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Doppia trattenuta fiscale TFR: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito l’illegittimità della prassi di un ente previdenziale di applicare una seconda trattenuta fiscale sul TFR e sulle ultime mensilità erogate dal Fondo di Garanzia, quando i lavoratori avevano già ottenuto un titolo esecutivo per le somme nette. Secondo la Corte, l’ente, pur essendo sostituto d’imposta, deve calcolare le imposte sul valore lordo della prestazione, evitando una illegittima doppia imposizione a danno del lavoratore.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

TFR e Fondo di Garanzia: Stop alla Doppia Trattenuta Fiscale

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione cruciale per molti lavoratori: l’illegittimità della doppia trattenuta fiscale operata dall’ente previdenziale sul Trattamento di Fine Rapporto (TFR) erogato dal Fondo di Garanzia. Questa decisione chiarisce che l’ente non può applicare una seconda ritenuta su somme che i lavoratori hanno già richiesto e ottenuto in via giudiziale al netto delle imposte.

I Fatti del Caso: Il Calcolo Errato dell’Istituto Previdenziale

Il caso ha origine dalla richiesta di alcuni lavoratori che, a seguito dell’insolvenza del proprio datore di lavoro, si sono rivolti al Fondo di Garanzia per ottenere il pagamento del TFR e delle ultime mensilità. I lavoratori avevano già ottenuto dei decreti ingiuntivi che quantificavano il loro credito nei confronti dell’azienda per un importo netto.

L’ente previdenziale, intervenendo in surroga, ha liquidato le spettanze ma ha commesso un errore cruciale: ha considerato le somme nette indicate nei decreti ingiuntivi come se fossero lorde e ha applicato su di esse le ritenute fiscali previste per legge. Il risultato è stato un pagamento inferiore a quello dovuto, poiché i lavoratori hanno subito di fatto una doppia trattenuta fiscale.

La Decisione della Cassazione contro la doppia trattenuta fiscale

Sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione ai lavoratori, condannando l’ente a versare la differenza. L’istituto ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo di aver agito correttamente in qualità di sostituto d’imposta.

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le sentenze precedenti. Gli Ermellini hanno ribadito un principio fondamentale: sebbene l’ente previdenziale abbia l’obbligo di operare come sostituto d’imposta, il suo intervento non può tradursi in un illegittimo pregiudizio per il lavoratore, che non deve essere assoggettato due volte alla stessa trattenuta di natura fiscale.

La Procedura Corretta da Seguire

La Corte ha delineato con chiarezza la procedura contabile che l’ente deve seguire in questi casi. Anche quando la richiesta del lavoratore si basa su un titolo esecutivo che indica un importo netto, l’istituto deve:

1. “Gross-up”: Convertire la somma netta richiesta nell’importo lordo corrispondente.
2. Calcolo della Ritenuta: Calcolare su tale importo lordo le trattenute fiscali dovute per legge.
3. Liquidazione: Liquidare al lavoratore la somma netta corretta, che deve corrispondere a quella originariamente richiesta.

Questo procedimento garantisce sia l’adempimento dell’obbligo fiscale da parte dell’ente, sia il diritto del lavoratore a ricevere l’intera somma netta a cui ha diritto.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sul bilanciamento di due principi. Da un lato, la natura previdenziale della prestazione del Fondo di Garanzia e l’obbligo dell’ente di agire come sostituto d’imposta. Dall’altro, il divieto di sottoporre un lavoratore a una doppia trattenuta fiscale sullo stesso emolumento. Il meccanismo voluto dalla legge è inequivocabile e non legittima l’ente a pretendere che un lavoratore paghi due volte le imposte. La prestazione del Fondo, pur essendo autonoma rispetto al credito originario verso il datore di lavoro, deve essere calibrata in modo da non penalizzare il beneficiario. La Corte ha richiamato precedenti pronunce (Cass. n. 8517/2023 e n. 23515/2024), consolidando un orientamento ormai chiaro in materia.

Le Conclusioni

Questa sentenza rappresenta una vittoria importante per la tutela dei diritti dei lavoratori. Stabilisce che l’intervento del Fondo di Garanzia non può mai risolversi in una diminuzione ingiustificata delle somme spettanti. I lavoratori che si trovano in situazioni analoghe, con decreti ingiuntivi per somme nette, possono ora fare affidamento su un principio giuridico solido per opporsi a eventuali calcoli errati da parte dell’ente previdenziale. La decisione impone all’ente un maggiore rigore contabile, obbligandolo a effettuare la conversione da netto a lordo per determinare correttamente le imposte, senza applicare detrazioni indebite.

L’ente previdenziale può applicare le ritenute fiscali sul TFR pagato dal Fondo di Garanzia?
Sì, l’ente agisce come sostituto d’imposta e deve applicare le trattenute fiscali previste dalla legge. Tuttavia, il calcolo deve essere effettuato sull’importo lordo della prestazione.

Cosa succede se un lavoratore ha un decreto ingiuntivo per una somma già al netto delle tasse?
In questo caso, l’ente previdenziale non può applicare un’ulteriore trattenuta sulla somma netta. Deve invece “convertire” l’importo netto in lordo, calcolare le imposte su quest’ultimo e liquidare al lavoratore la somma netta originariamente indicata nel decreto.

Una doppia trattenuta fiscale da parte dell’ente previdenziale è legittima?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è legittimo pretendere che un lavoratore sia assoggettato due volte alla medesima trattenuta di natura fiscale. Tale pratica è considerata illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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