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Doppia conforme: ricorso inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato a risarcire i danni per un’aggressione fisica. Poiché la Corte d’Appello aveva confermato la sentenza di primo grado basandosi sulle stesse ragioni di fatto (c.d. doppia conforme), la Suprema Corte ha ribadito che non è possibile un terzo esame del merito. Il ricorso, che mirava a una nuova valutazione delle prove, è stato rigettato con condanna per lite temeraria, stabilendo un importante principio sui limiti del giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Doppia Conforme: la Cassazione Blocca i Ricorsi sul Fatto

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il divieto di un terzo giudizio di merito in presenza di una doppia conforme. Quando il Tribunale e la Corte d’Appello giungono alla stessa conclusione sui fatti di causa, basandosi sulle medesime ragioni, le porte della Cassazione per contestare tale ricostruzione si chiudono. La sentenza analizza il caso di un risarcimento danni per aggressione, fornendo chiarimenti cruciali sui limiti del ricorso per cassazione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una richiesta di risarcimento danni avanzata da un soggetto a seguito di un’aggressione fisica subita. Sia il giudice di primo grado che la Corte d’Appello di Milano avevano ritenuto provata la responsabilità dell’aggressore, condannandolo al risarcimento. I giudici di merito avevano accertato non solo il fatto illecito, ma anche le conseguenze dannose patite dalla vittima. Insoddisfatto della decisione, l’aggressore decideva di presentare ricorso per cassazione, contestando la valutazione delle prove e la ricostruzione dei fatti operata dai giudici.

L’Appello in Cassazione e la Regola della Doppia Conforme

Il ricorrente basava le sue censure su presunte violazioni delle norme in materia di prova (art. 2697 c.c. e 115 c.p.c.) e su un presunto difetto di motivazione. In sostanza, egli lamentava che i giudici avessero creduto alla versione della vittima senza prove sufficienti, chiedendo alla Suprema Corte una nuova e diversa lettura delle risultanze processuali.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha preliminarmente rilevato un ostacolo insormontabile: l’applicazione del principio della doppia conforme, previsto dall’art. 348-ter c.p.c. (la cui logica è stata recepita nel nuovo art. 360, quarto comma, c.p.c.). Questa norma stabilisce che, se la sentenza d’appello conferma la decisione di primo grado sulla base delle stesse ragioni di fatto, il ricorso per cassazione non può essere proposto per il motivo relativo all’omesso esame di un fatto decisivo. L’obiettivo è evitare che la Suprema Corte si trasformi in un terzo grado di giudizio sui fatti, ruolo che non le compete.

La Valutazione delle Prove non è un Vizio di Legittimità

La Corte ha inoltre chiarito che le critiche del ricorrente non configuravano una reale violazione di legge, ma si risolvevano in una mera contestazione dell’apprezzamento dei fatti e delle prove, attività riservata esclusivamente al giudice di merito. La violazione dell’art. 2697 c.c. sull’onere della prova si verifica solo se il giudice attribuisce tale onere a una parte diversa da quella prevista dalla legge, non quando ritiene le prove fornite sufficienti o insufficienti. Analogamente, la violazione dell’art. 115 c.p.c. sussiste se il giudice fonda la sua decisione su prove non proposte dalle parti, e non quando, come nel caso di specie, valuta liberamente le prove acquisite, dando maggior peso ad alcune piuttosto che ad altre (attività permessa dall’art. 116 c.p.c.).

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della Corte sono state nette e precise. In primo luogo, ha dichiarato l’inammissibilità di tutte le censure che miravano a un riesame dei fatti, in virtù del principio della doppia conforme. Il ricorrente stava, di fatto, chiedendo alla Corte di sostituire la propria valutazione a quella, coerente e logica, dei giudici di merito.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato come le motivazioni della Corte d’Appello fossero tutt’altro che apparenti o contraddittorie. I giudici avevano analiticamente esposto gli elementi probatori che confermavano la versione della vittima e che, al contempo, smentivano quella dell’aggressore. La decisione impugnata era, pertanto, pienamente coerente sul piano logico e corretta in diritto.

Infine, la Corte ha rigettato anche le doglianze relative alla presunta errata valutazione del nesso causale tra l’aggressione e specifici danni (come l’anosmia e le spese mediche), ritenendole infondate per le medesime ragioni. La decisione dei giudici di merito era supportata da un elaborato motivazionale completo e adeguato.

Conclusioni: L’Importanza della “Doppia Conforme” e i Limiti del Giudizio di Legittimità

L’ordinanza in esame rappresenta un’importante conferma del ruolo della Corte di Cassazione come giudice di legittimità, non di merito. Il principio della doppia conforme funge da filtro per impedire che questioni fattuali, già vagliate e decise conformemente da due gradi di giudizio, vengano riproposte in sede di legittimità. La decisione sottolinea che un ricorso non può basarsi sulla semplice speranza di ottenere una diversa valutazione delle prove. L’evidente infondatezza del ricorso ha comportato, inoltre, una pesante condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese legali, ma anche a versare ulteriori somme per lite temeraria, a monito contro l’abuso dello strumento processuale.

Quando un caso rientra nella cosiddetta “doppia conforme”?
Si ha una “doppia conforme” quando la sentenza della Corte d’Appello conferma la decisione del tribunale di primo grado basandosi sulle stesse ragioni e sulla stessa ricostruzione dei fatti. In questa situazione, è precluso il ricorso in Cassazione per contestare l’accertamento dei fatti.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione delle prove fatta dai giudici di merito?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove e sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di primo e secondo grado. Un ricorso è ammissibile solo se si denuncia una violazione di legge (ad esempio, un’errata applicazione della regola sull’onere della prova), ma non se ci si limita a contestare il risultato di una valutazione probatoria che si ritiene errata.

Quali sono le conseguenze di un ricorso in Cassazione ritenuto palesemente infondato?
Se il ricorso è rigettato perché manifestamente infondato o inammissibile, il ricorrente è condannato a pagare le spese processuali della controparte. Inoltre, come nel caso di specie, può essere condannato al pagamento di una somma aggiuntiva per lite temeraria (ai sensi dell’art. 96 c.p.c.) e al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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