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Distanze legali: le norme antisismiche prevalgono

Un proprietario ha citato in giudizio il vicino per opere edilizie illegittime. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13201/2025, ha stabilito due principi fondamentali: primo, la denuncia della violazione delle distanze legali tra edifici include implicitamente anche le normative antisismiche, che non possono essere considerate tardive se sollevate in corso di causa. Secondo, la chiusura di un cavedio con una copertura in un centro storico (“Zona A”) costituisce una nuova costruzione, vietata dalle norme urbanistiche. La Corte ha quindi annullato la decisione d’appello, rinviando il caso per un nuovo esame.

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Distanze Legali: Le Norme Antisismiche non Possono Essere Ignorate

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di distanze legali tra costruzioni: la normativa antisismica è parte integrante di tali regole e non può essere trascurata dal giudice, anche se sollevata nel corso del processo. Questa decisione ha importanti implicazioni per chiunque intraprenda lavori edilizi, specialmente nei centri storici.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla causa intentata da un proprietario contro i suoi vicini, accusandoli di aver realizzato diverse opere edilizie in violazione delle normative. Tra queste, la chiusura di un cavedio, la costruzione di un ballatoio in cemento e l’installazione di tubazioni e grondaie a distanza non regolamentare dal confine.

I vicini si difendevano sostenendo di aver acquisito il diritto a mantenere le opere per usucapione. La situazione si complicava ulteriormente quando, durante il processo, la proprietà veniva venduta a nuovi acquirenti. Questi ultimi, chiamati in causa, eccepivano che la domanda non potesse essere loro opposta poiché non trascritta prima del loro acquisto.

La Corte d’Appello aveva parzialmente accolto le richieste dell’attore, ordinando la regolarizzazione di alcune opere, ma aveva dichiarato inammissibile, perché tardiva, la domanda relativa alla violazione delle norme antisismiche.

Violazione delle Distanze Legali e Norme Antisismiche

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione della Corte d’Appello su due punti fondamentali.

L’Inclusione delle Norme Antisismiche

Il primo motivo di ricorso accolto riguarda la presunta tardività della contestazione sulla normativa antisismica. La Suprema Corte ha chiarito che una domanda generica di demolizione per violazione delle distanze legali include implicitamente tutte le normative che regolano tali distanze, comprese quelle antisismiche. Queste norme, volte a tutelare la pubblica e privata incolumità, hanno natura vincolistica e prevalgono su qualsiasi altra disposizione. Pertanto, il giudice ha il dovere di valutarne il rispetto, senza che la parte debba formulare una domanda specifica e separata sin dall’inizio. Dichiarare la domanda tardiva è stato, secondo la Corte, un palese errore di diritto.

Nuova Costruzione in Zona A

Il secondo motivo accolto concerne la natura dei lavori eseguiti. L’attore sosteneva che la chiusura del cavedio con una tettoia costituisse una ‘nuova costruzione’, vietata in ‘Zona A’ (centro storico), dove sono permessi solo interventi di risanamento conservativo. La Cassazione ha dato ragione al ricorrente, richiamando la sua consolidata giurisprudenza. Nelle Zone A vige un vincolo di inedificabilità assoluta che impedisce l’incremento di volumi e densità edilizia. Qualsiasi intervento che comporti un aumento di volumetria, come la copertura di un cavedio, è considerato nuova costruzione e, come tale, illegittimo. In questi contesti, la disciplina sulle distanze legali serve a preservare le distanze esistenti tra i volumi preesistenti, senza possibilità di deroghe.

Gli Altri Motivi di Ricorso

Gli altri motivi, relativi alla valutazione delle prove sulla proprietà di un muro e all’omesso esame di fatti, sono stati dichiarati inammissibili. In particolare, il quarto motivo è stato respinto in applicazione del principio della ‘doppia conforme’, poiché le decisioni di primo e secondo grado erano giunte alla medesima conclusione sui fatti.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base del principio che le norme in materia di distanze, specialmente quelle antisismiche, non sono semplici regole a tutela dei rapporti di vicinato, ma norme di ordine pubblico finalizzate alla salvaguardia della collettività. Il loro carattere imperativo impone al giudice di applicarle d’ufficio quando viene sollevata una questione generale sulle distanze. La Corte d’Appello, ritenendo tardiva la doglianza, ha violato questo principio, affermando erroneamente che la normativa antisismica non fosse integrativa di quella sulle distanze. Allo stesso modo, discostandosi dalla giurisprudenza consolidata, ha errato nel non qualificare l’intervento sul cavedio come una nuova costruzione, incompatibile con i vincoli della Zona A.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello in relazione ai due motivi accolti e ha rinviato la causa alla stessa Corte d’Appello, in diversa composizione, per un nuovo giudizio. Il nuovo giudice dovrà attenersi ai principi di diritto stabiliti, ovvero che la normativa antisismica è parte integrante delle distanze legali e che la copertura di un cavedio in Zona A è una nuova costruzione illegittima. Questa ordinanza rafforza la tutela del territorio e della sicurezza pubblica, ricordando che le regole edilizie, soprattutto quelle strutturali, non ammettono superficialità o ritardi nella loro applicazione.

Quando si contesta una violazione delle distanze legali, la normativa antisismica è sempre inclusa?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che una generica denuncia di violazione delle norme sulle distanze legali tra costruzioni include implicitamente anche le norme antisismiche. Queste ultime sono considerate integrative e prevalenti, data la loro finalità di tutela della pubblica e privata incolumità.

La copertura di un cavedio in un centro storico è considerata una nuova costruzione?
Sì. Secondo la Corte, la chiusura di un cavedio con una copertura, comportando un aumento di volumetria, si qualifica come una nuova costruzione. Tale intervento è vietato nelle ‘Zone A’ (centri storici), dove sono consentiti solo interventi di risanamento conservativo che non aumentino la densità edilizia preesistente.

Cosa accade se una domanda, come quella sulla violazione delle norme antisismiche, viene considerata ‘tardiva’ in Appello?
Se la Corte di Cassazione ritiene che quella domanda fosse implicitamente compresa nell’atto introduttivo del giudizio, può annullare la decisione della Corte d’Appello. Nel caso specifico, la Cassazione ha ritenuto che la domanda non fosse tardiva e ha rinviato il caso al giudice d’appello affinché la esamini nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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