LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Domanda amministrativa pensione: essenziale per gli eredi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2297/2025, ha stabilito che il diritto alla pensione non si trasmette agli eredi se il defunto, pur avendone maturato i requisiti, non ha presentato la relativa domanda amministrativa all’ente previdenziale. La Corte ha chiarito che la domanda amministrativa pensione è un elemento costitutivo del diritto stesso, la cui assenza impedisce che il diritto entri nel patrimonio del defunto e, di conseguenza, che possa essere trasmesso per successione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Domanda Amministrativa Pensione: Senza non c’è Diritto per gli Eredi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia previdenziale: la domanda amministrativa pensione non è una mera formalità, ma un atto essenziale che fa sorgere il diritto stesso. Senza questa istanza, presentata dal diretto interessato prima del decesso, gli eredi non possono reclamare i ratei di pensione maturati, poiché tale diritto non è mai entrato a far parte del patrimonio ereditario. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Richiesta degli Eredi

Il caso ha origine dalla richiesta di due eredi che agivano in giudizio contro l’ente previdenziale per ottenere il pagamento dei ratei di pensione di vecchiaia maturati dal loro dante causa. Quest’ultimo, pur avendo raggiunto i requisiti per la pensione, era deceduto prima di poter presentare la relativa domanda amministrativa all’istituto.

La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, aveva respinto la richiesta degli eredi, sostenendo che il diritto al trattamento pensionistico fosse intrasmissibile in assenza di una richiesta di liquidazione da parte del titolare. Gli eredi hanno quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge.

La Decisione della Corte: il Ruolo della Domanda Amministrativa Pensione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso degli eredi, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il punto centrale della pronuncia è la natura giuridica della domanda amministrativa. Secondo gli Ermellini, essa non è una semplice condizione per poter agire in giudizio, ma un vero e proprio elemento costitutivo del diritto alla prestazione pensionistica.

Questo significa che, fino a quando il lavoratore non manifesta formalmente la propria volontà di ottenere la pensione attraverso la presentazione della domanda, il diritto alla prestazione non sorge in modo completo. Di conseguenza, se la persona muore prima di aver presentato tale istanza, il diritto non si consolida nel suo patrimonio e, pertanto, non può essere trasmesso agli eredi per successione.

Le Motivazioni: Perché la Domanda è un Elemento Costitutivo

La Corte ha basato la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale consolidato. La necessità di una previa domanda amministrativa permea l’intero contenzioso previdenziale e risponde a diverse esigenze:

1. Definizione delle controversie: La legge impone di interpellare prima l’ente erogatore per definire le questioni in via amministrativa, evitando inutili aggravi processuali.
2. Perfezionamento della fattispecie: Il diritto alla pensione è una “fattispecie a formazione progressiva”. Ciò significa che si perfeziona attraverso più passaggi: prima la maturazione dei requisiti contributivi e anagrafici, poi la presentazione della domanda. La domanda è l’atto che “segna la nascita dell’obbligo dell’ente previdenziale”.
3. Acquisizione al patrimonio: Poiché la domanda è costitutiva, in sua assenza il diritto non viene acquisito al patrimonio del lavoratore. Se un diritto non fa parte del patrimonio al momento della morte, non può essere oggetto di successione (iure hereditatis).

La Corte ha chiarito che la domanda presentata dall’erede non può “supplire” a quella mancante del de cuius, proprio perché l’erede sta cercando di far valere un diritto che, in realtà, non ha mai ereditato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Eredi

Questa ordinanza conferma un principio cruciale con importanti implicazioni pratiche. Per gli eredi di una persona che aveva maturato i requisiti per la pensione ma non l’aveva richiesta, non è possibile agire per ottenere i ratei maturati. La volontà del titolare del diritto, espressa tramite la domanda amministrativa, è un passaggio imprescindibile.

La decisione sottolinea l’importanza per i lavoratori di attivarsi tempestivamente per richiedere le prestazioni previdenziali a cui hanno diritto, al fine di garantire che, in caso di eventi imprevisti, tali diritti economici possano consolidarsi nel proprio patrimonio e essere trasmessi ai propri cari. In assenza di questo passaggio formale, il diritto, seppur maturato nei suoi presupposti, rimane inespresso e non trasferibile.

Gli eredi possono richiedere i ratei di pensione maturati ma non riscossi dal defunto?
Sì, ma solo a condizione che il defunto avesse presentato la formale domanda amministrativa per la pensione prima di morire. Se questa domanda non è stata presentata, il diritto non è considerato entrato nel suo patrimonio e, di conseguenza, non può essere trasmesso agli eredi.

Che valore ha la domanda amministrativa nel diritto alla pensione?
Secondo la Corte di Cassazione, la domanda amministrativa non è una mera formalità, ma un “elemento costitutivo” del diritto. Ciò significa che è l’atto stesso della domanda a far sorgere in modo completo il diritto alla prestazione e il conseguente obbligo di pagamento da parte dell’ente previdenziale.

La domanda presentata da un erede può sostituire quella che il defunto non ha mai presentato?
No. La Corte ha specificato che la domanda dell’erede non può supplire alla mancata presentazione da parte del de cuius. Quando un erede agisce per far valere un diritto iure hereditatis (per diritto di eredità), può rivendicare solo i diritti che erano già presenti e consolidati nel patrimonio del defunto al momento della sua morte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati