LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Divieto terzo mandato: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9771/2024, ha stabilito i criteri per il divieto del terzo mandato consecutivo nei consigli degli ordini forensi. La ricandidatura dopo due mandati è possibile solo se è trascorso un periodo di tempo uguale alla durata effettiva dell’ultimo mandato svolto. Non è sufficiente ‘saltare’ la consiliatura successiva se questa ha una durata inferiore al mandato precedente, poiché verrebbe violata la ratio della norma volta a garantire il ricambio generazionale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Divieto Terzo Mandato Avvocati: La Cassazione e la Regola del “Tempo Uguale”

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la recente ordinanza n. 9771 del 11 aprile 2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per la vita degli ordini professionali: il divieto del terzo mandato consecutivo per i consiglieri. Questa decisione chiarisce in modo definitivo le condizioni per la ricandidatura, stabilendo un principio rigoroso basato sulla durata effettiva del mandato precedente, al fine di assicurare un reale ricambio ai vertici della professione forense.

I Fatti del Caso: una Candidatura Contestata

La vicenda trae origine dall’impugnazione della delibera di proclamazione degli eletti al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno per il quadriennio 2023/2026. Al centro della contestazione vi era la candidatura di un avvocato che aveva già ricoperto due mandati consecutivi.

Nello specifico, il suo secondo mandato, relativo al quadriennio 2015/2018, si era di fatto protratto fino al luglio 2019, per una durata complessiva di quattro anni e sette mesi. L’avvocato in questione non si era candidato per la successiva consiliatura (2019/2022), ma aveva ripresentato la propria candidatura per il quadriennio 2023/2026. Il problema sollevato dai ricorrenti era che tra la fine del suo ultimo mandato e la nuova candidatura erano trascorsi solo tre anni e cinque mesi, un periodo inferiore alla durata effettiva del suo precedente incarico.

La Decisione Iniziale del Consiglio Nazionale Forense

Il Consiglio Nazionale Forense (C.N.F.) aveva inizialmente rigettato il ricorso, ritenendo legittima la candidatura. Secondo il C.N.F., la norma sul divieto mirava a impedire un terzo mandato consecutivo. L’interruzione di una consiliatura (il cosiddetto “salto”) era stata considerata sufficiente a interrompere la consecutività, a prescindere dalla precisa corrispondenza temporale tra la durata del mandato precedente e il periodo di fermo.

Il Divieto Terzo Mandato secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la decisione del C.N.F., accogliendo il ricorso. Le Sezioni Unite hanno chiarito che l’interpretazione corretta dell’art. 3, comma 3, della legge n. 113/2017 deve essere molto più rigorosa.

La Nozione di “Mandato Oggettivo” e la Durata Effettiva

La Corte ha ribadito il principio del “mandato oggettivo”, già espresso in una precedente sentenza del 2021. Questo significa che, ai fini del calcolo, si deve guardare alla durata effettiva delle consiliature. La norma prevede che “la ricandidatura è possibile quando sia trascorso un numero di anni uguale a quello in cui si è svolto il precedente mandato”.

Questo passaggio è cruciale: il legislatore non ha previsto un semplice “salto” di una consiliatura, ma un preciso periodo di fermo, o “raffreddamento”, che deve essere temporalmente equivalente alla durata dell’ultimo incarico ricoperto. Lo scopo è quello di evitare la “sclerotizzazione dei vertici ordinistici” e di impedire che un ex consigliere possa esercitare un’influenza sul corpo elettorale, derivante dalla sua posizione pregressa.

Il Calcolo del Periodo di Fermo

Nel caso di specie, il mandato precedente era durato quattro anni e sette mesi. La consiliatura “saltata” (2019-2022) aveva avuto una durata oggettiva inferiore (tre anni e cinque mesi). Di conseguenza, al momento della nuova candidatura, non era ancora trascorso il periodo di fermo richiesto dalla legge, pari a quattro anni e sette mesi. La candidatura, pertanto, era illegittima.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano sulla ratio della norma, che è quella di garantire un effettivo ricambio e impedire la cristallizzazione del potere all’interno degli organi forensi. La regola del “tempo uguale” non è un mero formalismo, ma una condizione sostanziale. Permettere una ricandidatura prima che sia decorso un periodo di fermo pari alla durata dell’ultimo mandato vanificherebbe l’obiettivo del legislatore. La Corte sottolinea che non è sufficiente un’interruzione formale (il “fermo” di una consiliatura), ma è necessario che sia decorso un periodo di tempo che la legge ritiene adeguato per consentire il “fisiologico ricambio” e annullare il possibile condizionamento sul corpo elettorale derivante dal precedente incarico.

Le Conclusioni

L’ordinanza delle Sezioni Unite stabilisce un principio chiaro e invalicabile: il divieto del terzo mandato non si supera semplicemente astenendosi dalla competizione elettorale immediatamente successiva. È necessario un periodo di ineleggibilità la cui durata deve essere esattamente corrispondente a quella, effettiva e non solo legale, dell’ultimo mandato svolto. Questa decisione rafforza i principi di trasparenza e alternanza negli ordini professionali, assicurando che le regole sulla consecutività dei mandati siano applicate con rigore per tutelare la rappresentanza democratica della categoria.

Per potersi ricandidare a consigliere dell’ordine dopo due mandati, è sufficiente “saltare” una consiliatura?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha chiarito che è necessario attendere un periodo di tempo uguale alla durata effettiva del precedente mandato svolto, non basta semplicemente non candidarsi per la consiliatura immediatamente successiva.

Cosa si intende per “numero di anni uguale a quello in cui si è svolto il precedente mandato”?
Si intende la durata effettiva e concreta dell’incarico precedente, incluse eventuali proroghe o estensioni. Il calcolo non si basa sulla durata legale quadriennale, ma sul tempo reale in cui il consigliere è rimasto in carica.

Una proroga della durata di un mandato influisce sul calcolo del periodo di “fermo” prima di potersi ricandidare?
Sì, influisce direttamente. Se un mandato viene prolungato, come nel caso esaminato (durato 4 anni e 7 mesi), il periodo di fermo obbligatorio prima di una nuova candidatura sarà pari a tale durata estesa, e non alla durata legale di quattro anni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati