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Doppio licenziamento: quando il secondo è inefficace

Un lavoratore ha ricevuto due licenziamenti. Il primo è stato infine confermato come legittimo e definitivo. La Corte di Cassazione ha analizzato il secondo licenziamento, dichiarandolo definitivamente inefficace perché il rapporto di lavoro era già cessato a causa del primo. Il caso chiarisce i principi che regolano un doppio licenziamento e le conseguenze procedurali quando il primo licenziamento diventa definitivo nel corso del contenzioso relativo al secondo.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Doppio Licenziamento: la Cassazione Chiarisce l’Inefficacia del Secondo Recesso

Il tema del doppio licenziamento rappresenta una questione complessa nel diritto del lavoro, che interseca dinamiche sostanziali e procedurali. Un datore di lavoro può licenziare una seconda volta un dipendente che ha già impugnato un primo recesso? Con la sentenza n. 2274 del 2024, la Corte di Cassazione torna sull’argomento, fornendo chiarimenti cruciali sulla legittimità e, soprattutto, sull’efficacia del secondo atto di recesso quando il primo diventa definitivo.

I Fatti di Causa: Il Contesto del Doppio Licenziamento

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un funzionario pubblico, destinatario di due distinti licenziamenti disciplinari da parte della sua amministrazione. Il primo licenziamento, motivato da una consulenza indebita, è stato impugnato dal lavoratore. Parallelamente, l’amministrazione ha notificato un secondo licenziamento per altri comportamenti abusivi.

La vicenda processuale si è articolata su due fronti: mentre il primo licenziamento veniva confermato in primo grado e l’appello dichiarato inammissibile, il giudizio sul secondo licenziamento procedeva separatamente. La Corte d’Appello, investita della questione, aveva dichiarato l’inefficacia del secondo licenziamento, ritenendolo subordinato all’esito del primo. Contro questa decisione, sia l’ente datore di lavoro che il lavoratore hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione sul Doppio Licenziamento e il Giudicato Sopravvenuto

Il punto focale della sentenza della Cassazione è l’impatto di un evento determinante avvenuto durante il giudizio: il primo licenziamento è diventato definitivo (passato in giudicato) a seguito di una precedente pronuncia della stessa Cassazione che ne ha confermato la legittimità.

Questo evento ha causato una “sopravvenuta carenza di interesse” per entrambe le parti. Con il rapporto di lavoro definitivamente cessato a causa del primo licenziamento, una pronuncia sulla legittimità del secondo non avrebbe più alcuna utilità pratica. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato inammissibili sia il ricorso principale dell’amministrazione che quello incidentale del lavoratore.

L’Autonomia del Secondo Licenziamento

Nonostante la declaratoria di inammissibilità, la Corte ha colto l’occasione per ribadire i principi che governano il doppio licenziamento. Ha chiarito che un secondo licenziamento, fondato su una causa o un motivo diverso dal primo, è un atto del tutto autonomo e legittimo. Tuttavia, la sua efficacia è condizionata: esso può produrre i suoi effetti solo se il primo licenziamento viene dichiarato invalido o inefficace.

In pratica, il secondo licenziamento nasce come un atto “dormiente”, destinato a diventare operativo solo in caso di annullamento del primo. Il giudice che valuta il secondo licenziamento non può dichiararlo inefficace basandosi su una decisione non ancora definitiva relativa al primo, ma deve pronunciarsi sulla sua legittimità nel merito.

Il Principio dell’Apparenza e le Regole Processuali

La Corte ha anche esaminato il ricorso del lavoratore, giudicandolo infondato sulla base del “principio dell’apparenza” e dell'”ultrattività del rito”. Il lavoratore si doleva del rito processuale seguito, ma la Cassazione ha ricordato che, una volta incardinato un giudizio secondo un determinato rito (anche se erroneamente), le parti sono tenute a seguirne le forme e i termini per le impugnazioni. L’appello del lavoratore contro la sentenza di primo grado era stato infatti proposto oltre i termini previsti dal rito applicato, rendendolo correttamente inammissibile.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione motiva la sua decisione di inammissibilità sulla base della cessazione dell’interesse delle parti a una pronuncia di merito. Poiché il primo licenziamento è divenuto irrevocabile, il rapporto di lavoro è terminato. Di conseguenza, una decisione sulla validità del secondo licenziamento non avrebbe alcun effetto concreto. Tuttavia, ai fini della regolamentazione delle spese legali, la Corte ha effettuato una valutazione “virtuale” della fondatezza dei ricorsi. Ha concluso che il ricorso dell’ente pubblico era originariamente fondato, poiché il secondo licenziamento è un atto autonomo la cui legittimità andava accertata nel merito, non potendo essere dichiarato inefficace sulla base di una pronuncia non definitiva sul primo. Al contrario, il ricorso del lavoratore è stato ritenuto infondato per ragioni procedurali, consolidando la sua posizione di soccombenza virtuale e giustificando la condanna al pagamento delle spese.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza ribadisce che un datore di lavoro può legittimamente intimare un doppio licenziamento. Il secondo recesso, se basato su motivi diversi, è un atto autonomo la cui efficacia è sospensivamente condizionata all’annullamento del primo. La stabilità della relazione giuridica si definisce solo con il passaggio in giudicato della sentenza sul primo licenziamento. Se questo viene confermato, il secondo diventa definitivamente inefficace. Se viene annullato, il secondo può produrre i suoi effetti. La pronuncia sottolinea anche l’importanza del rispetto delle forme procedurali, che non possono essere modificate dalle parti nel corso del giudizio.

È possibile per un datore di lavoro intimare un secondo licenziamento a un dipendente già licenziato?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che è legittimo intimare un secondo licenziamento, purché sia fondato su una causa o un motivo diverso dal primo. Questo secondo atto è considerato autonomo e distinto dal precedente.

Quali sono gli effetti di un secondo licenziamento se il primo viene impugnato?
Il secondo licenziamento rimane in uno stato di pendenza. È destinato a produrre effetti solo nel caso in cui il primo licenziamento venga riconosciuto invalido o inefficace da una sentenza. Fino a quel momento, è il primo licenziamento a determinare la (provvisoria) cessazione del rapporto.

Cosa succede al processo sul secondo licenziamento se il primo diventa definitivo?
Se una sentenza definitiva (passata in giudicato) conferma la legittimità del primo licenziamento, il rapporto di lavoro si considera definitivamente risolto da tale data. Di conseguenza, il secondo licenziamento diventa definitivamente inefficace e viene meno l’interesse delle parti a ottenere una pronuncia sulla sua legittimità, portando all’inammissibilità del relativo giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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