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Eccezione di decadenza: quando va sollevata?

Un ente pubblico committente ha rescisso un contratto di appalto con un’impresa edile. Anni dopo, ha avviato un’azione legale per inadempimento. L’impresa ha eccepito la tardività dell’azione, ma la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso. La Corte ha stabilito che l’eccezione di decadenza non è rilevabile d’ufficio dal giudice e deve essere sollevata tempestivamente durante il processo di merito, non per la prima volta in sede di legittimità.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eccezione di Decadenza negli Appalti: Un’Arma da Usare al Momento Giusto

Quando si parla di contenziosi legali, i tempi sono tutto. Agire entro i termini previsti dalla legge è fondamentale per veder tutelati i propri diritti. Tuttavia, anche far valere la tardività dell’azione altrui richiede tempismo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: l’eccezione di decadenza deve essere sollevata nel corso del giudizio di merito e non può essere presentata per la prima volta davanti alla Suprema Corte. Questo principio è determinante, specialmente nel contesto complesso degli appalti pubblici.

I Fatti del Caso: Un Appalto Pubblico Controverso

La vicenda trae origine da un contratto di appalto stipulato nel 1993 tra un’impresa edile e un ente pubblico regionale (ATERP) per la costruzione di dodici alloggi. A seguito di presunti inadempimenti da parte dell’impresa, l’ente committente decideva di rescindere il contratto in autotutela nel 1995, notificando il provvedimento nel 1996.

Molti anni dopo, nel 2012, l’ATERP citava in giudizio l’appaltatore per ottenere il pagamento di una parte della cauzione non versata dall’assicuratore e la restituzione di un’anticipazione. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello davano ragione all’ente pubblico, condannando l’impresa. L’appaltatore, ritenendo l’azione dell’ente tardiva, decideva di ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’Eccezione di Decadenza

Il fulcro del ricorso dell’imprenditore si basava sulla presunta violazione di una norma che, a suo dire, imponeva all’ente pubblico di avviare l’azione giudiziaria entro un termine di 60 giorni dalla notifica del provvedimento di rescissione del contratto. Essendo l’azione iniziata solo nel 2012, a fronte di una notifica del 1996, l’impresa sosteneva che la domanda dell’ATERP fosse improponibile per intervenuta decadenza.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha dichiarato il motivo infondato, rigettando il ricorso e offrendo un’importante lezione di procedura civile.

L’Eccezione di Decadenza e la sua Natura

La Corte ha chiarito la natura del termine di decadenza in questione. Citando un proprio precedente consolidato (sentenza n. 17630/2007), ha spiegato che questo tipo di termine non è posto a tutela di un interesse pubblico superiore. Di conseguenza, la sua violazione non può essere rilevata d’ufficio dal giudice in qualsiasi stato e grado del processo.

Si tratta, invece, di un’eccezione in senso stretto, ovvero una difesa che rientra nella piena disponibilità delle parti. Questo significa che deve essere la parte interessata (in questo caso, l’appaltatore) a sollevarla esplicitamente e, soprattutto, tempestivamente.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: le eccezioni non rilevabili d’ufficio devono essere proposte nel giudizio di merito, ovvero in primo grado e in appello. Non è possibile, per la prima volta, presentarle in sede di legittimità, cioè davanti alla Cassazione. La Corte ha osservato che nel caso di specie, né dalla sentenza impugnata né dal ricorso stesso emergeva che l’appaltatore avesse sollevato l’eccezione di decadenza nelle fasi precedenti del processo. Avendo omesso di farlo, aveva perso la possibilità di far valere tale difesa.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce una regola fondamentale per chiunque sia coinvolto in un contenzioso: la strategia difensiva va costruita fin dal primo grado di giudizio. Tralasciare di sollevare un’eccezione come quella di decadenza nelle sedi opportune ne preclude l’utilizzo nelle fasi successive, anche se in astratto potrebbe essere fondata. Per gli operatori del diritto, ciò significa che un’analisi attenta e completa di tutte le possibili difese è cruciale fin dall’inizio del processo. Per le parti, è un monito a non dare per scontato che un giudice possa rilevare autonomamente ogni vizio dell’azione avversaria. La tempestività non è solo un requisito per chi agisce, ma anche per chi si difende.

Qual è il motivo principale per cui il ricorso dell’appaltatore è stato respinto?
Il ricorso è stato respinto perché l’eccezione di decadenza, relativa alla presunta tardività dell’azione legale dell’ente pubblico, non era stata sollevata dall’appaltatore durante le fasi di merito del processo (primo grado e appello), ma solo per la prima volta in Cassazione.

Un’eccezione di decadenza può essere sollevata per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione?
No. Secondo la sentenza, se la decadenza non è rilevabile d’ufficio dal giudice, l’eccezione deve essere proposta dalla parte interessata nel giudizio di merito. Non può essere sollevata per la prima volta in sede di legittimità.

Come viene qualificata dalla Corte la natura del termine di decadenza in questa materia?
La Corte, basandosi su precedenti giurisprudenziali, afferma che il termine di decadenza in questione non è posto a tutela di un interesse pubblico superiore. Pertanto, rientra nella disponibilità delle parti e la sua violazione deve essere eccepita dalla parte che ne ha interesse, non potendo essere rilevata d’ufficio dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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