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Doppia conforme: ricorso inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due promittenti acquirenti in una causa per inadempimento di un contratto preliminare immobiliare. La decisione si fonda sul principio della “doppia conforme”, poiché la sentenza d’appello aveva confermato la decisione di primo grado basandosi sulle medesime ragioni. La Corte ribadisce che, in tali casi, non è possibile contestare in Cassazione l’omesso esame di fatti decisivi.

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Contratto preliminare e doppia conforme: quando il ricorso in Cassazione è inammissibile

L’esito di una causa civile può dipendere da sottili ma ferree regole procedurali. L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come il principio della doppia conforme possa bloccare l’accesso alla Corte di Cassazione, cristallizzando la decisione dei giudici di merito. Analizziamo una vicenda nata da un contratto preliminare immobiliare per capire le implicazioni di questa importante norma processuale.

I Fatti di Causa

Due privati cittadini avevano stipulato un contratto preliminare con una società costruttrice. L’accordo prevedeva il trasferimento di un terreno in cambio di due appartamenti da realizzarsi su quello stesso lotto. L’efficacia del contratto era però subordinata a una condizione sospensiva: il rilascio del permesso di costruire da parte del Comune.

Tuttavia, il permesso non venne mai ottenuto, e il progetto naufragò. I promittenti acquirenti citarono in giudizio l’impresa, chiedendo la risoluzione del contratto per inadempimento e il risarcimento dei danni. Sostenevano che la colpa fosse della società, la quale non aveva rispettato le prescrizioni della Commissione edilizia comunale.

L’impresa edile si difese e propose una domanda riconvenzionale, accusando a sua volta i promittenti acquirenti. Secondo la società, erano stati proprio questi ultimi a compromettere l’esito della pratica, ritirando unilateralmente una variante al progetto e impedendone così l’approvazione. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello diedero ragione alla società costruttrice, dichiarando il contratto risolto per colpa dei promittenti acquirenti e condannandoli al pagamento di una cospicua penale e al risarcimento di un ulteriore danno.

La Decisione della Corte e la regola della doppia conforme

I promittenti acquirenti hanno quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando principalmente che i giudici d’appello non avessero esaminato adeguatamente le prove che, a loro dire, dimostravano le colpe della controparte.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. La ragione fondamentale risiede nell’applicazione dell’articolo 348-ter del codice di procedura civile, che disciplina la cosiddetta doppia conforme. Questo principio stabilisce che, quando la sentenza di appello conferma la decisione di primo grado basandosi sulle stesse argomentazioni e sulla medesima ricostruzione dei fatti, non è possibile presentare ricorso in Cassazione per il motivo previsto dall’art. 360, n. 5, c.p.c., ovvero per “omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio”.

Poiché nel caso di specie il giudizio di appello era stato introdotto nel 2016, questa regola era pienamente applicabile, sbarrando di fatto la strada a una nuova valutazione dei fatti da parte della Suprema Corte.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha smontato i tre motivi di ricorso presentati:

1. Omesso esame delle prove documentali: La doglianza secondo cui la Corte d’Appello non avrebbe considerato una consulenza tecnica di parte, che attribuiva la colpa del mancato rilascio del permesso all’impresa, è stata respinta proprio in virtù della doppia conforme. Trattandosi di una censura sulla valutazione dei fatti, e avendo la Corte d’Appello confermato la ricostruzione del primo giudice, il motivo è stato ritenuto inammissibile.
2. Omesso esame delle dichiarazioni testimoniali: Anche il secondo motivo, che criticava la valutazione di una dichiarazione scritta di un tecnico, è incappato nello stesso sbarramento processuale per le medesime ragioni.
3. Errata valutazione sulla penale e sul danno: Il terzo motivo contestava la condanna al pagamento della penale e del risarcimento, sostenendo una mancanza di prove. La Cassazione ha ritenuto anche questo motivo inammissibile per due ragioni. In primo luogo, perché la ricostruzione dei fatti e la quantificazione del danno rientrano nella competenza esclusiva dei giudici di merito. In secondo luogo, perché la clausola penale, ai sensi dell’art. 1382 del codice civile, ha proprio la funzione di predeterminare il risarcimento, esonerando la parte che la subisce dal dover provare l’entità del danno sofferto. Il semplice inadempimento è sufficiente a farla scattare.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un concetto fondamentale del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non ha il compito di ricostruire i fatti o di rivalutare le prove, ma solo di verificare la corretta applicazione della legge. Il filtro della doppia conforme rafforza questo principio, rendendo cruciale l’esito dei primi due gradi di giudizio. Per le parti in causa, ciò significa che è fondamentale costruire una solida base fattuale e probatoria fin dall’inizio, poiché le possibilità di rimettere in discussione la ricostruzione dei fatti in Cassazione sono, come dimostra questo caso, estremamente limitate.

Cosa significa ‘doppia conforme’ e quando si applica?
Significa che se una sentenza d’appello conferma la decisione di primo grado basandosi sulla stessa ricostruzione dei fatti, non è possibile ricorrere in Cassazione lamentando che un fatto decisivo non sia stato esaminato. Si applica ai giudizi d’appello introdotti dopo l’11 settembre 2012.

Perché il ricorso contro la condanna al pagamento della penale è stato respinto?
È stato respinto perché la valutazione dei fatti e la quantificazione del danno sono di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Inoltre, la clausola penale contrattuale, per sua natura, non richiede alla parte danneggiata di fornire la prova dell’entità del danno subito, essendo sufficiente il mero inadempimento della controparte.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare delle prove, come una consulenza tecnica, se si ritiene che siano state ignorate dai giudici precedenti?
No. Se si verifica la condizione della ‘doppia conforme’, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti o le prove. Il suo ruolo è limitato a verificare la corretta applicazione delle norme di diritto, non a effettuare una nuova valutazione del materiale probatorio già esaminato nei gradi di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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