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Distrazione delle spese: la correzione della Cassazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha corretto un proprio precedente provvedimento per un errore materiale. Nello specifico, la Corte aveva omesso di disporre la distrazione delle spese processuali in favore dei legali della parte vittoriosa, nonostante questi ne avessero fatto espressa richiesta dichiarandosi antistatari. Riconosciuto l’errore, i giudici hanno integrato la precedente decisione, accogliendo il ricorso per correzione e ordinando che le spese fossero pagate direttamente ai difensori che avevano anticipato i costi.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle Spese: Quando un’Omissione Diventa Errore Materiale

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema di grande rilevanza pratica per gli avvocati: la distrazione delle spese processuali. Il caso dimostra come un’apparente dimenticanza da parte del giudice possa essere qualificata come mero errore materiale, aprendo la strada a una rapida procedura di correzione. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Semplice ma Significativa Dimenticanza

La vicenda trae origine da un precedente giudizio in cui un gruppo di lavoratori, assistiti da due legali, aveva ottenuto ragione contro una società. Nel controricorso, i difensori avevano espressamente richiesto la distrazione delle spese a loro favore, dichiarandosi “antistatari”, ovvero di aver anticipato le spese legali e di non aver ancora ricevuto il compenso dai propri assistiti.

Tuttavia, la Corte di Cassazione, nel definire quel giudizio, pur condannando la società soccombente al pagamento delle spese, aveva omesso di disporre la loro distrazione in favore dei legali. A fronte di tale omissione, gli avvocati hanno avviato un nuovo procedimento, questa volta finalizzato esclusivamente alla correzione di quello che hanno ritenuto essere un errore materiale.

L’Istanza di Correzione

Basandosi sull’articolo 391-bis del codice di procedura civile, i legali hanno chiesto alla stessa Corte di correggere la propria ordinanza, sostenendo che la mancata pronuncia sulla richiesta di distrazione fosse una svista e non una decisione di rigetto nel merito.

La Procedura di Correzione e l’Importanza della Distrazione delle Spese

Il procedimento di correzione di errore materiale è uno strumento agile che consente di rettificare imprecisioni che non incidono sul contenuto sostanziale della decisione. L’omissione della pronuncia sulla distrazione delle spese, quando ritualmente richiesta, rientra perfettamente in questa casistica. La richiesta del difensore antistatario, infatti, non introduce una nuova domanda, ma specifica semplicemente le modalità di pagamento di una condanna accessoria (quella alle spese) già decisa dal giudice.

Questo istituto è di fondamentale importanza, poiché tutela il diritto del professionista a ricevere il proprio compenso direttamente dalla parte soccombente, senza doverlo richiedere al proprio cliente, che spesso è la parte economicamente più debole del rapporto.

Le Motivazioni: L’Omissione è un Errore Emendabile

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, riconoscendo la fondatezza delle ragioni dei difensori. I giudici hanno qualificato la mancata statuizione sulla richiesta di distrazione come un “mero errore materiale”. Questo perché la richiesta era stata chiaramente formulata nell’atto difensivo (il controricorso) e la sua omissione nel dispositivo della precedente ordinanza non era frutto di una valutazione di merito, ma di una semplice svista.

La Corte ha quindi disposto la correzione dell’ordinanza, ordinando di inserire, dopo la condanna alle spese, la locuzione “da distrarsi in favore degli Avv.ti [nome avvocato 1] e [nome avvocato 2], antistatari”. In questo modo, il diritto dei legali a ricevere direttamente il pagamento è stato formalmente riconosciuto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale a tutela della professione forense: quando un avvocato si dichiara antistatario e richiede la distrazione delle spese, il giudice è tenuto a pronunciarsi su tale istanza. L’eventuale omissione non va interpretata come un rigetto, ma come un errore materiale correggibile. La decisione offre quindi una chiara indicazione operativa: in caso di dimenticanza da parte del collegio giudicante, la via da percorrere è quella, snella e rapida, della correzione dell’errore materiale, che permette di sanare l’omissione senza dover intraprendere complessi percorsi di impugnazione.

Cosa significa ‘distrazione delle spese’ in un processo?
Significa che il giudice ordina alla parte che ha perso la causa di pagare le spese legali direttamente all’avvocato della parte vincitrice, anziché a quest’ultima. Ciò avviene quando l’avvocato dichiara di aver anticipato i costi e di non essere stato ancora pagato dal proprio cliente.

Cosa può fare un avvocato se il giudice si dimentica di ordinare la distrazione delle spese?
Come stabilito in questa ordinanza, l’avvocato può presentare un ricorso per la correzione di errore materiale. Se la richiesta di distrazione era stata correttamente formulata negli atti, l’omissione viene considerata una svista che può essere sanata con un’integrazione del provvedimento originale.

L’omessa pronuncia sulla distrazione delle spese è sempre considerata un errore materiale?
Sì, secondo quanto emerge dalla decisione, se il difensore ha ritualmente formulato la dichiarazione di essere antistatario e ha richiesto la distrazione, la mancata pronuncia del giudice su questo punto è un errore materiale, in quanto non incide sulla decisione di merito della causa ma solo su una modalità di pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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