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Eccezione di inadempimento: canone non dovuto alla P.A.

Un ente locale emetteva un’ingiunzione di pagamento a due operatori di taxi acqueo per il canone di utilizzo dei pontili. Gli operatori si opponevano, sollevando l’eccezione di inadempimento per le gravi carenze di sicurezza dei pontili. La Corte d’Appello accoglieva la loro tesi, ritenendo legittimo il rifiuto di pagare il canone a fronte dell’inadempimento dell’ente. La Corte di Cassazione ha poi dichiarato l’estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso da parte dell’ente stesso.

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Pubblicato il 5 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eccezione di inadempimento: legittimo non pagare il canone se il servizio della P.A. è insicuro

Quando si stipula un accordo con un Ente Pubblico, ci si aspetta che i servizi offerti siano all’altezza degli standard pattuiti, soprattutto in termini di sicurezza. Ma cosa succede se l’Ente non rispetta i suoi obblighi? È possibile rifiutarsi di pagare il canone dovuto? Una recente vicenda giudiziaria, conclusasi con un’ordinanza della Corte di Cassazione, offre spunti fondamentali sull’applicabilità dell’eccezione di inadempimento nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.

I Fatti di Causa

La controversia ha origine da un’ordinanza ingiunzione emessa da un importante Comune italiano nei confronti di due operatori di taxi acqueo, con la quale si richiedeva il pagamento di un canone forfettario di 1.500,00 euro per l’utilizzo dei pontili pubblici nell’anno 2014.

Gli operatori si sono opposti al pagamento, sostenendo che il Comune fosse venuto meno ai propri obblighi di manutenzione, rendendo i pontili non sicuri e inadeguati. In pratica, hanno sollevato l’eccezione di inadempimento, un principio secondo cui se una parte non adempie ai propri doveri, l’altra può legittimamente rifiutarsi di eseguire la propria controprestazione.

Il Percorso Giudiziario e l’eccezione di inadempimento

Il Tribunale di primo grado aveva respinto la richiesta degli operatori, ritenendo che il rapporto tra loro e il Comune non fosse di natura contrattuale, bensì di diritto pubblico, e che quindi il rimedio dell’eccezione di inadempimento fosse applicabile solo in casi di inadempienza gravissima e radicale, non riscontrata nel caso specifico.

Di parere opposto è stata la Corte d’Appello, che ha ribaltato la decisione. I giudici di secondo grado hanno riconosciuto l’esistenza di un nesso di interdipendenza giuridica tra l’obbligo di pagare il canone e l’onere del Comune di fornire pontili sicuri e adeguati. Secondo la Corte, il pagamento del canone non era una semplice tassa, ma il corrispettivo per un servizio specifico. Poiché una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) aveva accertato ‘carenze significative’ nella sicurezza dei pontili (mancanza di illuminazione, parapetti, salvagenti, etc.), il rifiuto degli operatori di pagare il canone era da considerarsi legittimo.

L’esito in Cassazione

L’Ente Locale ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza d’appello. Tuttavia, prima che la Corte potesse pronunciarsi nel merito, lo stesso Comune ha deciso di rinunciare al ricorso. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Sebbene non vi sia stata una pronuncia sul fondo della questione da parte della Suprema Corte, la decisione della Corte d’Appello rimane un punto di riferimento importante, consolidando l’applicabilità dell’eccezione di inadempimento anche nei rapporti di concessione con la Pubblica Amministrazione.

Le Motivazioni

La Corte d’Appello ha fondato la sua decisione sul principio di corrispettività. Ha stabilito che il canone pagato dagli operatori non era un tributo generico, ma era direttamente collegato all’uso esclusivo dei pontili e all’obbligo del Comune di mantenerli in uno stato idoneo a garantire il servizio in sicurezza. La delibera comunale stessa delineava questo legame, menzionando un ‘corrispettivo annuale per l’uso delle rive e dei pontili’.

La gravità dell’inadempimento del Comune è stata confermata non solo dalla CTU, ma anche dal fatto che l’ente preposto alla vigilanza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (SPISAL) aveva emesso delle prescrizioni per la messa in sicurezza dei pontili. Era irrilevante, secondo i giudici, che gli operatori avessero continuato a usare i pontili, poiché erano obbligati a farlo per contratto e non avevano alternative. Le carenze riscontrate, pur non impedendo l’uso assoluto, non consentivano un utilizzo ‘in sicurezza’ per gli operatori e per i clienti, legittimando così il rifiuto di adempiere alla propria obbligazione di pagamento.

Le Conclusioni

Questa vicenda sottolinea un principio fondamentale: anche nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, il cittadino o l’impresa non sono tenuti a pagare per un servizio che non rispetta gli standard di sicurezza e adeguatezza pattuiti. L’eccezione di inadempimento si rivela uno strumento di autotutela efficace per i concessionari, i quali possono legittimamente sospendere i pagamenti se l’ente concedente non garantisce la qualità e la sicurezza della prestazione a cui si è obbligato. La decisione rafforza la tutela del privato nei confronti della P.A., vincolando quest’ultima al rispetto puntuale dei propri doveri contrattuali.

Un operatore privato può rifiutarsi di pagare un canone di concessione se l’ente pubblico non fornisce un servizio adeguato?
Sì. Secondo la Corte d’Appello nel caso esaminato, se esiste un rapporto di corrispettività tra il pagamento del canone e la fornitura di un servizio, il concessionario può legittimamente sollevare l’eccezione di inadempimento e rifiutarsi di pagare qualora il servizio fornito dall’ente sia inadeguato, in particolare per carenze di sicurezza.

Quale livello di inadeguatezza giustifica il mancato pagamento?
Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto sufficienti delle ‘carenze significative’ che, pur non impedendo l’uso assoluto delle strutture (i pontili), non ne consentivano un utilizzo ‘in sicurezza’ per gli operatori e i clienti. La presenza di prescrizioni da parte degli organi di vigilanza sulla sicurezza sul lavoro ha ulteriormente confermato la gravità dell’inadempimento.

Il fatto che l’operatore abbia continuato a utilizzare il servizio, seppur carente, influisce sul suo diritto di non pagare?
No. La Corte d’Appello ha ritenuto irrilevante tale circostanza, poiché gli operatori erano contrattualmente obbligati a usare quei pontili specifici e non avevano alternative. L’obbligo di utilizzo non fa venir meno il diritto di ricevere un servizio sicuro e adeguato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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