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Doppia conforme: ricorso inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un ex socio che intendeva proseguire un giudizio dopo la cancellazione della società. La decisione si fonda sul principio della “doppia conforme”: essendo la sentenza d’appello basata sulle stesse ragioni di fatto di quella di primo grado, è precluso il ricorso per omesso esame di un fatto decisivo.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Societario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Doppia Conforme: Quando il Ricorso in Cassazione Diventa Inammissibile

Il principio della doppia conforme rappresenta un importante filtro processuale che limita l’accesso alla Corte di Cassazione. Con l’ordinanza n. 4101/2024, la Suprema Corte ribadisce i contorni applicativi di questa regola, dichiarando inammissibile il ricorso di un ex socio che tentava di proseguire un’azione legale dopo l’estinzione della società. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia per comprenderne la portata.

I Fatti del Caso: L’Estinzione della Società e il Tentativo di Proseguire il Giudizio

Una società a responsabilità limitata aveva avviato una causa. Nel corso del giudizio, la società veniva cancellata dal registro delle imprese, un evento che, secondo la legge, ne determina l’estinzione. A seguito della comunicazione di tale evento, il processo veniva interrotto.

Una ex socia e liquidatrice della società decideva di riassumere il giudizio per portarlo avanti. Tuttavia, sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello dichiaravano la sua carenza di legittimazione, ovvero la mancanza del titolo per poter proseguire l’azione legale in nome della società ormai estinta. Entrambe le corti di merito hanno fondato la loro decisione sulla giurisprudenza consolidata, secondo cui, dopo la cancellazione, è necessario un accertamento sull’effettiva volontà di non rinunciare ai crediti pendenti, accertamento che nel caso di specie ha dato esito negativo per la ricorrente.

Il Ricorso in Cassazione e l’Applicazione della Doppia Conforme

L’ex socia ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando un presunto “omesso esame di un fatto decisivo e controverso” (vizio previsto dall’art. 360 n. 5 c.p.c.). Sostanzialmente, la ricorrente riteneva che la Corte d’Appello non avesse analizzato adeguatamente le circostanze di fatto che avrebbero dovuto portare a una decisione diversa, in particolare alla luce di una presunta evoluzione giurisprudenziale.

La Suprema Corte, tuttavia, non è nemmeno entrata nel merito delle censure, fermandosi a una valutazione preliminare di ammissibilità. Qui entra in gioco il principio della doppia conforme, disciplinato dall’art. 348-ter del codice di procedura civile.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha osservato che la decisione della Corte d’Appello era una “doppia conforme” rispetto a quella del tribunale. Ciò significa che il giudice di secondo grado aveva confermato la sentenza di primo grado basandosi sulle medesime considerazioni in fatto.

La legge stabilisce che, in presenza di una doppia conforme, il ricorso per cassazione non può essere proposto per il motivo di “omesso esame di un fatto decisivo”. È possibile ricorrere solo per gli altri motivi previsti dalla legge (numeri 1, 2, 3 e 4 dell’art. 360 c.p.c.), che riguardano violazioni di legge o di giurisdizione, ma non la rivalutazione dei fatti di causa.

Poiché entrambi i motivi di ricorso sollevati dalla ex socia rientravano nel campo del vizio di cui al n. 5 dell’art. 360 c.p.c., la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’intero ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali in favore delle controparti.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un chiaro promemoria sull’importanza strategica della costruzione dei motivi di appello e di ricorso per cassazione. Il principio della doppia conforme agisce come un potente sbarramento per impedire che la Corte di Cassazione si trasformi in un terzo grado di giudizio sul fatto. Se un appellante si vede rigettare il gravame con le stesse argomentazioni fattuali del primo grado, la possibilità di contestare la ricostruzione dei fatti in Cassazione è preclusa. La lezione pratica è che i ricorsi devono concentrarsi su questioni di pura legittimità e violazioni di norme di diritto, evitando di chiedere alla Suprema Corte una nuova e diversa valutazione delle prove e dei fatti già esaminati due volte conformemente nei gradi di merito.

Cos’è il principio della doppia conforme?
È una regola processuale (art. 348-ter c.p.c.) che rende inammissibile un ricorso in Cassazione per omesso esame di un fatto decisivo (art. 360 n. 5 c.p.c.) quando la Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado basandosi sulle stesse ragioni di fatto.

Un ex socio può sempre proseguire un giudizio iniziato da una società poi cancellata?
L’ordinanza non decide la questione nel merito, ma conferma le decisioni dei giudici precedenti che, nel caso specifico, hanno negato questa possibilità. La decisione si è basata sulla giurisprudenza secondo cui, dopo la cancellazione della società, è necessario accertare la volontà di non rinunciare ai crediti, cosa che in questo caso non è stata provata.

Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte d’Appello aveva confermato la decisione del tribunale utilizzando le stesse argomentazioni fattuali. Questo ha attivato il filtro della “doppia conforme”, che impedisce di presentare ricorso in Cassazione per contestare la valutazione dei fatti già giudicata conformemente due volte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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