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Distanza tra costruzioni: quando non vale la prevenzione

La Corte di Cassazione ha stabilito che il principio di prevenzione in materia di distanza tra costruzioni non è applicabile quando entrambi i fondi confinanti sono già edificati. In questo caso, un proprietario aveva costruito un muro di contenimento sul confine, ritenendo di potersi avvalere della prevenzione. La Corte ha cassato la decisione d’appello, affermando che la nuova opera doveva rispettare la distanza minima dal confine prevista dal regolamento edilizio locale, poiché il criterio della prevenzione presuppone che i fondi siano inedificati.

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Distanza tra costruzioni: quando il principio di prevenzione non si applica

Le norme sulla distanza tra costruzioni rappresentano un pilastro del diritto immobiliare, volte a garantire un’ordinata espansione urbanistica e a tutelare i diritti di luce, aria e sicurezza tra proprietà confinanti. Un concetto chiave in questa materia è il “principio di prevenzione”, che attribuisce un vantaggio a chi costruisce per primo. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un importante limite a questo principio, specificando la sua inapplicabilità quando i fondi interessati sono già edificati. Analizziamo insieme la vicenda.

Il caso: un muro di contenimento sul confine

La controversia nasce tra due proprietari confinanti. Uno di essi, dopo aver acquistato un villino, realizzava un piazzale in cemento antistante l’abitazione, sopraelevando il livello del terreno e costruendo, a sostegno del nuovo terrapieno, un muro di contenimento esattamente sul confine con la proprietà vicina. La proprietaria del fondo confinante agiva in giudizio per ottenere la rimozione del muro, sostenendo che violasse la distanza minima di cinque metri dal confine, imposta dal regolamento edilizio comunale.

La controversia in primo e secondo grado

Il Tribunale rigettava la domanda, qualificando il manufatto come un semplice muro di contenimento di un dislivello naturale, non soggetto alle norme sulle distanze. La Corte d’Appello, invece, pur riconoscendo che il muro fosse una “costruzione” soggetta alle distanze legali, respingeva ugualmente la richiesta di rimozione. Secondo i giudici di secondo grado, il costruttore aveva legittimamente edificato sul confine in virtù del principio di prevenzione, dato che sul fondo della vicina non esisteva un fabbricato che fronteggiasse direttamente il nuovo muro.

La distanza tra costruzioni e il principio di prevenzione

Il principio di prevenzione, disciplinato implicitamente dagli articoli 873 e seguenti del codice civile, stabilisce che il proprietario che costruisce per primo su un fondo inedificato può determinare la posizione della costruzione, potendo scegliere se edificare sul confine, a una distanza pari alla metà di quella prescritta, o a una distanza maggiore. Questa scelta vincola il vicino, che dovrà adeguarsi quando a sua volta deciderà di costruire.

L’argomentazione della ricorrente in Cassazione

La proprietaria danneggiata ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo un punto cruciale: il principio di prevenzione non poteva essere invocato perché, al momento della costruzione del muro, entrambi i fondi erano già pacificamente edificati. Di conseguenza, i vicini avrebbero dovuto rispettare la norma del regolamento locale che imponeva una distanza inderogabile di cinque metri dal confine, salvo i casi di costruzione “in aderenza” a un fabbricato preesistente, ipotesi qui non verificatasi.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata. Le motivazioni della decisione si fondano su due pilastri logico-giuridici.

La qualificazione del muro come “costruzione”

In primo luogo, la Cassazione ha confermato che un muro di contenimento, quando non si limita a sostenere un dislivello naturale ma serve a contenere un terrapieno artificiale che altera in modo significativo il profilo del terreno, deve essere considerato a tutti gli effetti una “costruzione”. Come tale, è pienamente soggetto al rispetto delle norme sulle distanze legali previste sia dal codice civile sia dai regolamenti edilizi locali, che integrano la disciplina codicistica.

L’inapplicabilità del criterio della prevenzione su fondi già edificati

Il punto centrale della decisione riguarda l’errata applicazione del principio di prevenzione da parte della Corte d’Appello. La Cassazione ha chiarito che tale principio presuppone che i fondi confinanti siano totalmente inedificati al momento della prima edificazione. Nel caso di specie, era pacifico che su entrambi i terreni esistessero già dei fabbricati al momento della realizzazione del muro contestato. Di conseguenza, il presupposto per l’applicazione della prevenzione veniva a mancare. Chi realizza una nuova opera su un fondo già edificato, confinante con un altro fondo anch’esso edificato, non può invocare la prevenzione, ma deve semplicemente rispettare le distanze minime imposte dalla legge e dai regolamenti locali. La circostanza che non vi fosse un edificio direttamente antistante il muro era irrilevante.

Le conclusioni: cosa insegna questa ordinanza

Questa ordinanza offre un importante chiarimento sui limiti applicativi del principio di prevenzione in materia di distanza tra costruzioni. La Corte di Cassazione ribadisce che la prevenzione è un criterio concepito per regolare la prima edificazione in un’area non ancora urbanizzata. Quando, invece, si interviene con nuove opere in un contesto già edificato, prevale la necessità di rispettare le distanze legali vigenti, senza che il primo costruttore possa vantare alcun diritto di scelta. La decisione sottolinea l’importanza di verificare non solo la normativa nazionale, ma anche e soprattutto i regolamenti edilizi locali, che possono imporre regole più stringenti a tutela del corretto assetto del territorio.

Un muro di contenimento è sempre considerato una “costruzione” ai fini delle distanze legali?
No. Lo diventa quando, come nel caso di specie, serve a contenere un terrapieno artificiale creato dall’uomo che modifica in modo significativo il dislivello preesistente tra i fondi. In tale ipotesi, è soggetto alle norme sulle distanze.

Il principio di prevenzione si applica se i fondi confinanti sono già entrambi edificati?
No. La Corte ha stabilito che il principio di prevenzione non è invocabile quando entrambi i fondi confinanti risultano già edificati al momento della realizzazione della nuova opera. Questo principio presuppone che i fondi siano inedificati.

È possibile costruire sul confine se un regolamento locale impone una distanza minima ma prevede un’eccezione per le costruzioni “in aderenza”?
Sì, ma solo a condizione che si costruisca appoggiandosi a un edificio preesistente situato sul fondo del vicino. Se non c’è alcun fabbricato a cui aderire, come nel caso esaminato, l’eccezione non si applica e va rispettata la distanza minima dal confine imposta dal regolamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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