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Domanda riconvenzionale competenza: decide il valore

In una causa di opposizione a un pignoramento, la creditrice ha presentato una domanda riconvenzionale di valore superiore ai limiti del Giudice di Pace. Il Tribunale si era dichiarato incompetente, ma la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che la domanda riconvenzionale competenza sposta la giurisdizione al giudice superiore (il Tribunale) perché si cumula con la domanda principale, determinando il valore complessivo della controversia.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Domanda Riconvenzionale e Competenza: La Cassazione Chiarisce le Regole

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione stabilisce un principio fondamentale in materia di procedura civile: la presentazione di una domanda riconvenzionale competenza è decisiva per determinare quale giudice debba trattare la causa. Anche in un procedimento di opposizione all’esecuzione, se la contro-domanda supera i limiti di valore del Giudice di Pace, la competenza si sposta al Tribunale. Analizziamo questa importante decisione.

Il caso: dall’esecuzione forzata alla questione di competenza

La vicenda ha origine da una procedura di pignoramento presso terzi avviata da una creditrice nei confronti di un noto istituto di credito per un importo di circa 4.400 euro. La banca, in qualità di debitrice, si è opposta all’esecuzione, sostenendo di vantare a sua volta un controcredito da porre in compensazione.

A seguito della fase sommaria, il giudice dell’esecuzione ha sospeso la procedura e ha fissato un termine per l’avvio della causa di merito. In questa nuova fase, la creditrice non si è limitata a difendersi, ma ha formulato una domanda riconvenzionale, chiedendo al Tribunale di accertare un suo credito ben più ampio, di importo superiore a 5.100 euro.

L’istituto di credito ha quindi eccepito l’incompetenza per valore del Tribunale, sostenendo che la causa dovesse essere decisa dal Giudice di Pace. Sorprendentemente, il Tribunale ha accolto l’eccezione, ritenendo irrilevante la domanda riconvenzionale della creditrice e declinando la propria competenza. Contro questa decisione, la creditrice ha proposto regolamento di competenza alla Corte di Cassazione.

La decisione della Corte sulla domanda riconvenzionale e la competenza

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della creditrice, cassando la decisione del Tribunale e dichiarando la competenza di quest’ultimo a decidere l’intera controversia. La Suprema Corte ha chiarito in modo inequivocabile come la domanda riconvenzionale competenza influenzi la giurisdizione.

Il cuore della questione: il valore della domanda riconvenzionale

Il punto centrale della decisione riguarda il secondo motivo di ricorso. La Cassazione ha stabilito che la domanda della creditrice, volta ad accertare un proprio credito superiore a 5.100 euro, costituisce una vera e propria domanda riconvenzionale. Sebbene formulata in termini non del tutto precisi, essa ha l’effetto di ampliare l’oggetto del giudizio.

Secondo l’articolo 10 del codice di procedura civile, quando più domande vengono proposte nello stesso processo, il loro valore si somma ai fini della determinazione della competenza. In questo caso, la domanda riconvenzionale, superando da sola la soglia di competenza del Giudice di Pace, attrae l’intera causa nella competenza del Tribunale. Il Tribunale aveva errato nel qualificarla come una mera difesa, sminuendone la portata processuale.

Le motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su principi consolidati, richiamando numerosi precedenti conformi. Ha spiegato che il criterio di competenza nell’esecuzione forzata (art. 17 c.p.c.) non è un’ipotesi di competenza funzionale inderogabile, ma deve essere combinato con la regola generale del cumulo delle domande (art. 10 c.p.c.).

Pertanto, quando una delle parti introduce una domanda che eccede il valore del giudice originariamente adito, questi deve riconoscere la competenza del giudice superiore. Anche un’eventuale pretestuosità della domanda non priverebbe il giudice adito del potere di esaminarla nel merito. La Corte ha sottolineato che la domanda riconvenzionale, essendo finalizzata all’accertamento di un controcredito rispetto a quello eccepito in compensazione dalla banca, è idonea a determinare la competenza del Tribunale a conoscere dell’intera controversia.

Conclusioni: implicazioni pratiche

Questa ordinanza offre un’importante lezione strategica: la formulazione di una domanda riconvenzionale è uno strumento potente non solo per far valere i propri diritti, ma anche per radicare la competenza presso un giudice ritenuto più idoneo. La decisione ribadisce che il valore della causa si determina sulla base di tutte le domande proposte dalle parti, e una domanda riconvenzionale ben calibrata può spostare l’asse della competenza dal Giudice di Pace al Tribunale, con tutte le conseguenze procedurali che ne derivano. Per le parti e i loro legali, è essenziale valutare attentamente questa opzione sin dalle prime fasi del giudizio di merito.

Una domanda riconvenzionale può cambiare il giudice competente per una causa?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, se una domanda riconvenzionale ha un valore che supera la soglia di competenza di un giudice (ad esempio, il Giudice di Pace), l’intera causa deve essere decisa dal giudice di competenza superiore (in questo caso, il Tribunale).

Come si calcola il valore di una causa quando c’è un’opposizione all’esecuzione e una domanda riconvenzionale?
Il valore della causa si determina sommando il valore di tutte le domande proposte. Pertanto, la domanda principale (l’opposizione) si cumula con la domanda riconvenzionale, e la competenza si radica presso il giudice competente per il valore complessivo risultante.

Fino a quando il giudice può dichiarare la propria incompetenza per valore?
L’incompetenza per valore deve essere eccepita dalla parte o rilevata d’ufficio dal giudice non oltre la prima udienza di trattazione. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che il Tribunale avesse correttamente rilevato la questione subito dopo l’integrazione del contraddittorio, quindi tempestivamente, sebbene abbia poi errato nella decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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