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Distanze legali sopraelevazione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11925/2025, ha stabilito che una sopraelevazione va considerata una nuova costruzione e deve rispettare le normative sulle distanze, anche se l’edificio è in aderenza a quello confinante. Il caso riguardava una controversia tra vicini in un centro storico (Zona A), dove le norme urbanistiche (D.M. 1444/1968) prevalgono sulle deroghe del Codice Civile, impedendo la sopraelevazione senza il rispetto delle distanze legali. La Corte ha cassato la decisione d’appello che aveva erroneamente ritenuto legittima l’opera.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Distanze legali sopraelevazione: quando l’aderenza non basta

Quando si parla di costruzioni, le norme sulle distanze tra edifici sono un pilastro del diritto civile, pensate per garantire sicurezza, igiene e un ordinato sviluppo del tessuto urbano. Una delle eccezioni più note è la possibilità di costruire in aderenza al muro del vicino. Ma cosa succede se, invece di una nuova costruzione, si intende realizzare una sopraelevazione? La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 11925 del 2025 offre un chiarimento fondamentale, soprattutto per gli interventi nei centri storici, stabilendo che le distanze legali per una sopraelevazione devono essere rispettate anche per gli edifici aderenti quando prevalgono norme urbanistiche più restrittive.

I Fatti del Caso: La Contesa tra Vicini

La vicenda nasce dalla decisione di un proprietario di ristrutturare il proprio immobile, situato nel centro storico di un comune sul Lago di Garda, sopraelevandolo. Il vicino, ritenendo che tale intervento violasse le norme sulle distanze legali dal confine, lo citava in giudizio chiedendo l’arretramento della nuova costruzione e la rimozione di alcune finestre.

Il Percorso Giudiziario: Dal Tribunale alla Corte d’Appello

Il Tribunale di primo grado dava parzialmente ragione all’attore, ordinando l’arretramento della sopraelevazione per rispettare la distanza di tre metri dal confine. La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione. Accogliendo il ricorso del costruttore, i giudici di secondo grado ritenevano legittima la sopraelevazione sulla base del principio di aderenza: poiché l’edificio era già attaccato a quello del vicino, la sopraelevazione poteva essere realizzata senza rispettare ulteriori distanze. Questa interpretazione, però, non teneva conto di un fattore cruciale: la localizzazione dell’immobile in ‘Zona A’ del piano regolatore.

Analisi della Cassazione: il Principio sulle distanze legali in una sopraelevazione

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha accolto il ricorso del vicino, cassando la sentenza d’appello. Il ragionamento dei giudici supremi si è concentrato sul corretto bilanciamento tra le norme del Codice Civile e quelle, più specifiche e imperative, della legislazione urbanistica. La Corte ha prima di tutto chiarito che l’argomento dell’aderenza, pur sollevato in appello, non era una ‘domanda nuova’ inammissibile, ma una ‘mera difesa’, e quindi valutabile.

Tuttavia, il cuore della decisione risiede nell’analisi del quinto motivo di ricorso, ritenuto fondato.

Le Motivazioni: Perché le Norme Urbanistiche Prevalgono sul Codice Civile

La Suprema Corte ha stabilito un principio di diritto di fondamentale importanza, basato sui seguenti punti cardine:

1. La Sopraelevazione è una Nuova Costruzione: Qualsiasi intervento che comporti un aumento di volumetria e altezza, come una sopraelevazione, è da considerarsi a tutti gli effetti una ‘nuova costruzione’. Come tale, è soggetta al rispetto di tutte le normative vigenti in materia di distanze.

2. La Specialità delle ‘Zone A’ (Centri Storici): Gli immobili in questione si trovavano in ‘Zona A’, ovvero il centro storico. Per queste aree, il Decreto Ministeriale n. 1444 del 1968 impone vincoli molto stringenti, finalizzati alla conservazione del patrimonio storico-artistico. In queste zone sono consentiti solo interventi di restauro e risanamento conservativo, senza incrementi di densità edilizia. Di fatto, vige un divieto di inedificabilità assoluta per nuove costruzioni che alterino lo stato dei luoghi.

3. Prevalenza della Normativa Urbanistica: La Cassazione ha ribadito che le disposizioni del D.M. 1444/1968, in particolare l’articolo 9 sulle distanze, prevalgono sulle norme generali del Codice Civile (come gli articoli 873 e 877). Queste norme speciali si integrano automaticamente nei regolamenti edilizi comunali e sono inderogabili. La loro applicazione è diretta anche nei rapporti tra privati.

Di conseguenza, la Corte d’Appello ha errato nel ritenere che la semplice aderenza tra i due edifici potesse giustificare la sopraelevazione. La natura di ‘nuova costruzione’ dell’intervento e la sua collocazione in ‘Zona A’ imponevano il rispetto delle distanze previste dalla normativa urbanistica, che in questo caso non ammetteva deroghe.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza rappresenta un monito cruciale per chiunque intenda realizzare lavori di sopraelevazione. Le conclusioni pratiche sono chiare:

– Non è possibile fare affidamento automatico sulle deroghe previste dal Codice Civile, come quella per la costruzione in aderenza, quando si progetta una sopraelevazione.
– È indispensabile verificare con la massima attenzione le norme specifiche del piano regolatore comunale e la classificazione della zona in cui si trova l’immobile.
– Nelle zone soggette a vincoli particolari, come i centri storici (‘Zone A’), le norme urbanistiche nazionali e locali prevalgono sempre, imponendo il rispetto rigoroso delle distanze o, come in questo caso, vietando di fatto l’incremento volumetrico. La tutela del paesaggio e del patrimonio storico è un interesse superiore che limita il diritto di costruire del singolo proprietario.

Una sopraelevazione è considerata una nuova costruzione ai fini delle distanze legali?
Sì, la sentenza ribadisce che una sopraelevazione, in quanto comporta un aumento della volumetria e dell’altezza dell’edificio preesistente, è a tutti gli effetti una nuova costruzione e come tale deve rispettare le normative sulle distanze legali.

Se un edificio è costruito in aderenza a quello del vicino, si può sempre sopraelevare senza rispettare le distanze?
No. La sentenza chiarisce che l’eccezione al rispetto delle distanze per gli edifici in aderenza non si applica automaticamente alla sopraelevazione. In particolare, in aree soggette a vincoli specifici, come le ‘Zone A’ (centri storici), le norme urbanistiche (in questo caso il D.M. 1444/1968) che vietano nuove costruzioni prevalgono sulla deroga del Codice Civile.

Le norme dei piani regolatori e dei decreti ministeriali sulle distanze si applicano direttamente nei rapporti tra privati?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che le prescrizioni sulle distanze contenute in strumenti urbanistici, come quelle del D.M. 1444/1968, diventano parte integrante dei regolamenti locali. Se il regolamento locale è in contrasto o non prevede nulla, queste norme superiori si applicano direttamente e inderogabilmente anche nelle controversie tra privati cittadini, non solo nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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