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Eccezione di incompetenza: come formularla correttamente

Una società fornitrice ottiene un decreto ingiuntivo per una fattura non pagata. La società acquirente si oppone sollevando un’eccezione di incompetenza territoriale. Il Tribunale accoglie l’eccezione, ma la Corte di Cassazione ribalta la decisione. La Suprema Corte stabilisce che l’eccezione di incompetenza deve essere completa, contestando tutti i possibili fori concorrenti (incluso quello del luogo di esecuzione del contratto). Poiché l’eccezione sollevata era incompleta, viene considerata come non proposta, radicando definitivamente la competenza presso il giudice originariamente adito.

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Eccezione di Incompetenza: L’Errore da Non Commettere

Nel processo civile, sollevare una eccezione di incompetenza territoriale è una strategia difensiva comune, ma richiede una precisione assoluta. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda che un’eccezione formulata in modo incompleto è destinata a fallire, con la conseguenza di radicare la causa proprio davanti a quel giudice che si voleva evitare. Analizziamo insieme questa importante decisione per comprendere come evitare errori procedurali che possono costare caro.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un rapporto commerciale tra due società. Una società fornitrice, non avendo ricevuto il pagamento per una fornitura di merce del valore di circa 16.000 euro, otteneva un decreto ingiuntivo dal Tribunale di Ferrara. La società acquirente, tuttavia, proponeva opposizione al decreto, sollevando in via preliminare un’eccezione di incompetenza territoriale. A suo dire, il giudice competente non era quello di Ferrara, bensì quello di Siena, luogo in cui la società acquirente aveva la propria sede legale, in base al criterio generale del foro del convenuto (art. 19 c.p.c.).

Il Tribunale di Ferrara accoglieva l’eccezione, dichiarava la propria incompetenza e revocava il decreto ingiuntivo, indicando nel Tribunale di Siena il giudice competente a decidere la controversia.

L’Analisi dell’Eccezione di Incompetenza in Cassazione

Contro questa decisione, la società fornitrice ha proposto ricorso per regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione. Il punto cruciale del ricorso verteva sulla presunta incompletezza dell’eccezione sollevata dalla controparte. Secondo la ricorrente, la società acquirente si era limitata a contestare la competenza del Tribunale di Ferrara indicando solo il foro della propria sede, senza però contestare gli altri criteri di collegamento previsti dalla legge, in particolare quelli stabiliti dall’art. 20 c.p.c., ovvero il luogo dove il contratto è stato concluso e il luogo dove l’obbligazione (in questo caso, la consegna della merce) doveva essere eseguita.

La Regola della Completezza

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando un principio fondamentale in materia: l’eccezione di incompetenza per territorio derogabile deve essere completa. Questo significa che la parte che la solleva ha l’onere non solo di indicare il giudice che ritiene competente, ma anche di contestare la competenza del giudice adito con riferimento a tutti i possibili criteri concorrenti applicabili alla fattispecie.

Nel caso di obbligazioni contrattuali, i criteri di competenza sono molteplici e alternativi tra loro:
1. Il foro generale del convenuto (art. 19 c.p.c.).
2. Il foro del luogo in cui è sorta l’obbligazione (art. 20 c.p.c.).
3. Il foro del luogo in cui l’obbligazione deve essere eseguita (art. 20 c.p.c.).

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha chiarito che l’onere di completezza è un requisito di ammissibilità dell’eccezione stessa. Se il convenuto omette di contestare anche solo uno dei possibili profili di competenza, l’eccezione risulta inefficace. Di conseguenza, la competenza del giudice inizialmente adito si radica in modo definitivo, proprio in base al criterio non contestato.

Nel caso specifico, la società acquirente aveva contestato il foro di Ferrara basandosi sul proprio domicilio (Siena), ma non aveva negato che Ferrara potesse essere il luogo dove era sorta o doveva eseguirsi l’obbligazione contrattuale. Questa omissione è stata fatale. L’eccezione, essendo incompleta, è stata considerata dalla Corte come mai proposta.

La Corte ha inoltre precisato che l’incompletezza dell’eccezione è rilevabile d’ufficio, anche in sede di regolamento di competenza, a prescindere dal fatto che la controparte l’abbia tempestivamente eccepita nel corso del giudizio di merito. La formulazione dell’eccezione è un’attività che richiede un’esplicita e completa argomentazione, riferita sia alla contestazione di tutti i criteri, sia all’indicazione del giudice competente.

Le Conclusioni

La decisione in esame è un monito per gli operatori del diritto: la formulazione di una eccezione di incompetenza territoriale non può essere superficiale. È necessario un esame approfondito di tutti i criteri di collegamento previsti dal codice di procedura civile. Omettere la contestazione di anche un solo foro concorrente rende l’intera eccezione inefficace, con l’effetto paradossale di consolidare la competenza del giudice che si intendeva ricusare. La sentenza ha quindi cassato la decisione del Tribunale di Ferrara, dichiarando la competenza di quest’ultimo a proseguire nel giudizio.

Cosa rende ‘completa’ un’eccezione di incompetenza territoriale?
Un’eccezione è considerata completa quando la parte che la solleva contesta la competenza del giudice adito con riferimento a tutti i possibili criteri concorrenti previsti dalla legge (es. foro del convenuto, luogo di conclusione del contratto, luogo di esecuzione) e, al contempo, indica quale sia il giudice che ritiene competente.

Cosa accade se un’eccezione di incompetenza è formulata in modo incompleto?
Se l’eccezione è incompleta, ad esempio perché omette di contestare uno dei fori alternativi previsti dalla legge, essa viene considerata come non proposta. Di conseguenza, la competenza del giudice originariamente adito si consolida e non può più essere messa in discussione.

In una causa per il pagamento di una fornitura, quali fori deve contestare il debitore per sollevare una valida eccezione di incompetenza?
Il debitore deve contestare la competenza del giudice adito non solo in base al criterio del proprio foro (luogo della sede legale, secondo l’art. 19 c.p.c.), ma anche in base ai criteri speciali previsti dall’art. 20 c.p.c., ovvero negando che quel luogo sia quello in cui il contratto è stato concluso o quello in cui l’obbligazione doveva essere eseguita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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