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Domanda riconvenzionale avvocato: la Cassazione decide

Un cliente si oppone al pagamento degli onorari e presenta una domanda riconvenzionale avvocato per malpractice. La Cassazione, di fronte alla complessa questione sull’ammissibilità di tale domanda nel rito speciale ex d.lgs. 150/2011, non decide ma rimette gli atti al Primo Presidente per una possibile assegnazione alla Sezione specializzata, vista la pendenza di un caso analogo.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Domanda riconvenzionale avvocato: la Cassazione fa il punto sulla procedura

Quando un cliente contesta la parcella di un legale, può, nello stesso giudizio, chiedere anche il risarcimento per presunti errori professionali? La questione è complessa, soprattutto quando si tratta di procedure speciali e accelerate. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta proprio questo nodo procedurale, evidenziando la necessità di un’interpretazione uniforme. Questo caso ruota attorno alla domanda riconvenzionale avvocato e alla sua ammissibilità nel rito sommario speciale previsto per la liquidazione dei compensi legali.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo ottenuto da due avvocati nei confronti di un loro ex cliente per il pagamento di compensi professionali. Il cliente non solo si è opposto al decreto, contestando la debenza e l’importo delle somme richieste, ma ha anche agito in via riconvenzionale. Sostenendo un non corretto adempimento delle obbligazioni professionali da parte dei legali, ha chiesto al tribunale di accertare la loro responsabilità e di condannarli al risarcimento dei danni conseguenti.

Il Tribunale, trattando la causa con il rito sommario speciale previsto dall’art. 14 del d.lgs. 150/2011, ha rigettato l’opposizione del cliente. Quest’ultimo ha quindi proposto ricorso per cassazione avverso tale decisione.

La questione sulla domanda riconvenzionale avvocato e il rito speciale

Il cuore del problema portato all’attenzione della Suprema Corte è di natura prettamente processuale. Il procedimento per la liquidazione degli onorari forensi è un rito speciale, pensato per essere più rapido e snello rispetto a una causa ordinaria. Sorge quindi un dubbio fondamentale: questo rito accelerato è compatibile con una domanda riconvenzionale avvocato per responsabilità professionale, che tipicamente richiede un’istruttoria complessa per accertare eventuali errori e quantificare i danni?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, non fornisce una risposta definitiva, ma rileva l’esistenza di una ‘controversa questione processuale, potenzialmente assorbente’. In altre parole, prima di poter esaminare nel merito i motivi del ricorso, è necessario chiarire se la domanda del cliente fosse ammissibile in quel tipo di procedimento e quali fossero i mezzi di impugnazione corretti.

L’importanza della coerenza giurisprudenziale

La Terza Sezione Civile, investita del caso, ha notato che una questione identica era già pendente dinanzi alla Seconda Sezione Civile, ovvero la sezione tabellarmente competente per i procedimenti speciali in materia di onorari. La Seconda Sezione, in un caso analogo, aveva già ritenuto la questione così rilevante da fissare una pubblica udienza per risolverla.

Questa sovrapposizione ha indotto la Terza Sezione a un atto di prudenza e coordinamento per garantire la funzione nomofilattica della Corte, ossia assicurare l’uniforme interpretazione della legge.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha ritenuto necessario rimettere il ricorso alla Prima Presidente affinché valuti l’opportunità di assegnarlo alla Seconda Sezione Civile. La motivazione di questa scelta risiede nell’esigenza di evitare possibili contrasti giurisprudenziali. Se due sezioni diverse della stessa Corte si pronunciassero in modo difforme sulla medesima, importante questione procedurale, si creerebbe incertezza nel diritto.

L’obiettivo è quindi quello di concentrare la trattazione di questa problematica presso la sezione già investita della questione, che potrà così fornire una soluzione unitaria e coerente. La decisione di trasmettere gli atti è una scelta interlocutoria che sospende il giudizio sul ricorso, in attesa che venga risolto il quesito procedurale di fondo.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria, pur non decidendo il caso specifico, ha un’importante valenza pratica. Segnala a avvocati e clienti che le regole procedurali relative alle controversie su onorari e responsabilità professionale sono oggetto di attenta valutazione da parte della Suprema Corte. La futura decisione della Seconda Sezione Civile farà finalmente chiarezza sull’ammissibilità della domanda riconvenzionale del cliente nel rito speciale per i compensi, definendo un percorso processuale certo per la risoluzione di queste complesse controversie.

È possibile chiedere i danni al proprio avvocato nello stesso giudizio in cui lui chiede il pagamento della parcella?
L’ordinanza non dà una risposta definitiva, ma evidenzia che si tratta di una questione processuale controversa e di particolare rilevanza, attualmente al vaglio della Corte di Cassazione per garantire un’interpretazione uniforme della legge.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso immediatamente il ricorso?
La Corte ha riscontrato che una questione procedurale identica e fondamentale per la decisione era già pendente presso un’altra sezione specializzata. Per evitare decisioni contrastanti e assicurare coerenza, ha preferito sospendere il giudizio e rimettere gli atti al Primo Presidente per un eventuale coordinamento.

Qual è stata la decisione concreta presa dalla Corte in questa ordinanza?
La Corte ha disposto la trasmissione degli atti alla Prima Presidente della Corte per valutare l’assegnazione del ricorso alla Seconda Sezione Civile, considerata tabellarmente competente e già incaricata di risolvere una questione giuridica analoga. Si tratta di una decisione puramente processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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