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Eccezione di pagamento: quando è proponibile in appello

Una società committente, condannata a pagare le retribuzioni ai dipendenti di un’appaltatrice fallita, aveva proposto in appello un’eccezione di pagamento parziale effettuato da un ente terzo. La Corte d’Appello l’aveva rigettata come inammissibile. La Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che l’eccezione di pagamento è un’eccezione in senso lato, rilevabile anche d’ufficio e proponibile in appello se i fatti emergono dagli atti di causa, cassando la sentenza con rinvio.

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Eccezione di Pagamento: la Cassazione Apre le Porte alla Proponibilità in Appello

L’eccezione di pagamento rappresenta una delle difese più comuni nei contenziosi civili. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sulla sua natura processuale, stabilendo che può essere sollevata anche per la prima volta in appello, in quanto costituisce un’eccezione in senso lato. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per la gestione delle controversie relative a obbligazioni pecuniarie.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di un gruppo di lavoratori, ex dipendenti di una società di trasporti fallita, i quali hanno agito in giudizio contro la società committente per ottenere il pagamento delle retribuzioni non corrisposte, ai sensi dell’art. 1676 c.c. Sia in primo grado che in appello, i giudici avevano dato ragione ai lavoratori, condannando la società committente al pagamento delle somme richieste.

Durante il giudizio di appello, la società committente aveva sollevato una questione cruciale: una parte considerevole del debito era già stata estinta grazie all’intervento del Fondo di Garanzia gestito da un ente previdenziale. A sostegno di questa tesi, la società aveva depositato la documentazione che provava i pagamenti parziali, ottenuta solo nel corso del giudizio di primo grado.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello aveva dichiarato inammissibile tale difesa, qualificandola come un’eccezione nuova. Secondo i giudici di secondo grado, l’eccezione di pagamento parziale costituiva un’eccezione in senso stretto, che doveva essere formulata fin dal primo grado. La sua introduzione in appello, secondo la Corte territoriale, avrebbe comportato un’indagine su fatti nuovi, preclusa dall’art. 437 c.p.c.

L’Eccezione di Pagamento Secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato questa interpretazione. Accogliendo il ricorso della società, i giudici supremi hanno affermato un principio di diritto consolidato ma qui applicato con chiarezza: l’eccezione di pagamento non è un’eccezione in senso stretto, bensì in senso lato.

Questo significa che il pagamento, essendo un fatto estintivo del diritto di credito, può essere rilevato anche d’ufficio dal giudice in qualsiasi stato e grado del processo, a condizione che la prova di tale fatto sia regolarmente acquisita agli atti. Non si tratta, quindi, di una deduzione preclusa in appello, ma di un fatto il cui accertamento è necessario per determinare l’esatta misura del credito.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il pagamento ha efficacia estintiva di un rapporto giuridico indipendentemente dalla volontà della parte che lo allega. Di conseguenza, la sua deduzione integra un’eccezione in senso lato. Tale eccezione si distingue dalle mere difese, che si limitano a contestare la fondatezza della pretesa avversaria, e dalle eccezioni in senso stretto, che introducono fatti estintivi la cui valutazione è rimessa esclusivamente all’iniziativa della parte.

La Cassazione ha inoltre chiarito che la produzione di nuovi documenti in appello, sebbene generalmente vietata, è consentita quando questi siano ritenuti “indispensabili” ai fini della decisione, ovvero quando presentino un grado di decisività e certezza tali da poter condurre a un esito diverso della controversia. Nel caso di specie, la documentazione relativa ai pagamenti effettuati dall’ente previdenziale era fondamentale per stabilire l’effettiva entità del debito residuo.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento consolida un principio di fondamentale importanza pratica. La qualificazione dell’eccezione di pagamento come eccezione in senso lato garantisce che la decisione del giudice sia sempre aderente alla realtà sostanziale del rapporto controverso. Il giudice, anche in appello, ha il dovere di tenere conto di qualsiasi fatto estintivo del diritto che emerga dagli atti, assicurando così che nessuno venga condannato a pagare somme non più dovute. La sentenza impugnata è stata quindi cassata, e la causa rinviata alla Corte d’Appello per un nuovo esame che tenga conto dei pagamenti parziali documentati.

L’eccezione di pagamento può essere sollevata per la prima volta in appello?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’eccezione di pagamento, essendo un’eccezione in senso lato, può essere proposta anche in appello, a condizione che i fatti su cui si fonda risultino dagli atti di causa.

Qual è la differenza tra eccezione in senso stretto e in senso lato?
L’eccezione in senso stretto può essere sollevata solo dalla parte interessata entro termini perentori (es. primo atto difensivo). L’eccezione in senso lato, come quella di pagamento, può essere sollevata dalla parte in qualsiasi momento e può anche essere rilevata d’ufficio dal giudice.

Un pagamento parziale effettuato da un soggetto terzo estingue il debito del debitore originario?
Sì, secondo la sentenza, il pagamento parziale del debito effettuato da un soggetto terzo (in questo caso, un ente previdenziale) costituisce un fatto estintivo dell’obbligazione. Di conseguenza, il giudice deve tenerne conto per determinare l’importo residuo effettivamente dovuto dal debitore principale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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