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Distrazione spese: quando va richiesta in Cassazione?

La Corte di Cassazione ha rigettato un’istanza di correzione di errore materiale relativa a una mancata statuizione sulla distrazione delle spese. La Corte ha chiarito che tale richiesta deve essere specificamente formulata in ogni grado del giudizio. Inoltre, richiamando una recente sentenza delle Sezioni Unite, ha stabilito che nel procedimento di correzione non è configurabile una soccombenza e, pertanto, non si può provvedere alla liquidazione delle spese.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle Spese: La Cassazione Chiarisce i Requisiti e le Spese per la Correzione

La richiesta di distrazione delle spese è un istituto fondamentale per la tutela del difensore. Tuttavia, la sua applicazione richiede il rispetto di precise regole procedurali, come ribadito da una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il provvedimento in esame non solo chiarisce la necessità di reiterare l’istanza in ogni grado di giudizio, ma affronta anche un’importante questione relativa alle spese nel procedimento di correzione di errore materiale, alla luce di un recente intervento delle Sezioni Unite.

I Fatti del Caso

Al termine di un giudizio di Cassazione, il difensore della parte vittoriosa presentava un’istanza per la correzione di un errore materiale. A suo dire, la Corte, nel condannare la controparte (un’azienda sanitaria pubblica) al pagamento delle spese di lite, aveva omesso di disporre la loro distrazione in suo favore, nonostante ne avesse fatto richiesta. L’azienda sanitaria si opponeva all’istanza, sostenendo l’assenza di qualsiasi errore da correggere.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato l’istanza di correzione. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi: il primo riguarda la corretta formulazione della richiesta di distrazione delle spese, il secondo, di più ampia portata, concerne la natura del procedimento di correzione e l’impossibilità di liquidare le spese in tale sede.

Le Motivazioni: la distrazione delle spese va reiterata

Il primo punto chiarito dalla Corte è che la richiesta di distrazione delle spese, ai sensi dell’art. 93 del codice di procedura civile, deve essere formulata in ogni singolo grado del processo. Non è sufficiente averla presentata nel giudizio di merito (primo grado o appello) perché essa possa valere anche per il giudizio di Cassazione.

I giudici hanno specificato che la domanda di distrazione deve trovare la sua “necessaria collocazione nell’ambito dello stesso grado del processo in cui essa viene articolata”. Nel caso specifico, il difensore non aveva reiterato la sua richiesta né nel controricorso né nella memoria illustrativa depositata in Cassazione. Di conseguenza, l’ordinanza originale non conteneva alcun errore, poiché la Corte non poteva disporre d’ufficio la distrazione in assenza di una specifica istanza. Inoltre, in mancanza di una nuova dichiarazione, era impossibile per la Corte verificare se, nelle more del giudizio, il difensore avesse già ricevuto il pagamento dal proprio cliente.

Le Motivazioni: niente spese nel procedimento di correzione

La Corte ha poi affrontato la questione delle spese relative al procedimento di correzione. Richiamando una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite (n. 29432/2024), ha stabilito che nulla è dovuto per le spese in questa sede.

Le Sezioni Unite hanno chiarito che il procedimento di correzione degli errori materiali ha una natura “sostanzialmente amministrativa” e non è diretto a incidere su una situazione di contrasto tra le parti. Il suo scopo è solo quello di emendare un provvedimento da sviste formali. Per questo motivo, anche se la parte non richiedente si oppone all’istanza di rettifica, non si configura una situazione di soccombenza ai sensi dell’art. 91 del codice di procedura civile. Di conseguenza, il giudice non può procedere alla liquidazione delle spese processuali per questa specifica fase.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Avvocati

Questa ordinanza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, ribadisce la necessità per i difensori di essere meticolosi e di riproporre sempre la richiesta di distrazione delle spese in ogni fase e grado del giudizio, compreso quello di legittimità. In secondo luogo, chiarisce che il procedimento di correzione di errore materiale è una parentesi “neutra” dal punto di vista delle spese: né chi lo promuove né chi vi si oppone potrà ottenere una condanna al rimborso dei costi sostenuti, indipendentemente dall’esito.

È sufficiente chiedere la distrazione delle spese in primo grado affinché sia valida anche in Cassazione?
No, la richiesta di distrazione delle spese deve essere specificamente reiterata in ogni grado del giudizio, compreso quello di Cassazione, poiché una richiesta formulata in un grado precedente non è automaticamente valida per i gradi successivi.

Perché la Corte ha rigettato l’istanza di correzione per errore materiale?
L’istanza è stata rigettata perché non vi era alcun errore da correggere. Il difensore non aveva formulato la richiesta di distrazione delle spese nel giudizio di Cassazione, pertanto l’ordinanza originale, che non la prevedeva, era corretta.

Se mi oppongo a un’istanza di correzione di errore materiale e la mia opposizione viene respinta, devo pagare le spese legali?
No. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito che il procedimento di correzione di errore materiale ha natura amministrativa e non contenziosa. Di conseguenza, non si configura una situazione di soccombenza e il giudice non può liquidare le spese processuali, neppure se una parte si è opposta all’istanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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