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Distanze tra costruzioni: no alle intercapedini

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio in materia di distanze tra costruzioni. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva ritenuto legittima la costruzione di un garage a 20 cm dal fabbricato del vicino. Secondo i giudici, creare un’intercapedine, per quanto piccola, non equivale a costruire in aderenza e viola le norme sulle distanze legali, in particolare il principio di prevenzione, che mira proprio ad evitare la creazione di spazi dannosi tra edifici. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Distanze tra Costruzioni: La Cassazione Dice No alle Intercapedini Dannose

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale del diritto immobiliare: le distanze tra costruzioni. Spesso, le controversie tra vicini nascono proprio da interpretazioni divergenti su come e dove si possa edificare rispetto alla proprietà confinante. In questo caso, la Suprema Corte ha chiarito che la creazione di una stretta intercapedine tra due edifici è una pratica illegittima, poiché viola le finalità delle norme codicistiche volte a garantire un’ordinata edilizia e a prevenire problemi igienico-sanitari.

I Fatti di Causa: una lunga controversia di confine

La vicenda giudiziaria ha origine da una lite tra proprietari di fondi confinanti. Il primo proprietario aveva edificato un box a pochi centimetri dal confine. Anni dopo, il vicino costruiva a sua volta un manufatto, lasciando uno spazio di circa 20 centimetri tra le due strutture. Ne scaturiva una causa in cui il primo costruttore chiedeva l’arretramento del nuovo edificio, mentre il secondo, in via riconvenzionale, domandava l’eliminazione dell’intercapedine.

Dopo un iter processuale complesso, che ha visto la causa tornare in primo grado per la mancata partecipazione di un comproprietario (litisconsorte necessario), la Corte di Appello aveva rigettato le domande di entrambe le parti, ritenendo sostanzialmente legittima la situazione venutasi a creare. Contro questa decisione, uno dei proprietari ha proposto ricorso per Cassazione.

La questione giuridica: Atti Emulativi e Distanze tra Costruzioni

Il ricorso si basava principalmente su due ordini di motivi:

1. La violazione del divieto di atti emulativi (art. 833 c.c.): il ricorrente sosteneva che la costruzione del vicino fosse stata realizzata al solo scopo di danneggiarlo, senza una reale utilità. La Cassazione ha rigettato questo motivo, confermando che la costruzione di un garage a fianco di un altro garage ha una sua utilità intrinseca e non può essere considerata meramente emulativa.
2. La violazione delle norme sulle distanze tra costruzioni (artt. 873 e ss. c.c.): questo è il punto centrale su cui la Corte ha accolto il ricorso. Il ricorrente lamentava che la Corte d’Appello avesse erroneamente interpretato la normativa, consentendo la creazione di una intercapedine dannosa.

L’applicazione del Principio di Prevenzione sulle Distanze tra Costruzioni

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione di merito proprio sul tema delle distanze tra costruzioni. Ha chiarito che la presenza di un’intercapedine di 20 cm esclude categoricamente che si possa parlare di costruzione ‘in aderenza’ (art. 877 c.c.), la quale non ammette spazi intermedi.

Di conseguenza, si deve applicare la regola generale dell’art. 873 c.c. (distanza minima di tre metri, salvo regolamenti locali) e il correlato ‘principio di prevenzione’. Secondo tale principio, chi costruisce per primo (il preveniente) ha tre opzioni:

a) Costruire sul confine.
b) Costruire a una distanza dal confine pari o superiore alla metà di quella imposta dalla legge.
c) Costruire a una distanza inferiore alla metà.

Nel caso di specie, il primo costruttore aveva scelto l’opzione c), edificando a 10-20 cm dal confine. A questo punto, il secondo costruttore (il prevenuto) aveva solo due possibilità:

1. Avanzare la propria costruzione fino a quella del vicino, costruendo in aderenza (art. 875 c.c.) e pagando l’eventuale valore del suolo occupato.
2. Arretrare il proprio edificio in modo da rispettare la distanza legale complessiva tra i due manufatti.

Il secondo costruttore, invece, ha scelto una terza via non consentita: ha costruito a sua volta a pochi centimetri dal confine, creando l’intercapedine. La finalità degli articoli 875 e 877 c.c. è proprio quella di evitare la formazione di questi spazi angusti, potenzialmente dannosi per la salubrità e la sicurezza.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione evidenziando l’errore della Corte di Appello nell’applicare la normativa locale e il principio di prevenzione. Lasciare uno spazio tra le costruzioni, per quanto minimo, fa sì che non si possa parlare di ‘aderenza’. Di conseguenza, scattano le norme generali sulle distanze. Il secondo costruttore, di fronte alla scelta del primo, non può creare una situazione ibrida e potenzialmente dannosa. La sua scelta era vincolata: o l’aderenza completa o il rispetto della distanza totale. Creare un’intercapedine significa violare la ratio della norma, che è quella di promuovere un’edilizia ordinata e sicura. Pertanto, la sentenza impugnata è stata cassata perché basata su un’erronea interpretazione delle regole civilistiche fondamentali in materia.

Le Conclusioni

L’ordinanza rappresenta un importante monito per chi intende costruire su un fondo confinante. La scelta di creare piccole intercapedini è illegittima e contraria ai principi codicistici. La decisione della Cassazione riafferma con forza che le opzioni per chi costruisce per secondo sono tassative e non ammettono ‘terze vie’ fantasiose. I proprietari devono quindi prestare la massima attenzione: o si costruisce attaccati al vicino, eliminando ogni spazio, oppure ci si distanzia rispettando le misure previste dalla legge. Questa pronuncia tutela la salubrità degli immobili e la corretta gestione del territorio, impedendo la formazione di spazi nocivi tra le proprietà.

È possibile costruire un edificio lasciando un piccolo spazio (intercapedine) dal muro del vicino?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che creare una intercapedine, anche di soli 20 cm, non è consentito. Questo non costituisce una ‘costruzione in aderenza’ e viola le norme sulle distanze tra costruzioni.

Cosa stabilisce il principio di prevenzione in materia di distanze tra costruzioni?
Il principio di prevenzione consente a chi costruisce per primo di scegliere se edificare sul confine o a una certa distanza da esso. Il secondo costruttore deve adeguarsi a questa scelta: o costruisce in aderenza al muro del vicino, oppure arretra il proprio edificio fino a rispettare la distanza legale complessiva tra le due costruzioni.

Quando un’attività edificatoria può essere considerata un ‘atto emulativo’?
Un atto è considerato emulativo solo quando ha l’esclusivo scopo di nuocere o molestare altri, senza che il proprietario ne ricavi alcuna utilità apprezzabile. Nel caso di specie, la costruzione di un garage accanto a un altro garage è stata ritenuta utile e non meramente finalizzata a danneggiare il vicino.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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