede espressamente. Tutte le altre difese, che si basano su fatti impeditivi, modificativi o estintivi del diritto vantato dalla controparte, rientrano nella categoria delle eccezioni in senso lato. Queste ultime possono essere rilevate anche d’ufficio dal giudice in qualsiasi momento del processo di primo grado, a condizione che i fatti costitutivi siano stati ritualmente e tempestivamente acquisiti al processo.

Nel caso specifico, il Comune aveva introdotto il fatto (il mancato completamento dei lavori) tramite un’istanza depositata prima del termine concesso dal giudice per sollevare le eccezioni non rilevabili d’ufficio. Pertanto, il fatto era legittimamente entrato nel thema decidendum e il giudice aveva il potere-dovere di valutarlo per decidere sulla fondatezza della pretesa creditoria.

La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili gli altri motivi di ricorso della banca, con cui si cercava di reinterpretare la clausola contrattuale come un semplice “termine di adempimento” e non come una “condizione sospensiva”. Tale argomentazione era stata introdotta per la prima volta in modo compiuto solo nelle fasi finali del giudizio d’appello, risultando quindi una questione nuova e, come tale, inammissibile in Cassazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sulla strategia processuale. Sancisce che non tutte le difese sono soggette alle stesse rigide preclusioni temporali. La corretta qualificazione di una difesa come eccezione in senso lato consente una maggiore flessibilità, purché i fatti a suo fondamento siano introdotti tempestivamente nel giudizio. Questo principio tutela la ricerca della verità sostanziale, permettendo al giudice di decidere sulla base di tutti gli elementi rilevanti emersi nel contraddittorio tra le parti. Per gli operatori del diritto, ciò significa che è fondamentale non solo formulare le eccezioni in modo tempestivo, ma anche assicurarsi che tutti i fatti rilevanti a sostegno della propria posizione siano introdotti nel processo prima che maturino le preclusioni istruttorie.

Qual è la differenza fondamentale tra un’eccezione in senso stretto e un’eccezione in senso lato?
Un’eccezione in senso stretto può essere sollevata solo dalla parte interessata entro termini perentori stabiliti dalla legge. Un’eccezione in senso lato, invece, si basa su fatti che impediscono, modificano o estinguono il diritto altrui e può essere rilevata anche d’ufficio dal giudice, purché i fatti a essa sottostanti siano stati regolarmente acquisiti nel processo.

Perché l’eccezione del Comune sulla non esigibilità del credito è stata considerata tempestiva?
È stata considerata tempestiva perché la Corte l’ha qualificata come un’eccezione in senso lato. Sebbene non inserita nell’atto di opposizione iniziale, il Comune ha introdotto i fatti a suo fondamento (il mancato avveramento della condizione) con un’istanza depositata prima della scadenza del termine per sollevare le eccezioni non rilevabili d’ufficio, rendendo così tali fatti disponibili per la valutazione del giudice.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i motivi di ricorso della banca sulla natura della clausola contrattuale?
La Corte li ha dichiarati inammissibili perché la banca ha sollevato per la prima volta in modo compiuto la questione interpretativa (se la clausola fosse un termine di adempimento e non una condizione sospensiva) solo nelle fasi avanzate del giudizio d’appello. L’unico motivo di appello iniziale, infatti, riguardava esclusivamente la presunta tardività dell’eccezione del Comune, non l’interpretazione del contratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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