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Eccesso di potere giurisdizionale: limiti del giudice

Una società titolare di una concessione esclusiva per il servizio di navetta portuale si è rivolta alla Corte di Cassazione, sostenendo che il Consiglio di Stato avesse commesso un eccesso di potere giurisdizionale annullando la sua concessione e ordinando l’indizione di una gara pubblica. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo valutare la legittimità degli atti di affidamento e disporre le misure correttive necessarie, come l’indizione di una gara, senza che ciò costituisca un’invasione della sfera discrezionale della Pubblica Amministrazione. La sentenza ribadisce l’importante principio dell'”effetto conformativo” delle sentenze di annullamento.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eccesso di potere giurisdizionale: la Cassazione definisce i confini del giudice amministrativo

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui limiti del sindacato del giudice amministrativo e sulla nozione di eccesso di potere giurisdizionale. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha chiarito quando l’intervento del giudice su una concessione pubblica non invade la sfera discrezionale della Pubblica Amministrazione, ma rappresenta un legittimo esercizio della funzione giurisdizionale. Il caso riguarda l’affidamento del servizio di navetta per i crocieristi in un importante porto italiano.

I Fatti di Causa: Dalla Concessione Esclusiva al Contenzioso

Una società di servizi portuali deteneva, dal 2005, una concessione diretta da parte dell’Autorità Portuale per il servizio di trasporto dei crocieristi dal porto alla stazione ferroviaria. Un’altra azienda, operatore turistico, ha impugnato dinanzi al TAR gli atti con cui l’Autorità Portuale regolava tale servizio, lamentando l’illegittimità dell’affidamento esclusivo e diretto.

Il TAR prima, e il Consiglio di Stato poi, hanno dato ragione all’operatore turistico, annullando i provvedimenti. Le ragioni erano duplici:
1. Incompetenza Funzionale: Il servizio in questione era qualificabile come trasporto pubblico di linea, di competenza esclusiva del Comune e non dell’Autorità Portuale.
2. Perdita dei Requisiti: La società concessionaria non possedeva più i requisiti per l’affidamento diretto, poiché l’Autorità Portuale aveva ceduto la sua quota di partecipazione minoritaria nella società.

Di conseguenza, il Consiglio di Stato ha non solo confermato l’annullamento, ma ha anche ordinato all’Autorità Portuale di indire una gara pubblica entro tre mesi per l’affidamento del servizio.

La Decisione della Corte: Nessun Eccesso di Potere Giurisdizionale

La società concessionaria ha impugnato la decisione del Consiglio di Stato dinanzi alla Cassazione, denunciando un triplice eccesso di potere giurisdizionale. A suo dire, il giudice amministrativo avrebbe:
* Invaso la giurisdizione del giudice ordinario, pronunciandosi sulla validità della convenzione di concessione.
* Sconfinato nella discrezionalità amministrativa, sostituendosi all’Autorità Portuale nel valutare la decadenza della concessione.
* Ecceduto i propri poteri ordinando l’indizione di una gara e dettandone tempi e modalità.

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi di ricorso, fornendo chiarimenti fondamentali sui limiti del sindacato giurisdizionale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha stabilito che il Consiglio di Stato non ha commesso alcun eccesso di potere giurisdizionale. In primo luogo, il giudice amministrativo non ha giudicato la validità del contratto originario (materia del giudice civile), ma la legittimità degli atti amministrativi successivi che hanno permesso la prosecuzione di un rapporto concessorio nonostante la palese incompetenza dell’ente concedente e la perdita dei requisiti soggettivi del concessionario. Questa valutazione rientra pienamente nella giurisdizione esclusiva amministrativa in materia di concessioni.

In secondo luogo, dichiarare l’illegittimità del servizio non ha significato invadere la discrezionalità della P.A. sulla revoca o decadenza. Il giudice ha semplicemente rilevato la presenza di cause ostative ed inderogabili all’affidamento diretto, effettuando un controllo di legittimità e non di merito.

Infine, l’ordine di indire una gara pubblica non è un’ingerenza indebita, ma costituisce il cosiddetto “effetto conformativo” della sentenza di annullamento. Una volta annullato l’affidamento illegittimo, il giudice ha il potere-dovere di indicare alla P.A. la via maestra per ripristinare la legalità, che in questo caso è la procedura ad evidenza pubblica. Si tratta di un criterio puramente conformativo che orienta la futura azione amministrativa senza esaurirne la discrezionalità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un principio cruciale: il controllo del giudice amministrativo non si ferma al mero annullamento dell’atto illegittimo. Attraverso l’effetto conformativo, la sentenza può e deve orientare la P.A. verso l’adozione di provvedimenti conformi a legge, specialmente in materie complesse come le concessioni pubbliche. La decisione chiarisce che ordinare una gara non è sostituirsi all’amministrazione, ma garantirne l’azione nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e concorrenza. Per le imprese, ciò significa avere la certezza che le illegittimità accertate in giudizio porteranno a conseguenze concrete e al ripristino delle corrette dinamiche di mercato.

Può il giudice amministrativo dichiarare illegittimo un affidamento diretto e ordinare una gara pubblica?
Sì. La Corte ha stabilito che rientra nei poteri del giudice amministrativo non solo annullare gli atti illegittimi, ma anche indicare alla Pubblica Amministrazione il percorso corretto da seguire, come l’indizione di una gara. Questo non è un eccesso di potere giurisdizionale, ma un “effetto conformativo” della sentenza.

La valutazione sulla perdita dei requisiti di un concessionario spetta al giudice o alla Pubblica Amministrazione?
Spetta al giudice amministrativo verificare se un concessionario possiede i requisiti di legge per l’affidamento. Secondo la sentenza, il rilievo della mancanza di requisiti soggettivi non è un’invasione della discrezionalità amministrativa, ma un controllo di legittimità sugli atti che hanno permesso la prosecuzione del rapporto.

Qual è la differenza tra giurisdizione di legittimità e di merito nel giudizio amministrativo?
La giurisdizione di legittimità riguarda il controllo sulla conformità degli atti amministrativi alla legge (es. incompetenza, violazione di legge). La giurisdizione di merito, invece, riguarda l’opportunità e la convenienza della scelta amministrativa. Il giudice amministrativo di regola esercita un controllo di legittimità e sconfina nel merito (commettendo eccesso di potere giurisdizionale) solo quando sostituisce la propria valutazione a quella, discrezionale, della PA.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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