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Distanze legali costruzioni: il gazebo è escluso?

Una recente ordinanza della Cassazione chiarisce la questione delle distanze legali costruzioni in relazione a un gazebo. La Corte ha stabilito che una struttura non fissa, rimovibile e con funzione di arredo temporaneo non può essere classificata come ‘nuova costruzione’. Pertanto, non è soggetta alle normative sulle distanze minime dai confini. Il ricorso dei vicini, che lamentavano anche la pericolosità di un serbatoio di gas dismesso e un errato scolo delle acque, è stato respinto in quanto mirava a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità.

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Gazebo e Distanze Legali: Quando Non è una Costruzione?

La questione delle distanze legali costruzioni è una fonte costante di controversie tra vicini. Spesso ci si chiede quali strutture rientrino nella nozione di ‘costruzione’ e debbano quindi rispettare le distanze minime dal confine. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un importante chiarimento, stabilendo che un gazebo, se privo di determinate caratteristiche, non può essere considerato una costruzione soggetta a tali vincoli. Analizziamo questa decisione per capire le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce da una causa intentata dai proprietari di un immobile contro i loro vicini. I ricorrenti lamentavano la realizzazione di diverse opere sul fondo confinante, ritenute illegittime. Tra queste, spiccava un gazebo installato su una terrazza, che a loro dire violava le distanze minime dal confine. Oltre al gazebo, le lamentele riguardavano un forno, un serbatoio di gas dismesso, lo scolo delle acque piovane e l’apertura di una porta che provocava odori sgradevoli.
Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto le richieste dei proprietari, basando le loro decisioni sulle risultanze di due consulenze tecniche d’ufficio (CTU). I giudici di merito avevano concluso che le opere contestate non violavano alcuna norma. Insoddisfatti, i proprietari hanno portato il caso davanti alla Corte di Cassazione.

Il Ruolo della Cassazione e i Limiti del Riesame

Prima di entrare nel merito, è fondamentale comprendere il ruolo della Corte di Cassazione. Il suo compito non è quello di riesaminare i fatti o di valutare nuovamente le prove, come una perizia. La Cassazione svolge un giudizio di ‘legittimità’, verificando cioè se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge.
In questo caso, la Corte ha sottolineato che i ricorrenti stavano, di fatto, chiedendo una nuova valutazione delle prove tecniche, un’operazione non consentita in questa sede. La decisione della Corte d’Appello era basata su una motivazione logica e adeguata, fondata sulle conclusioni degli esperti, e quindi non poteva essere messa in discussione.

Le Motivazioni: Qualificazione del Gazebo e Distanze Legali Costruzioni

Il punto centrale della controversia riguardava la natura del gazebo. Per essere soggetto alle norme sulle distanze legali costruzioni, un manufatto deve essere qualificato come ‘nuova costruzione’. La Corte di Cassazione ha confermato la valutazione dei giudici di merito: il gazebo in questione non era una costruzione.
La Corte ha spiegato che, sulla base delle perizie, il manufatto non aveva una struttura fissa, era facilmente rimovibile e svolgeva una mera funzione di arredo temporaneo per la terrazza. Non costituiva ‘cubatura’ né modificava in modo permanente lo stato dei luoghi. Di conseguenza, non poteva essere assimilato a una costruzione edilizia e, pertanto, non era tenuto a rispettare le distanze legali previste dalle normative locali.
Anche le altre doglianze sono state respinte con motivazioni simili:
* Serbatoio di gas: La CTU aveva accertato che, essendo interrato e riempito con materiali inerti, non costituiva alcun pericolo.
* Scolo delle acque: Le prove tecniche, inclusi test di allagamento, avevano dimostrato che le acque reflue non invadevano la proprietà dei ricorrenti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: non tutto ciò che viene costruito su un terreno è una ‘costruzione’ ai fini legali. La distinzione tra una struttura fissa e permanente e un manufatto leggero e rimovibile è cruciale per determinare l’applicabilità delle norme sulle distanze.
Per i proprietari di immobili, la lezione è chiara: prima di installare strutture come gazebo, pergolati o tettoie, è essenziale valutarne la natura. Se la struttura è precaria, amovibile e non crea un nuovo volume edilizio, è probabile che non debba rispettare le rigide norme sulle distanze dai confini. La decisione sottolinea inoltre l’impossibilità di utilizzare il ricorso in Cassazione come un ‘terzo grado di merito’ per contestare la valutazione dei fatti compiuta dai tribunali nei primi due gradi di giudizio.

Un gazebo va sempre considerato una ‘costruzione’ ai fini del rispetto delle distanze legali?
No. Secondo la Corte, un gazebo non è considerato una ‘costruzione’ se non ha una struttura fissa, è rimovibile e ha una mera funzione di arredo temporaneo, senza creare un aumento di cubatura.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le conclusioni di una perizia tecnica (CTU)?
No. Il ricorso per cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. La Corte non può rivalutare le prove o le conclusioni di una CTU, a meno che la motivazione della sentenza di appello che le ha recepite sia manifestamente illogica, contraddittoria o inesistente.

Cosa significa ‘doppia conforme’ e quali conseguenze ha sul ricorso in Cassazione?
Si ha ‘doppia conforme’ quando la sentenza della Corte d’Appello conferma la decisione del Tribunale sulla base della medesima ricostruzione dei fatti. In questo caso, per il ricorrente diventa più difficile contestare la valutazione dei fatti in Cassazione, poiché deve dimostrare che le due decisioni si basano su ragioni di fatto diverse e divergenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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