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Distanze costruzioni: quando si applica il nuovo PRG?

Una recente ordinanza della Cassazione affronta una lite tra vicini riguardo un diritto di passaggio e la legittimità di un muro di confine. Il caso è cruciale per definire il momento esatto in cui le norme sulle distanze costruzioni, introdotte da un nuovo Piano Regolatore Generale (PRG), diventano vincolanti. La Corte ha stabilito che la costruzione, avvenuta prima dell’approvazione definitiva e della pubblicazione del nuovo PRG, non era soggetta alle nuove e più restrittive regole sulle distanze, confermando così la legittimità del muro.

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Distanze Costruzioni: quando diventano efficaci le nuove regole del Piano Regolatore?

Una delle questioni più spinose nei rapporti di vicinato riguarda il rispetto delle distanze costruzioni. Spesso, il conflitto nasce quando un Comune adotta un nuovo Piano Regolatore Generale (PRG) che introduce regole più severe. Ma da quale momento esatto queste nuove norme diventano obbligatorie per i cittadini? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa chiarezza su questo punto, analizzando un caso complesso che coinvolge un muro di confine, un presunto diritto di passaggio e l’entrata in vigore di una nuova disciplina urbanistica.

I Fatti del Caso: Una Controversia su Passaggio e Muro di Confine

La vicenda ha origine quando due fratelli, proprietari di un fabbricato e di un terreno, citano in giudizio il loro vicino. L’obiettivo era duplice: far accertare l’inesistenza di qualsiasi diritto di passaggio del vicino sulla loro proprietà e ottenere la cessazione delle relative molestie. Il vicino, infatti, da anni attraversava un loro spiazzo per accedere al proprio fondo.

Il convenuto non solo si è opposto, ma ha presentato una domanda riconvenzionale chiedendo, tra le altre cose, la demolizione di un alto muro di confine. A suo dire, il muro era stato costruito in violazione delle nuove norme del PRG comunale, che imponevano una distanza minima di dieci metri dal confine, regola che i fratelli non avrebbero rispettato.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello, riformando la sentenza di primo grado, ha dato ragione ai due fratelli. Ha dichiarato inesistente qualsiasi diritto di passaggio del vicino, ritenendolo un mero permesso personale concesso in passato e non una servitù reale. Inoltre, ha rigettato la richiesta di demolizione del muro.

Il punto cruciale della decisione riguardava la data di costruzione del muro. La Corte ha ritenuto verosimile, sulla base delle testimonianze e di un atto di acquisto, che il muro fosse stato edificato nel 1990. Il nuovo PRG, con la stringente regola dei dieci metri, era stato invece adottato dal Consiglio Comunale solo nel marzo 1991. Di conseguenza, al momento della costruzione, quella regola semplicemente non era ancora in vigore.

Le Motivazioni della Cassazione sulle distanze costruzioni

La Corte di Cassazione ha confermato in toto la decisione d’appello, respingendo il ricorso del vicino e chiarendo un principio fondamentale sull’efficacia delle norme urbanistiche. I giudici hanno sottolineato che la determinazione della data di costruzione del muro è un accertamento di fatto, basato sulla valutazione delle prove (come le deposizioni dei testimoni). Tale valutazione è di competenza esclusiva del giudice di merito e non può essere messa in discussione in Cassazione, se non per vizi logici che in questo caso non sussistevano.

Il principio di diritto ribadito è stato determinante: le norme di un regolamento edilizio e del relativo PRG, in particolare quelle sulle distanze costruzioni, diventano efficaci e vincolanti per i privati non al momento della loro adozione da parte del Consiglio Comunale, ma solo dopo l’approvazione da parte dell’organo regionale e la successiva pubblicazione ufficiale. Questo iter garantisce la certezza del diritto e impedisce che i cittadini siano soggetti a regole non ancora definitive.

Poiché il muro era stato costruito prima che il nuovo PRG completasse questo iter, la Corte ha concluso che la sentenza d’appello era corretta nel non applicare la nuova e più restrittiva norma sul distacco di dieci metri. Al tempo della costruzione, erano applicabili le norme del Codice Civile o del precedente regolamento edilizio.

Conclusioni: L’Efficacia degli Strumenti Urbanistici

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: l’adozione di un nuovo strumento urbanistico da parte di un Comune è solo il primo passo di un processo più lungo. Fino a quando il piano non viene approvato a livello regionale e debitamente pubblicato, le costruzioni esistenti e quelle realizzate in questo lasso di tempo devono essere valutate secondo le norme previgenti. Questo principio tutela l’affidamento dei cittadini e garantisce che le regole sulle distanze costruzioni, che incidono profondamente sul diritto di proprietà, siano applicate solo quando sono definitive e legalmente in vigore.

Quando diventano obbligatorie le norme di un nuovo Piano Regolatore Generale (P.R.G.) sulle distanze tra costruzioni?
Le norme di un regolamento edilizio, come quelle sulle distanze, diventano efficaci e applicabili nei rapporti tra privati solo dopo essere state adottate dal consiglio comunale, approvate dall’organo regionale e portate a conoscenza pubblica mediante pubblicazione. Non hanno efficacia retroattiva dalla semplice data di adozione comunale.

La valutazione dei testimoni fatta dal giudice di merito può essere contestata in Cassazione?
No, di regola la valutazione delle prove e dell’attendibilità dei testimoni è riservata al giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non è sindacabile dalla Corte di Cassazione, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica o giuridicamente errata.

Quando si può ottenere una servitù di passaggio coattiva su un fondo altrui?
Si può ottenere una servitù coattiva di passaggio quando il proprio fondo è “intercluso”, cioè non ha un accesso diretto alla via pubblica e non è possibile crearlo se non con eccessivo dispendio o disagio. In questo caso, la richiesta è stata respinta perché una perizia tecnica (C.T.U.) aveva accertato l’esistenza di altre vie di accesso al fondo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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