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Eccesso di potere giurisdizionale: limiti al ricorso

Una candidata a un concorso pubblico, non ammessa alla prova orale, si è rivolta alla Corte di Cassazione dopo il rigetto dei suoi appelli amministrativi, lamentando un eccesso di potere giurisdizionale. Le Sezioni Unite hanno dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che il loro sindacato sulle decisioni del Consiglio di Stato è limitato alle violazioni dei limiti esterni della giurisdizione e non può estendersi al riesame del merito o a presunti errori di giudizio.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eccesso di potere giurisdizionale: quando il verdetto del Consiglio di Stato è definitivo?

La recente ordinanza n. 1/2024 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui confini tra le diverse giurisdizioni e sul concetto di eccesso di potere giurisdizionale. Il caso riguarda una candidata a un concorso pubblico che, dopo aver visto respingere i suoi ricorsi in sede amministrativa, ha tentato la via della Cassazione, ottenendo una declaratoria di inammissibilità che riafferma un principio cardine del nostro ordinamento: la Corte di Cassazione non è un giudice di terza istanza per le decisioni del Consiglio di Stato.

I Fatti del Caso

Una candidata partecipava a un concorso per Dirigenti Scolastici. Nonostante avesse ottenuto alla prova scritta un punteggio (65,60/100) superiore alla sufficienza generica (6/10), non veniva ammessa alla prova orale. Il bando di concorso, infatti, prevedeva una soglia di sbarramento più elevata, fissata a 70/100.
La candidata ha impugnato l’esclusione davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), che ha respinto il ricorso. Successivamente, ha proposto appello al Consiglio di Stato, il quale ha confermato la decisione di primo grado, ritenendo legittima la soglia più alta prevista dal bando e adeguata la valutazione della prova da parte della commissione.

Il Ricorso in Cassazione per Eccesso di Potere Giurisdizionale

Non soddisfatta, la candidata si è rivolta alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, denunciando un eccesso di potere giurisdizionale e un diniego di giustizia. A suo dire, il Consiglio di Stato avrebbe errato nell’attribuirle un punteggio sbagliato (65,60 anziché 65,50) e nel non considerare le sue censure relative all’atomizzazione della valutazione anziché a un giudizio complessivo. Sostanzialmente, la ricorrente lamentava che la sentenza del Consiglio di Stato non fosse pertinente al suo caso, quasi come se fosse frutto di un errore materiale, e che i giudici amministrativi avessero esercitato il loro potere in modo anomalo.

I Limiti del Sindacato sull’Eccesso di Potere Giurisdizionale

Le Sezioni Unite hanno dichiarato il ricorso inammissibile, cogliendo l’occasione per tracciare con nettezza i confini del proprio intervento. La Corte ha ribadito che il ricorso per motivi inerenti alla giurisdizione, previsto dall’art. 111 della Costituzione, non può essere utilizzato per contestare errori di giudizio (error in iudicando) o procedurali (error in procedendo) commessi dal giudice speciale.
Il sindacato della Cassazione è limitato ai cosiddetti “limiti esterni” della giurisdizione. Si ha eccesso di potere giurisdizionale solo in casi eccezionali:
1. Difetto assoluto di giurisdizione: quando il giudice amministrativo decide su una materia che non può formare oggetto di cognizione giurisdizionale (sfera riservata al legislatore o all’amministrazione).
2. Difetto relativo di giurisdizione: quando il giudice amministrativo decide una controversia spettante a un’altra giurisdizione (ad esempio, quella ordinaria o contabile).
3. Stravolgimento o interpretazione abnorme: quando il giudice interpreta le norme processuali in modo talmente anomalo da negare di fatto la tutela giurisdizionale.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha spiegato che le doglianze della ricorrente non rientravano in nessuna di queste ipotesi. Il Consiglio di Stato ha esercitato pienamente la sua funzione, valutando la legittimità della procedura concorsuale e dei criteri applicati dalla commissione. Ha operato all’interno dei confini della propria giurisdizione. Anche se avesse commesso degli errori nell’interpretare i fatti o le norme, questi sarebbero errori di giudizio, sindacabili solo all’interno del processo amministrativo e non attraverso un ricorso in Cassazione per eccesso di potere.
Inoltre, la Corte ha sottolineato che il sindacato del giudice amministrativo sulle valutazioni tecniche delle commissioni di concorso è ammesso solo per vizi di manifesta illogicità o travisamento del fatto, senza invadere il merito della discrezionalità tecnica. Il Consiglio di Stato, nel caso di specie, si è attenuto a questo principio, e la sua decisione non costituisce né un’invasione del merito amministrativo né un diniego di giustizia.

le conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per la stabilità del sistema giudiziario: la nomofilachia (cioè il compito di assicurare l’uniforme interpretazione della legge) all’interno della giurisdizione amministrativa spetta al Consiglio di Stato. Il ricorso alle Sezioni Unite per motivi di giurisdizione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito della controversia. Per i cittadini e i professionisti, ciò significa che, una volta esauriti i rimedi interni alla giustizia amministrativa, la decisione del Consiglio di Stato è, di regola, definitiva e non può essere messa in discussione per presunti errori di valutazione davanti a un altro ordine giurisdizionale.

Quando una decisione del Consiglio di Stato può essere impugnata davanti alla Corte di Cassazione per eccesso di potere giurisdizionale?
Soltanto quando il giudice amministrativo viola i “limiti esterni” della sua giurisdizione, ad esempio invadendo le competenze del potere legislativo, della pubblica amministrazione o di un altro ordine di giudici (come quello ordinario). Non è possibile impugnarla per contestare semplici errori di valutazione dei fatti o di interpretazione della legge.

Una valutazione tecnica di una commissione di concorso pubblico può essere contestata davanti al giudice amministrativo?
Sì, il giudice amministrativo può esaminare le valutazioni tecniche delle commissioni, ma il suo controllo è limitato a verificare la presenza di vizi di manifesta illogicità, irragionevolezza o travisamento dei fatti. Non può sostituire la propria valutazione a quella, discrezionale, della commissione.

In questo caso, la Corte di Cassazione ha riscontrato un diniego di giustizia da parte del Consiglio di Stato?
No, la Corte ha escluso il diniego di giustizia. Ha ritenuto che il Consiglio di Stato abbia esercitato la propria funzione decidendo sulle censure proposte dalla ricorrente. Un eventuale errore nel giudizio non equivale a un rifiuto di decidere e rientra nella normale attività giurisdizionale, non sindacabile dalle Sezioni Unite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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