LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Divisione ereditaria: nullità per immobile abusivo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6377/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di divisione ereditaria: un accordo di divisione che include un immobile abusivo è nullo. La Suprema Corte ha cassato la decisione della Corte d’Appello, aderendo al più recente orientamento delle Sezioni Unite (sent. n. 25021/2019) secondo cui anche gli atti di scioglimento della comunione ereditaria sono soggetti alle sanzioni di nullità previste dalla normativa urbanistica per gli atti tra vivi. Il caso riguardava una disputa tra coeredi sulla validità di una scrittura privata di divisione, contestata da uno di essi a cui era stato assegnato un fabbricato non in regola.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Divisione Ereditaria e Immobili Abusivi: la Cassazione Conferma la Nullità

La gestione di un’eredità può presentare numerose complessità, specialmente quando si tratta di immobili. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale: la validità di una divisione ereditaria che include un bene immobile affetto da abusi edilizi. Con una decisione chiara, i giudici hanno ribadito un principio fondamentale: l’accordo è nullo. Analizziamo insieme questa importante pronuncia per comprenderne i dettagli e le conseguenze pratiche.

I Fatti del Caso

Alla morte di un uomo, i suoi eredi – la moglie, i due figli e un nipote – si ritrovavano a dover dividere l’asse ereditario. Per definire le rispettive quote, stipulavano una scrittura privata. In base a tale accordo, a uno dei figli venivano assegnati alcuni immobili situati su un’isola, mentre agli altri coeredi spettavano un appartamento in città e i relativi arredi.

Il problema sorgeva quando emergeva che uno degli immobili assegnati al figlio era stato costruito abusivamente. Di fronte a questa irregolarità, l’erede si rifiutava di procedere alla stipula dell’atto pubblico notarile, necessario per formalizzare la divisione, e sollevava la questione in tribunale. Egli chiedeva, in via principale, che il contratto di divisione fosse dichiarato nullo proprio a causa dell’abuso edilizio e, in subordine, la rescissione per lesione, sostenendo di aver ricevuto beni di valore inferiore alla sua quota.

Il Percorso Giudiziario e l’Orientamento sulla Divisione Ereditaria

Il percorso giudiziario è stato complesso. Il Tribunale di primo grado aveva dato parzialmente ragione agli altri eredi, condannando il fratello a prestare il consenso per l’atto pubblico e rigettando le sue domande di nullità e rescissione.

La Corte d’Appello, pur riformando parzialmente la sentenza di primo grado su aspetti procedurali, aveva confermato il rigetto della domanda di nullità. I giudici di secondo grado si erano basati su un orientamento giurisprudenziale passato, secondo cui la divisione ereditaria, essendo un atto mortis causa (cioè legato alla successione per causa di morte), non sarebbe soggetta alle sanzioni di nullità previste dalle leggi urbanistiche per gli atti inter vivos (tra vivi), come le compravendite. Secondo questa visione, la nullità avrebbe colpito solo i trasferimenti di proprietà a terzi, ma non la divisione tra i coeredi.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la decisione d’appello sul punto cruciale della nullità. I giudici supremi hanno abbracciato un orientamento più recente e consolidato, sancito dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 25021 del 2019.

Il principio di diritto affermato è che anche gli atti di scioglimento della comunione ereditaria sono soggetti alla sanzione della nullità prevista dalla normativa urbanistica (in particolare, l’art. 46 del d.P.R. 380/2001 e l’art. 40 della L. 47/1985). La Corte ha chiarito che, sebbene la comunione ereditaria nasca da un evento mortis causa, l’atto di divisione è a tutti gli effetti un negozio inter vivos, con cui i coeredi dispongono dei propri diritti. Di conseguenza, non può essere utilizzato per ‘regolarizzare’ di fatto situazioni di illegalità urbanistica.

La Cassazione ha quindi stabilito che, avendo il giudice di merito accertato l’esistenza dell’abuso edilizio, la Corte d’Appello avrebbe dovuto dichiarare la nullità dell’accordo di divisione. La sentenza impugnata è stata perciò cassata con rinvio, e il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso applicando questo fondamentale principio.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio di estrema importanza per chiunque si trovi ad affrontare una divisione ereditaria. La presenza di un immobile abusivo all’interno dell’asse ereditario non è un problema da sottovalutare, ma un vizio che inficia la validità dell’intero atto di divisione che lo comprende.

Le implicazioni sono significative:
1. Controllo Preventivo: Prima di procedere a qualsiasi accordo divisorio, è indispensabile verificare la regolarità urbanistica e catastale di tutti gli immobili caduti in successione.
2. Nullità dell’Atto: Un atto di divisione che assegni a un coerede un bene abusivo è nullo e non produce effetti. Questo significa che la comunione ereditaria non si scioglie e i beni restano in comproprietà tra tutti gli eredi.
3. Tutela dei Coeredi: Questo principio tutela tutti i coeredi, evitando che uno di essi si veda assegnare un bene privo di valore commerciale o, peggio, soggetto a ordini di demolizione.

In conclusione, la sentenza ribadisce che le norme a tutela del territorio prevalgono sulla volontà delle parti, anche nell’ambito delle successioni. Nessun accordo privato può sanare o ignorare un abuso edilizio.

Un accordo di divisione ereditaria è valido se include un immobile abusivo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, gli atti di scioglimento della comunione ereditaria sono soggetti alla sanzione della nullità prevista dalla normativa urbanistica se includono immobili abusivi, ovvero privi dei necessari titoli edilizi.

La divisione ereditaria è considerata un atto ‘tra vivi’ o ‘mortis causa’ ai fini delle norme urbanistiche?
Ai fini dell’applicazione delle sanzioni di nullità per abusi edilizi, la divisione ereditaria è considerata un atto ‘tra vivi’. Sebbene la comunione nasca da un evento ‘mortis causa’ (la morte del de cuius), l’atto con cui i coeredi la sciolgono è un negozio giuridico con effetti immediati tra persone viventi.

Cosa deve fare un erede che ritiene di aver subito una lesione della sua quota di riserva?
L’erede che si ritiene leso nella sua quota di riserva deve esercitare l’azione di riduzione. Per farlo, ha l’onere di provare la lesione, indicando tutti gli elementi patrimoniali che compongono la massa ereditaria (beni mobili e immobili) per determinare il valore complessivo e, di conseguenza, l’entità della violazione della sua quota.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati