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Distrazione spese: come correggere l’errore

La Corte di Cassazione stabilisce che l’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione spese legali non richiede un’impugnazione, ma può essere sanata attraverso la più celere procedura di correzione dell’errore materiale. In un caso tra un ente previdenziale e gli eredi di un lavoratore, la Corte ha accolto l’istanza dei legali, che avevano ritualmente richiesto la distrazione, e ha integrato l’ordinanza originale, ribadendo un principio di economia processuale e di tutela del difensore antistatario.

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Distrazione Spese: L’Ordinanza Dimenticata? La Cassazione Spiega il Rimedio Corretto

Nel complesso mondo della procedura civile, la distrazione spese rappresenta un istituto fondamentale per la tutela del lavoro del difensore. Ma cosa accade se il giudice, pur pronunciandosi sulla condanna alle spese, omette di disporre la loro distrazione a favore del legale che ne ha fatto espressa richiesta? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa chiarezza, indicando un percorso rapido ed efficace per porre rimedio a questa dimenticanza.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un contenzioso tra un importante ente previdenziale nazionale e gli eredi di un soggetto defunto. All’esito del giudizio di legittimità, la Corte di Cassazione accoglieva le ragioni degli eredi, condannando l’ente al pagamento delle spese legali. Tuttavia, nel dispositivo dell’ordinanza, i giudici omettevano di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione spese, ritualmente formulata dai difensori degli eredi nel loro controricorso. I legali, dichiaratisi antistatari (ossia di aver anticipato le spese per i loro assistiti), si trovavano così con un titolo esecutivo che riconosceva il diritto al rimborso in capo ai loro clienti, ma non direttamente a loro favore.

La Decisione della Corte: Correzione e non Impugnazione

Di fronte a questa omissione, i difensori non hanno proposto un nuovo ricorso, ma hanno attivato il procedimento di correzione di errore materiale. La Corte di Cassazione ha ritenuto tale iniziativa fondata e l’ha accolta. La decisione stabilisce che il dispositivo dell’ordinanza originaria debba essere integrato, aggiungendo la specifica dicitura che dispone la distrazione delle spese in favore dei difensori antistatari.

Le Motivazioni e i Principi sulla distrazione spese

La Corte ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi fondamentali in materia. L’omessa pronuncia sull’istanza di distrazione non costituisce un errore di giudizio, che richiederebbe un mezzo di impugnazione ordinario, bensì un errore materiale. Questo perché non si tratta di una domanda autonoma, ma di una modalità di pagamento delle spese già liquidate.

Il rimedio corretto, pertanto, è il procedimento di correzione degli errori materiali previsto dagli articoli 287 e seguenti del Codice di procedura civile. Questa soluzione, secondo la Suprema Corte, offre diversi vantaggi:

1. Efficienza Processuale: È in linea con il principio costituzionale della ragionevole durata del processo, evitando i tempi e i costi di un nuovo giudizio di impugnazione.
2. Rapidità: Consente al difensore di ottenere rapidamente un titolo esecutivo a proprio nome, garantendo in modo più efficace il proprio credito professionale.
3. Coerenza Normativa: È coerente con l’articolo 93, comma 2, del Codice di procedura civile, che disciplina proprio l’istituto della distrazione.

La Corte ha inoltre precisato che la richiesta di correzione non deve essere notificata anche alla parte assistita, in quanto il difensore agisce in forza della procura già ricevuta nel giudizio principale.

Conclusioni

Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale volto a semplificare e rendere più efficiente la tutela dei diritti dei difensori. Per gli avvocati, il messaggio è chiaro: in caso di omessa pronuncia sulla distrazione spese, la via maestra non è l’impugnazione, ma la più snella e rapida istanza di correzione. Si tratta di una soluzione pragmatica che garantisce il giusto riconoscimento al lavoro del legale, senza appesantire ulteriormente il sistema giudiziario.

Cosa succede se il giudice si dimentica di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
L’omissione viene considerata un errore materiale e non un errore di giudizio. Pertanto, non inficia la validità della decisione sulle spese, ma necessita di una semplice integrazione.

Qual è il rimedio corretto per sanare l’omessa pronuncia sulla distrazione delle spese?
Il rimedio appropriato è il procedimento di correzione dell’errore materiale, disciplinato dagli articoli 287 e seguenti del codice di procedura civile. Questa procedura è più rapida ed efficiente rispetto a un’impugnazione.

La richiesta di correzione dell’errore deve essere notificata anche alla parte che l’avvocato assiste?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che il difensore agisce in base alla procura originaria e non è tenuto a notificare l’istanza di correzione anche al proprio cliente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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