Domanda di Rivendica e Perdita del Bene: La Cassazione Rimette la Questione alla Pubblica Udienza
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza interlocutoria in esame, affronta una questione cruciale nel diritto fallimentare: cosa accade quando una domanda di rivendica di un bene non può più essere soddisfatta perché il curatore ne ha perso il possesso? Questo provvedimento non fornisce una risposta definitiva, ma, riconoscendo la complessità e l’importanza della materia, rinvia la causa alla pubblica udienza, segnalando un imminente e approfondito esame della questione.
I Fatti di Causa
Una società di leasing, proprietaria di un bene, aveva presentato una domanda per ottenerne la restituzione da una grande impresa finita in amministrazione straordinaria. Inizialmente, il bene era stato acquisito dalla procedura concorsuale. Tuttavia, nel corso del procedimento, il curatore ne ha perso il possesso, rendendo di fatto impossibile la restituzione fisica.
Di fronte a questa impossibilità materiale, la società di leasing ha cercato di modificare la sua pretesa originaria. Invece della restituzione, ha chiesto l’ammissione al passivo della procedura per un importo pari al controvalore del bene, chiedendo che tale credito fosse considerato “in prededuzione”, ovvero da pagare con priorità rispetto agli altri creditori.
Le Questioni Giuridiche Rilevanti sulla domanda di rivendica
L’ordinanza interlocutoria evidenzia due questioni giuridiche di “particolare rilievo” che necessitano di una risposta chiara da parte della Suprema Corte:
1. La modificabilità della domanda: Si chiede se il titolare del diritto alla restituzione di un bene, di cui il curatore abbia perso il possesso, possa legittimamente modificare la sua originaria domanda di rivendica. Nello specifico, la Corte deve stabilire se sia possibile trasformare la richiesta di restituzione in una domanda di ammissione al passivo per il controvalore del bene, con il privilegio della prededuzione.
2. La tempistica della modifica: Qualora tale modifica fosse ammissibile, la Corte deve chiarire se questa facoltà possa essere esercitata anche in una fase avanzata del procedimento, come quella del giudizio di opposizione allo stato passivo.
Questi interrogativi toccano il cuore della tutela dei diritti dei terzi proprietari all’interno delle procedure concorsuali e bilanciano la necessità di proteggere la proprietà privata con le regole che governano la gestione della crisi d’impresa.
La Decisione della Corte: Un Rinvio Necessario
La Corte di Cassazione, anziché decidere la controversia nella camera di consiglio, ha optato per un rinvio a nuovo ruolo. La causa sarà quindi discussa in una pubblica udienza. Questa scelta procedurale, prevista dall’art. 375 c.p.c., è riservata ai casi che presentano questioni di diritto di particolare importanza o che possono dare luogo a contrasti giurisprudenziali. La Corte ha ritenuto che le questioni sollevate rientrassero pienamente in questa categoria, meritando una trattazione più ampia e approfondita.
Le Motivazioni
La motivazione alla base del rinvio risiede interamente nella complessità e nella rilevanza delle questioni sollevate. La Corte non anticipa alcuna soluzione, ma si limita a constatare che il ricorso pone interrogativi fondamentali che richiedono un’attenta ponderazione. La decisione di trasformare una domanda di restituzione in una richiesta di pagamento in prededuzione ha implicazioni significative sulla par condicio creditorum, il principio fondamentale secondo cui tutti i creditori dovrebbero essere trattati in modo eguale. Ammettere un credito in prededuzione significa, infatti, garantirgli un pagamento prioritario a discapito degli altri creditori. Di conseguenza, definire i presupposti e i limiti di questa facoltà è di importanza sistemica per l’intero diritto fallimentare.
Le Conclusioni
In conclusione, l’ordinanza interlocutoria non risolve il caso, ma lo prepara per una decisione di principio. L’esito della futura udienza pubblica sarà di fondamentale importanza per tutti gli operatori del settore. Fornirà un chiarimento essenziale su come tutelare i diritti dei proprietari di beni che si trovano nella disponibilità di una procedura concorsuale, specialmente quando eventi successivi, come la perdita del bene da parte del curatore, modificano lo scenario. La sentenza che scaturirà da questa udienza definirà i confini tra il diritto alla restituzione e il diritto a un equivalente monetario, stabilendo regole chiare su quando e come una domanda di rivendica possa evolvere in una pretesa creditoria privilegiata.
È possibile per un proprietario modificare la sua domanda di rivendica in una richiesta di pagamento del controvalore del bene se il curatore ne perde il possesso?
L’ordinanza non dà una risposta definitiva, ma identifica questa come una delle questioni di particolare rilevanza che la Corte dovrà decidere nella futura udienza pubblica. La questione è se l’art. 103 della legge fallimentare consenta tale modifica.
In quale fase del processo si può chiedere questa modifica della domanda?
Anche questa è una delle questioni chiave rimesse alla pubblica udienza. La Corte dovrà stabilire se la modifica della domanda possa avvenire anche durante il giudizio di opposizione allo stato passivo, una fase processuale successiva alla verifica iniziale dei crediti.
Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questa ordinanza?
La Corte non ha preso una decisione sul merito della questione. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la causa a una pubblica udienza per la trattazione, ritenendo le questioni giuridiche sollevate di particolare importanza.
Testo del provvedimento
Ordinanza interlocutoria di Cassazione Civile Sez. 1 Num. 17484 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 1 Num. 17484 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data pubblicazione: 29/06/2025
ORDINANZA INTERLOCUTORIA
sul ricorso 9632-2023 proposto da:
SOCIETÀ ITALIANA PER RAGIONE_SOCIALE AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA, rappresentata e difesa dagli Avvocati NOME COGNOME e NOME COGNOME per procura in calce al ricorso;
– ricorrente –
contro
RAGIONE_SOCIALE, già RAGIONE_SOCIALE rappresentata e difesa dagli Avvocati NOME COGNOME e NOME COGNOME per procura in calce al controricorso;
– controricorrente –
avverso il DECRETO n. 759/2023 del TRIBUNALE DI ROMA, depositato il 21/3/2023;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere NOME COGNOME nell ‘ adunanza in camera di consiglio del 27/5/2025;
rilevato che il ricorso pone le questioni di particolare rilievo: a) se, nei procedimenti che hanno ad oggetto domande di restituzione o di rivendica di un bene del quale il curatore abbia perduto il possesso dopo averlo acquisito, il titolare del diritto
può esercitare la facoltà, prevista dall ‘ art. 103, comma 1°, l.fall., di ‘ modificare l ‘ originaria domanda ‘ di restituzione e , per l’effetto, ‘ chiedere ‘ ‘ l ‘ ammissione al passivo ‘, ‘in prededuzione ‘, ‘ del controvalore del bene alla data di apertura del concorso ‘ ; b) se, in caso positivo, il titolare del diritto alla restituzione possa esercitare tale facoltà anche nel corso del giudizio di opposizione allo stato passivo;
letto l’art. 375, comma 1°, c.p.c.;
P.Q.M.
La Corte rinvia a nuovo ruolo per trattazione del ricorso rimesso alla pubblica udienza.
Così deciso a Roma, nella camera di consiglio della Prima