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Eccezione di incompetenza: tutti i fori alternativi

Una professionista ottiene un decreto ingiuntivo contro la propria compagnia assicurativa, la quale solleva un’eccezione di incompetenza territoriale. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso della professionista, stabilendo che l’eccezione è inammissibile. La Corte chiarisce che la parte che eccepisce l’incompetenza deve contestare la sussistenza di tutti i fori alternativi previsti dalla legge, non solo quello della propria sede. La mancata contestazione completa rende l’eccezione tamquam non esset, radicando la competenza presso il giudice adito.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eccezione di Incompetenza Territoriale: Guida alla Corretta Formulazione

L’eccezione di incompetenza territoriale è uno strumento fondamentale nel processo civile, ma la sua formulazione richiede un’attenzione meticolosa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un’occasione preziosa per analizzare i requisiti di ammissibilità di tale eccezione, sottolineando come l’omessa contestazione di tutti i fori alternativi possibili possa renderla del tutto inefficace. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Dalla Richiesta di Manleva al Regolamento di Competenza

Una professionista, condannata al risarcimento danni nei confronti di un suo cliente per un inesatto adempimento professionale, agiva in via monitoria dinanzi al Tribunale di Napoli per ottenere la manleva dalla propria compagnia assicurativa. Ottenuto il decreto ingiuntivo, la società di assicurazioni proponeva opposizione, sollevando in via preliminare un’eccezione di incompetenza territoriale a favore del Tribunale di Milano.

La compagnia basava la propria eccezione su due argomenti principali:
1. Una clausola del contratto di assicurazione che indicava come foro esclusivo quello della residenza o sede del convenuto.
2. In subordine, le regole generali sulla competenza territoriale, che individuavano come foro competente quello della sede legale della società, appunto Milano.

Il Tribunale di Napoli accoglieva l’eccezione, declinava la propria competenza e revocava il decreto ingiuntivo. La professionista, ritenendo la decisione errata, proponeva ricorso per regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione dell’Eccezione di Incompetenza Territoriale

Il cuore della controversia verteva sulla validità e completezza dell’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalla compagnia assicurativa. La ricorrente sosteneva due tesi:
* Nullità della clausola contrattuale: La clausola che stabiliva il foro esclusivo era da considerarsi nulla perché, essendo una clausola vessatoria, non era stata specificamente approvata per iscritto con la “doppia sottoscrizione” prevista dagli artt. 1341 e 1342 del codice civile.
* Inammissibilità dell’eccezione generica: L’eccezione basata sulle regole generali era inammissibile perché incompleta. La compagnia, infatti, si era limitata a indicare il foro della propria sede legale (Milano), omettendo di contestare la sussistenza degli altri fori alternativi previsti dalla legge, in particolare quello previsto dall’art. 19, primo comma, seconda parte, c.p.c. (luogo in cui la società ha uno stabilimento e un rappresentante autorizzato a stare in giudizio).

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo entrambe le argomentazioni della professionista e dichiarando la competenza del Tribunale di Napoli.

La Nullità della Clausola del Foro Esclusivo

In primo luogo, i giudici hanno verificato che la clausola contrattuale sul “Foro competente” (Punto 8 del contratto) non rientrava tra quelle specificamente approvate per iscritto dall’assicurata. L’assenza della necessaria “doppia sottoscrizione” ha portato la Corte a dichiarare la nullità della clausola, privandola di ogni effetto. Di conseguenza, la competenza doveva essere determinata secondo le regole generali del codice di procedura civile.

L’Onere di Contestazione Completa nell’Eccezione di Incompetenza

Questo è il punto cruciale della decisione. Esclusa la validità del foro convenzionale, la Corte ha analizzato l’eccezione basata sui criteri legali. Ha ribadito un principio consolidato: la parte che solleva l’eccezione di incompetenza territoriale ha l’onere di contestare la sussistenza di tutti i fori concorrenti previsti dalla legge.

Nel caso di una persona giuridica, come la compagnia assicurativa, l’art. 19 c.p.c. prevede due criteri alternativi: il luogo dove ha la sede legale oppure il luogo dove ha uno stabilimento e un rappresentante autorizzato a stare in giudizio. La compagnia aveva indicato solo il primo (la sede a Milano), ma aveva omesso di contestare la possibile applicabilità del secondo criterio nel territorio di Napoli. Questa omissione ha reso l’eccezione incompleta.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La Corte ha concluso che un’eccezione di incompetenza territoriale incompleta deve essere considerata tamquam non esset, cioè come se non fosse mai stata proposta. L’effetto è il radicamento definitivo della competenza presso il giudice originariamente adito.

Questa ordinanza fornisce una lezione fondamentale per gli operatori del diritto: chi intende sollevare un’eccezione di incompetenza territoriale deve svolgere un’analisi esaustiva, indicando e contestando motivatamente tutti i possibili fori alternativi previsti dal codice. Una difesa superficiale o incompleta su questo punto non solo è destinata a fallire, ma consolida la giurisdizione del giudice che si voleva contestare, con un’inevitabile perdita di tempo e risorse.

Quando è inammissibile una eccezione di incompetenza territoriale sollevata da una società?
È inammissibile quando la società non contesta la sussistenza di tutti i fori alternativi previsti dalla legge. In particolare, ai sensi dell’art. 19 c.p.c., deve contestare non solo l’assenza di competenza basata sulla propria sede legale, ma anche l’eventuale esistenza, nel luogo del tribunale adito, di un proprio stabilimento con un rappresentante autorizzato a stare in giudizio per l’oggetto della domanda.

Una clausola contrattuale che stabilisce il foro competente esclusivo è sempre valida?
No. Secondo la decisione in esame, una clausola che stabilisce un foro esclusivo è considerata vessatoria e, per essere valida, deve essere specificamente approvata per iscritto dalla parte che la subisce, attraverso la cosiddetta “doppia sottoscrizione” ai sensi dell’art. 1341 c.c. In assenza di tale specifica approvazione scritta, la clausola è nulla e non produce effetti.

Quali sono le conseguenze di una eccezione di incompetenza territoriale formulata in modo incompleto?
Un’eccezione incompleta, che omette cioè di contestare tutti i possibili fori concorrenti, viene considerata come non proposta (tamquam non esset). La conseguenza diretta è che la competenza del giudice originariamente adito si consolida in modo definitivo, e il processo prosegue davanti a quel tribunale senza che la questione possa essere ulteriormente sollevata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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