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Distrazione delle spese: errore materiale e correzione

La Corte di Cassazione ha corretto una propria ordinanza per aver omesso di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese legali a favore del difensore. La Corte ha stabilito che tale omissione costituisce un errore materiale, sanabile con la procedura di correzione e non con un’impugnazione ordinaria. Questa decisione rafforza la tutela del legale che ha anticipato le spese, garantendogli uno strumento rapido per ottenere un titolo esecutivo diretto nei confronti della parte soccombente.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle spese: la Cassazione chiarisce il rimedio per l’omessa pronuncia

L’istituto della distrazione delle spese rappresenta una fondamentale garanzia per l’avvocato che ha anticipato i costi del giudizio per il proprio cliente. Ma cosa accade se il giudice, pur condannando la controparte al pagamento delle spese legali, omette di disporne la distrazione a favore del difensore che ne aveva fatto richiesta? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito quale sia il corretto e più celere strumento per porre rimedio a tale evenienza.

I Fatti di Causa

Nel corso di un procedimento civile, l’avvocato di una lavoratrice aveva regolarmente inserito nel proprio controricorso la richiesta di distrazione delle spese a proprio favore, dichiarando di averne anticipato i costi. La Corte, nel decidere la causa, pur accogliendo le tesi della lavoratrice e condannando l’ente previdenziale soccombente al pagamento delle spese processuali, ometteva di pronunciarsi sulla specifica istanza del legale. Di conseguenza, il difensore presentava un’istanza per la correzione dell’errore materiale contenuto nella precedente ordinanza.

Il Rimedio per l’omessa pronuncia sulla distrazione delle spese

La questione centrale affrontata dalla Corte riguarda la natura dell’omissione e il conseguente rimedio esperibile. La Cassazione ha confermato un principio ormai consolidato: l’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese non costituisce un vizio che richiede un’impugnazione ordinaria, bensì un mero errore materiale.

Questo approccio si fonda su due pilastri:
1. Efficienza processuale: Qualificare l’omissione come errore materiale consente di utilizzare il procedimento di correzione previsto dagli artt. 287 e 288 del codice di procedura civile. Si tratta di una procedura molto più snella e rapida rispetto a un nuovo giudizio di impugnazione.
2. Principio della ragionevole durata del processo: Garantire al difensore distrattario un titolo esecutivo in tempi brevi è conforme al principio costituzionale della ragionevole durata del processo.

La Corte ha specificato che questo rimedio è applicabile anche alle pronunce della stessa Corte di Cassazione, ai sensi dell’art. 391-bis c.p.c.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha accolto l’istanza, ritenendola fondata. Nel motivare la propria decisione, ha richiamato principi giurisprudenziali chiave. In primo luogo, ha ribadito che il rimedio per l’omessa pronuncia sull’istanza di distrazione è, in assenza di un’espressa indicazione legislativa, il procedimento di correzione dell’errore materiale. La richiesta di distrazione, infatti, non è una domanda autonoma, ma un’istanza accessoria alla condanna alle spese.

Inoltre, la Corte ha chiarito un importante aspetto procedurale: il ricorso per la correzione non deve essere notificato anche alla parte difesa dall’avvocato antistatario. Il legale agisce infatti in forza della procura originaria, non ‘in proprio’, ma nell’ambito del mandato ricevuto per il giudizio concluso. Infine, richiamando una recente pronuncia delle Sezioni Unite, la Corte ha stabilito che non vi è luogo a provvedere sulle spese del procedimento di correzione.

Per effetto della decisione, il dispositivo dell’ordinanza originaria è stato integrato, aggiungendo la formula ‘con distrazione a favore del difensore antistatario’.

Conclusioni

La pronuncia in esame consolida un orientamento volto a semplificare e accelerare la tutela dei diritti del difensore antistatario. Stabilendo in modo inequivocabile che l’omissione sulla richiesta di distrazione delle spese è un errore materiale, la giurisprudenza fornisce ai legali uno strumento agile ed efficace per ottenere la correzione del provvedimento. Ciò non solo garantisce il giusto riconoscimento economico per l’attività svolta e le spese anticipate, ma contribuisce anche all’efficienza complessiva del sistema giustizia, evitando l’instaurazione di complessi e lunghi procedimenti di impugnazione per sanare una semplice svista.

Cosa succede se un giudice omette di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
L’omissione viene qualificata come un errore materiale, il quale può essere rettificato attraverso la procedura di correzione prevista dal codice, che è più rapida e semplice di un’impugnazione.

Qual è il rimedio corretto per l’omessa pronuncia sulla distrazione delle spese?
Il rimedio corretto è il procedimento per la correzione dell’errore materiale, disciplinato dagli articoli 287 e 288 del codice di procedura civile, applicabile anche alle decisioni della Corte di Cassazione.

La richiesta di correzione per omessa distrazione delle spese deve essere notificata alla parte rappresentata dall’avvocato?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che non è necessaria tale notifica, in quanto il difensore agisce in forza della procura già conferitagli per il giudizio principale e non sta proponendo una domanda ‘in proprio’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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