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Eccesso di potere: Cassazione fissa i limiti del giudice

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’impresa edile avverso una decisione del Consiglio di Stato in materia di appalti pubblici. L’impresa lamentava un eccesso di potere giurisdizionale, sostenendo che il giudice amministrativo avesse invaso la sfera di discrezionalità della pubblica amministrazione. La Corte ha ribadito che il ricorso per motivi di giurisdizione è ammissibile solo in caso di difetto assoluto di potere del giudice, e non per presunti errori nell’applicazione della legge. La decisione del Consiglio di Stato, che ordinava una nuova valutazione dell’offerta dell’impresa ricorrente ma confermava quella della concorrente, è stata ritenuta un legittimo esercizio di controllo di legittimità, non un’invasione del merito amministrativo.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eccesso di Potere Giurisdizionale negli Appalti: la Cassazione Fissa i Limiti

L’eccesso di potere giurisdizionale rappresenta una delle questioni più delicate nel rapporto tra giustizia e pubblica amministrazione. Quando un giudice, nel decidere una controversia, può dirsi che abbia invaso la sfera di competenza riservata alla P.A.? Una recente ordinanza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione offre un’importante lezione su questo tema, tracciando una linea netta tra il legittimo controllo di legalità e l’indebita ingerenza nel merito delle scelte amministrative, specialmente nel contesto complesso degli appalti pubblici.

Il Caso: Una Gara d’Appalto per un Grande Evento Sportivo

La vicenda nasce da una gara d’appalto indetta da un ente pubblico per l’adattamento e la ristrutturazione di un impianto sportivo destinato a un evento internazionale. Alla procedura partecipano solo due concorrenti. La vittoria viene inizialmente assegnata a un’impresa costruttrice, ma la seconda classificata, un’associazione temporanea di imprese (ATI), impugna l’aggiudicazione. Il tribunale amministrativo regionale (T.R.G.A.) accoglie parzialmente sia il ricorso principale dell’ATI sia quello incidentale dell’impresa vincitrice. Successivamente, l’amministrazione, a seguito di una nuova valutazione, conferma l’aggiudicazione alla prima impresa. L’ATI appella la decisione al Consiglio di Stato, che ribalta la situazione: accoglie l’appello dell’ATI e respinge quello dell’impresa vincitrice, annullando di fatto la sua vittoria e stabilendo principi per la successiva azione amministrativa.

La Decisione del Consiglio di Stato e il Presunto Eccesso di Potere Giurisdizionale

Sentendosi lesa, l’impresa originariamente vincitrice ricorre alle Sezioni Unite della Cassazione, sostenendo che il Consiglio di Stato abbia commesso un eccesso di potere giurisdizionale. La tesi della ricorrente è che il giudice amministrativo non si sarebbe limitato a un controllo di legittimità, ma avrebbe invaso la sfera di discrezionalità tecnica della stazione appaltante. In particolare, avrebbe ‘cristallizzato’ la valutazione positiva dell’offerta tecnica dell’ATI, impedendo all’amministrazione una nuova e completa riconsiderazione, e avrebbe prefigurato la possibilità per l’ATI di ‘subentrare’ nei lavori, sostituendo di fatto la propria volontà a quella dell’ente pubblico.

Le Motivazioni della Cassazione

Le Sezioni Unite dichiarano il ricorso inammissibile, cogliendo l’occasione per ribadire i confini del proprio sindacato sulle decisioni del Consiglio di Stato. La Corte Suprema chiarisce che il vizio di eccesso di potere giurisdizionale è configurabile solo in due ipotesi estreme:
1. Difetto assoluto di giurisdizione: quando un giudice si occupa di una materia che non può essere oggetto di cognizione giurisdizionale, in quanto riservata al legislatore o alla discrezionalità pura dell’amministrazione.
2. Difetto relativo di giurisdizione: quando un giudice invade la sfera di competenza di un’altra giurisdizione (ad esempio, quella ordinaria o contabile).

Qualsiasi altro errore, compresa un’errata interpretazione o applicazione di norme di legge (il cosiddetto error in iudicando), non costituisce un vizio di giurisdizione, ma attiene al modo in cui il potere è stato esercitato e, come tale, non è sindacabile dalla Cassazione. Nel caso di specie, il Consiglio di Stato non ha sostituito la propria valutazione a quella della P.A., ma ha esercitato il suo potere di annullamento, censurando l’illegittimità della valutazione operata nei confronti dell’impresa ricorrente. Ha quindi ordinato all’amministrazione di effettuare una nuova valutazione alla luce dei principi affermati, mantenendo ferma la valutazione sull’offerta dell’ATI in quanto non oggetto di censure valide. Questo, secondo la Cassazione, rientra pienamente nei limiti del controllo di legittimità e non costituisce un’invasione del merito amministrativo. L’amministrazione, infatti, conservava il potere-dovere di procedere a una nuova aggiudicazione all’esito della rinnovata valutazione.

Le Conclusioni: i Confini Invalicabili tra Giudice e Amministrazione

La decisione riafferma un principio cardine del nostro ordinamento: il giudice amministrativo è il custode della legalità dell’azione pubblica, non un amministratore sostituto. Il suo compito è verificare che la P.A. abbia agito nel rispetto della legge e dei principi di logicità e ragionevolezza, non di decidere quale sia la scelta migliore nel merito. L’eccesso di potere giurisdizionale si configura solo quando il giudice valica i confini esterni della sua funzione, arrogandosi poteri che la legge non gli conferisce. Un’eventuale interpretazione errata delle norme di gara o del diritto amministrativo da parte del Consiglio di Stato costituisce un errore di giudizio, non sindacabile in sede di legittimità per motivi di giurisdizione. Questa pronuncia consolida la certezza del diritto, chiarendo che le decisioni della giustizia amministrativa sono definitive sul merito, salvo i rari casi di sconfinamento in altre sfere di potere.

Quando si verifica un eccesso di potere giurisdizionale?
Si verifica solo quando un giudice si pronuncia in materie riservate esclusivamente al legislatore o alla discrezionalità amministrativa (difetto assoluto), oppure quando invade la sfera di competenza di un’altra giurisdizione, come quella ordinaria (difetto relativo).

Il giudice amministrativo può sostituire la propria valutazione a quella della commissione di gara in un appalto pubblico?
No, il giudice amministrativo non può sostituirsi alla Pubblica Amministrazione compiendo una valutazione di merito sull’opportunità o convenienza di un atto. Il suo compito è un controllo di legittimità, ovvero verificare che l’azione amministrativa sia conforme alla legge e non viziata da illogicità o irragionevolezza.

Un’errata applicazione della legge da parte del Consiglio di Stato può essere contestata davanti alla Cassazione per eccesso di potere?
No. Un’eventuale errata interpretazione o applicazione di norme (error in iudicando o in procedendo) non costituisce un eccesso di potere giurisdizionale, ma un errore di giudizio che non rientra tra i motivi per cui si può ricorrere alle Sezioni Unite avverso le decisioni del Consiglio di Stato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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