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Eccezione di incompetenza: come formularla bene

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7873/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso in una causa relativa a un patto fiduciario per quote societarie. La decisione si fonda principalmente su vizi procedurali, tra cui una scorretta formulazione dell’eccezione di incompetenza territoriale, che non contestava tutti i fori alternativi previsti dalla legge. La Corte ha ribadito che tali eccezioni devono essere complete e specifiche e che il ricorso per cassazione non può mirare a un riesame dei fatti.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Societario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eccezione di Incompetenza: L’Errore Procedurale che Costa Caro

Nel processo civile, la forma è sostanza. Un’affermazione che trova piena conferma in una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 7873 del 22 marzo 2024. Il caso in esame, pur partendo da una complessa vicenda di patti fiduciari su quote societarie, è stato deciso sulla base di principi prettamente procedurali. In particolare, la Corte ha sanzionato con l’inammissibilità un ricorso contenente una eccezione di incompetenza territoriale formulata in modo incompleto, offrendo una lezione preziosa sull’importanza del rigore tecnico negli atti difensivi.

I Fatti di Causa: Un Patto Fiduciario Conteso

La vicenda giudiziaria ha origine da una domanda presentata da un soggetto (il fiduciante) per accertare l’esistenza di un negozio fiduciario. Egli sosteneva di aver concluso un accordo per l’intestazione fittizia delle quote di una S.r.l. a un altro soggetto (il fiduciario), con l’obbligo per quest’ultimo di ritrasferirgliene la titolarità. Il Tribunale di primo grado e la Corte d’Appello avevano dato ragione al fiduciante, riconoscendo l’esistenza del patto e la fondatezza della sua pretesa.

Il Ricorso in Cassazione e la cruciale eccezione di incompetenza

Il fiduciario, soccombente in entrambi i gradi di merito, ha proposto ricorso per cassazione basandolo su quattro motivi. Il primo, e più significativo dal punto di vista procedurale, riguardava la violazione delle norme sulla competenza territoriale. Il ricorrente sosteneva che il Tribunale adito fosse incompetente, ma la sua eccezione di incompetenza è stata giudicata inammissibile dalla Suprema Corte.

La ragione è netta: il convenuto, nel costituirsi in primo grado, aveva contestato la competenza del giudice basandosi solo sul foro generale delle persone fisiche (art. 18 c.p.c.), omettendo di contestare specificamente la competenza basata sui fori alternativi previsti dall’art. 20 c.p.c. (come il forum contractus, ovvero il luogo dove è sorta l’obbligazione). La Corte ha ricordato un principio consolidato: l’eccezione di incompetenza territoriale derogabile è un’eccezione in senso stretto, che deve essere sollevata dalla parte in modo completo e specifico nella sua prima difesa. Il giudice non può integrarla d’ufficio.

Gli Altri Motivi di Ricorso: Vizi Formali e Norme Superate

Anche gli altri tre motivi di ricorso sono stati dichiarati inammissibili.

1. Cessazione della materia del contendere: Il ricorrente sosteneva che la causa fosse terminata perché la società era stata cancellata dal registro delle imprese. La Corte ha ritenuto il motivo inammissibile perché non criticava adeguatamente la decisione d’appello (che già lo aveva respinto per aspecificità).
2. Legittimazione attiva e prova del patto: Gli ultimi due motivi contestavano la legittimazione ad agire del fiduciante e la prova del patto fiduciario.

Entrambi sono stati respinti per un errore formale dirimente: il ricorrente aveva invocato il vizio di “omessa, insufficiente e contraddittoria motivazione”, una formulazione che corrispondeva al vecchio testo dell’art. 360, n. 5, c.p.c., non più in vigore dal 2012. La Corte ha colto l’occasione per ribadire che tali motivi, così formulati, celavano un inammissibile tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sui fatti, compito che esula dalle funzioni della Cassazione.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione, nel dichiarare l’inammissibilità del ricorso, ha riaffermato alcuni principi cardine del diritto processuale. In primo luogo, la determinazione della competenza si basa esclusivamente sui fatti così come prospettati dall’attore nella sua domanda, senza alcuna indagine sul merito. In secondo luogo, l’eccezione di incompetenza deve essere esaustiva fin dal primo atto difensivo, contestando tutti i possibili criteri di collegamento che potrebbero radicare la competenza del giudice adito. Infine, la Corte ha sottolineato che il ricorso per cassazione non può essere utilizzato per sollecitare un nuovo esame delle prove o una riconsiderazione dei fatti, ma solo per denunciare violazioni di legge o vizi procedurali secondo le precise e attuali previsioni del codice.

Conclusioni

L’ordinanza in commento è un monito per gli operatori del diritto: la precisione e il rigore nella redazione degli atti processuali sono fondamentali. Un errore nella formulazione di un’eccezione o l’invocazione di una norma superata possono precludere l’esame nel merito delle proprie ragioni, con conseguenze decisive sull’esito della lite. La vicenda dimostra come la strategia difensiva debba essere curata non solo nella sostanza, ma anche e soprattutto nella forma, per superare il vaglio di ammissibilità dei gravami.

Come va formulata correttamente un’eccezione di incompetenza territoriale?
Secondo l’ordinanza, l’eccezione deve essere completa e specifica fin dalla prima difesa. Non è sufficiente contestare il foro generale (es. quello della residenza del convenuto), ma è necessario contestare anche tutti i fori alternativi applicabili al caso, come quello del luogo in cui il contratto è stato concluso o deve essere eseguito.

La cancellazione di una società dal registro delle imprese determina automaticamente la fine di una causa sulle sue quote?
L’ordinanza non risponde direttamente nel merito, ma dichiara inammissibile il motivo di ricorso su questo punto per difetto di specificità. Ciò suggerisce che la questione non è automatica e che l’interesse delle parti a una decisione può permanere anche dopo la cancellazione della società, ma il punto non viene approfondito dalla Corte.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e i fatti di una causa?
No. La Corte ribadisce che il suo ruolo non è quello di un terzo giudice di merito. Tentare di ottenere un riesame dei fatti, mascherandolo da vizio di motivazione (peraltro invocando una norma non più in vigore), è un’operazione destinata all’inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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