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Eccezione di incompetenza: come formularla bene

Un fideiussore ha citato in giudizio una società di gestione crediti. Quest’ultima ha sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale, accolta in primo grado. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che l’eccezione era inefficace perché incompleta: la convenuta non aveva contestato tutti i possibili fori concorrenti applicabili. La competenza è stata quindi confermata in capo al primo giudice adito.

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Pubblicato il 22 agosto 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eccezione di Incompetenza: La Cassazione Chiarisce i Requisiti di Validità

Nel processo civile, la scelta del giudice territorialmente competente è un passo fondamentale. Una delle prime difese che una parte convenuta può sollevare è proprio l’eccezione di incompetenza, sostenendo che la causa sia stata incardinata nel tribunale sbagliato. Tuttavia, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione, sollevare questa eccezione richiede un rigore formale assoluto. Un’omissione o un’incompletezza possono renderla del tutto inefficace, con conseguenze significative per l’esito della controversia.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Documenti e la Questione della Competenza

Il caso ha origine dalla richiesta di un fideiussore, che aveva garantito per una società, di ottenere la consegna di documentazione contrattuale bancaria da parte di una società di gestione crediti e della cessionaria del credito. L’azione legale è stata avviata presso il tribunale del luogo di residenza del fideiussore.

Le società convenute, nel costituirsi in giudizio, hanno eccepito l’incompetenza territoriale del tribunale adito. Sostenevano che il fideiussore non potesse essere qualificato come ‘consumatore’ e che, di conseguenza, la competenza spettasse ad altri tribunali (nella fattispecie, quelli di Siena e Verona). Il giudice di primo grado ha accolto questa eccezione, dichiarando la propria incompetenza e indicando alle parti di riassumere la causa altrove.

L’Analisi della Cassazione sull’Eccezione di Incompetenza

Il fideiussore, non condividendo la decisione, ha proposto regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione, insistendo sull’applicabilità del foro del consumatore. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ma per ragioni diverse da quelle sollevate dal ricorrente, rilevando d’ufficio un vizio fondamentale nell’atto di difesa delle società convenute.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha annullato l’ordinanza del primo giudice, dichiarando la competenza del tribunale originariamente adito, sulla base di due principi cardine.

Il primo e più importante motivo riguarda la formulazione dell’eccezione. La Corte ha ribadito un principio consolidato (richiamando la sentenza n. 3539/2014): quando una parte convenuta contesta la competenza territoriale, ha l’onere di contestare la sussistenza di tutti i possibili criteri di collegamento che potrebbero radicare la competenza presso il giudice adito. Nel caso specifico, le società convenute si sono limitate a negare la qualità di consumatore del fideiussore, senza però contestare gli altri fori generali previsti dal codice di procedura civile, come quello relativo alla presenza di una loro sede o stabilimento con rappresentante nella circoscrizione del tribunale adito (artt. 19 e 20 c.p.c.). Questa omissione ha reso l’eccezione incompleta e, pertanto, giuridicamente inesistente (tamquam non esset). Di conseguenza, la competenza del primo tribunale si è consolidata.

In secondo luogo, la Corte ha aggiunto un’ulteriore osservazione. Anche se, come sembrava emergere, i documenti richiesti fossero stati nel frattempo consegnati (facendo potenzialmente cessare la materia del contendere), il tribunale non avrebbe comunque potuto usare questo argomento per declinare la propria competenza. La questione della competenza deve essere decisa prima di quella del merito. Un giudice non può evitare di pronunciarsi sulla competenza basandosi su una presunta risoluzione della controversia nel merito.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre una lezione cruciale per gli operatori del diritto. La formulazione di un’eccezione di incompetenza territoriale non è un atto da prendere alla leggera. Richiede un’analisi completa e meticolosa di tutti i possibili criteri di competenza applicabili. La parte che intende contestare il foro scelto dall’attore deve farlo in modo onnicomprensivo, pena l’inefficacia totale della propria difesa su questo punto. La decisione riafferma che il rigore formale è una garanzia per la corretta amministrazione della giustizia e che la competenza, una volta radicata a causa di un’eccezione mal posta, non può essere messa in discussione.

Come va formulata una eccezione di incompetenza territoriale per essere valida?
La parte convenuta deve contestare la sussistenza di tutti i possibili fori concorrenti che potrebbero radicare la competenza presso il giudice adito, indicando per ciascuno il diverso giudice che ritiene competente. Non è sufficiente contestare un solo criterio di collegamento.

Cosa succede se l’eccezione di incompetenza è incompleta?
Se l’eccezione è incompleta, perché non contesta tutti i possibili criteri di competenza, essa viene considerata come se non fosse mai stata presentata (‘tamquam non esset’). Di conseguenza, la competenza del giudice originariamente adito si radica e non può più essere messa in discussione.

Può un giudice dichiararsi incompetente se la questione di merito sembra risolta?
No. Secondo la Corte, un giudice non può declinare la propria competenza territoriale basandosi su una supposta cessazione della materia del contendere. La decisione sulla competenza precede logicamente e proceduralmente qualsiasi valutazione sul merito della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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