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Distanze legali ricostruzione: la Cassazione decide

Una controversia tra due proprietarie confinanti riguardante le distanze legali nella ricostruzione di un edificio è al centro di una recente ordinanza della Cassazione. La Corte d’Appello aveva dato ragione alla proprietaria dell’edificio preesistente, contestando la violazione delle distanze. Tuttavia, la Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che deve essere applicata una nuova norma più permissiva (introdotta dal D.L. 76/2020), entrata in vigore dopo la sentenza d’appello. Il caso è stato quindi rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce delle nuove regole sulle distanze legali ricostruzione.

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Distanze Legali nella Ricostruzione: La Svolta della Cassazione con il Decreto Semplificazioni

Il tema delle distanze legali ricostruzione è una delle questioni più complesse e dibattute nel diritto immobiliare. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che le nuove, e più permissive, norme introdotte dal Decreto Semplificazioni (D.L. 76/2020) si applicano anche ai processi già in corso. Questa decisione segna una svolta importante per chi intende demolire e ricostruire un immobile, offrendo maggiori flessibilità.

I Fatti di Causa: Una Controversia Immobiliare tra Confinanti

La vicenda nasce dalla disputa tra due proprietarie di immobili confinanti. Una di esse aveva citato in giudizio l’altra, lamentando che la ricostruzione di un edificio sul terreno adiacente fosse avvenuta in violazione delle distanze legali previste dalla normativa. La convenuta si era difesa sostenendo di aver acquisito per usucapione il diritto a mantenere l’edificio nella sua posizione, in quanto edificato al posto di una struttura preesistente.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione alla proprietaria dell’edificio originario. I giudici avevano ritenuto che il nuovo fabbricato fosse diverso per sagoma e volumetria dal precedente, configurandosi quindi come una ‘nuova costruzione’ e non una semplice ricostruzione. Di conseguenza, non era possibile invocare l’usucapione di una servitù per il mantenimento delle distanze inferiori a quelle legali. La Corte d’Appello, in particolare, aveva considerato decisiva la violazione della distanza di 10 metri tra pareti finestrate.

Il Ricorso in Cassazione e le Nuove Norme sulle distanze legali ricostruzione

La proprietaria dell’edificio ricostruito ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi. Il secondo motivo si è rivelato decisivo: lamentava l’errata applicazione delle norme sulle distanze, soprattutto alla luce di una modifica legislativa intervenuta dopo la sentenza d’appello. Si tratta dell’introduzione dell’art. 2-bis, comma 1-ter, del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) ad opera del D.L. n. 76/2020, convertito in Legge n. 120/2020.
Questa nuova norma stabilisce che, negli interventi di demolizione e ricostruzione, è sempre possibile mantenere le distanze legittimamente preesistenti, anche se inferiori a quelle standard, e persino se il nuovo edificio ha sagoma, volume o area di sedime diversi.

Le Motivazioni della Suprema Corte: L’Applicazione del ‘Ius Superveniens’

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il secondo motivo di ricorso, assorbendo il primo. Il punto cruciale della decisione è il principio del ius superveniens, ovvero l’applicazione di una nuova legge più favorevole anche ai giudizi in corso.
La Corte ha specificato che, sebbene la modifica normativa sia successiva alla sentenza d’appello, essa deve essere considerata nel giudizio di legittimità. La nuova legge, infatti, ha cambiato radicalmente il quadro normativo di riferimento per le distanze legali ricostruzione.
La Cassazione ha chiarito che non era possibile, in quella sede, verificare la legittimità del nuovo fabbricato alla luce della nuova norma. Pertanto, ha annullato la sentenza impugnata e ha rinviato il caso alla Corte d’Appello di Roma, in diversa composizione, affinché riesamini l’intera vicenda applicando la nuova e più permissiva disciplina.

Conclusioni: Cosa Cambia per le Ricostruzioni Edilizie?

Questa ordinanza ha un’importanza pratica notevole. Conferma che le modifiche introdotte dal Decreto Semplificazioni hanno un impatto retroattivo sui contenziosi pendenti. Per i proprietari e i costruttori, ciò significa che gli interventi di demolizione e ricostruzione godono di una maggiore flessibilità: è possibile edificare un nuovo immobile, anche con ampliamenti volumetrici e modifiche di sagoma, mantenendo le distanze preesistenti, anche se queste non rispettano i minimi di legge attuali. La decisione sposta l’accento dalla rigida conformità alle distanze minime alla legittimità delle distanze originarie, semplificando notevolmente molti interventi di riqualificazione edilizia.

È possibile ricostruire un edificio senza rispettare le distanze legali standard?
Sì, secondo l’art. 2-bis, comma 1-ter del D.P.R. 380/2001 (introdotto dal D.L. 76/2020), in caso di demolizione e ricostruzione, la nuova opera può essere realizzata mantenendo le distanze legittimamente preesistenti, anche se inferiori a quelle minime previste oggi. Questo vale anche se il nuovo edificio ha sagoma o collocazione diversa dal precedente.

Una nuova legge più favorevole può essere applicata a un processo già in corso?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che una nuova norma (ius superveniens) deve essere applicata anche ai giudizi pendenti, compreso quello di cassazione. Se la nuova legge modifica il quadro normativo di riferimento della controversia, il giudice deve tenerne conto.

Cosa succede quando la Cassazione accoglie un ricorso per l’entrata in vigore di una nuova norma?
La Corte di Cassazione annulla (‘cassa’) la sentenza impugnata e rinvia la causa al giudice del grado precedente (in questo caso, la Corte d’Appello) affinché emetta una nuova decisione, applicando correttamente la nuova disciplina legislativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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