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Distanza legale costruzioni: il box interrato deroga

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società immobiliare, confermando che un box auto completamente interrato non è tenuto al rispetto della distanza legale costruzioni dal confine. La Suprema Corte ha chiarito che l’articolo 873 del codice civile si applica solo alle opere che sporgono stabilmente dal suolo, in quanto solo queste possono creare intercapedini dannose per la sicurezza e la salubrità. Poiché il garage in questione era interamente ricompreso nel terrapieno preesistente, senza alterare il piano di campagna, la sua costruzione è stata ritenuta legittima.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distanza Legale Costruzioni: L’Ordinanza della Cassazione sui Box Interrati

La questione della distanza legale costruzioni tra proprietà confinanti è una fonte costante di controversie. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su come questa disciplina si applichi alle opere completamente interrate, come i box auto. La decisione analizza quando un manufatto può beneficiare delle deroghe previste dalla legge, offrendo spunti fondamentali per proprietari e costruttori.

I Fatti del Caso: Una Controversia su Garage e Confini

La vicenda ha origine da una causa intentata da una società immobiliare contro la proprietaria di un fondo vicino. La società lamentava che la vicina avesse costruito un garage senza rispettare la distanza minima di cinque metri dal confine, come previsto dai regolamenti locali. In primo grado, il Tribunale aveva dato ragione alla società, ordinando la demolizione parziale del garage.

La proprietaria del garage, tuttavia, ha impugnato la decisione davanti alla Corte d’Appello. I giudici di secondo grado hanno ribaltato la sentenza, accogliendo le ragioni della proprietaria. Secondo la Corte territoriale, le prove raccolte (incluse testimonianze e fotografie) dimostravano che il box era stato costruito interamente all’interno del terrapieno preesistente, senza alcun avanzamento verso la proprietà della società immobiliare e senza modificare il profilo del terreno. Pertanto, essendo un’opera completamente interrata, non era soggetta alle norme sulla distanza legale costruzioni.

Il Ricorso in Cassazione e la Distanza Legale Costruzioni

La società immobiliare, non soddisfatta della decisione d’appello, ha presentato ricorso in Cassazione. I motivi principali del ricorso si fondavano su due argomenti:
1. Violazione delle norme sulle distanze: La società sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel non applicare l’articolo 873 del codice civile e le normative edilizie locali, che impongono una distanza minima tra le costruzioni.
2. Errata valutazione del fatto: Secondo la ricorrente, il box non poteva considerarsi del tutto interrato, poiché una delle sue pareti coincideva con il muro di contenimento, che fungeva da quarto lato esterno del manufatto.

La Suprema Corte ha esaminato congiuntamente questi motivi, ritenendoli infondati e rigettando il ricorso.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha confermato l’interpretazione della Corte d’Appello, basando la propria decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il punto centrale della motivazione risiede nella ratio dell’art. 873 c.c., ovvero la norma fondamentale in materia di distanza legale costruzioni.

I giudici hanno spiegato che tale norma mira a impedire la creazione di intercapedini strette e insalubri tra edifici, che possono pregiudicare la sicurezza e la salubrità delle proprietà. Questa esigenza, tuttavia, sussiste solo per le opere che si elevano stabilmente al di sopra del livello del suolo. Di conseguenza, le costruzioni realizzate interamente nel sottosuolo, così come quelle che non superano il piano di campagna naturale, sono escluse dal campo di applicazione della norma.

Nel caso specifico, era stato accertato che:
* Il box era interamente ricompreso nel terrapieno esistente.
* La sua costruzione non aveva comportato alcuna alterazione del piano di campagna né la creazione di un terrapieno artificiale.
* Il manufatto non sporgeva in alcun modo dal livello del suolo.

Sulla base di questa ricostruzione dei fatti, la Corte ha concluso che il box non possedeva le caratteristiche di una “costruzione” ai fini dell’applicazione delle norme sulle distanze. Non essendo idoneo a creare le intercapedini dannose che la legge vuole evitare, non era tenuto a rispettare le distanze minime dal confine. Anche la deroga prevista dalla Legge n. 122 del 1989 per i parcheggi sotterranei è stata richiamata per rafforzare il principio che le opere interrate godono di una disciplina speciale, volta a contemperare le esigenze urbanistiche con la necessità di salvaguardare l’aspetto visibile del territorio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la disciplina sulla distanza legale costruzioni non si applica in modo automatico a qualsiasi manufatto, ma deve essere interpretata alla luce della sua finalità. Le opere completamente interrate, che non alterano la morfologia del terreno e non sporgono dal suolo, sono esenti dal rispetto delle distanze minime, poiché non creano i pericoli per la salubrità e la sicurezza che la normativa intende prevenire. La decisione offre un importante riferimento per risolvere le controversie relative a garage, cantine e altri manufatti sotterranei realizzati in prossimità dei confini.

Una costruzione completamente interrata deve rispettare la distanza legale dai confini?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’articolo 873 del codice civile e le norme sulle distanze si applicano solo a opere che sporgono stabilmente dal suolo, in quanto la loro finalità è evitare la creazione di intercapedini dannose, cosa che non avviene per i manufatti sotterranei.

Cosa si intende per costruzione “completamente interrata” ai fini della deroga sulle distanze?
Si intende un manufatto che non si eleva oltre il livello naturale del suolo (il cosiddetto piano di campagna). La sua realizzazione non deve comportare la creazione di un terrapieno artificiale né alterare la sagoma preesistente del terreno.

La deroga prevista per i parcheggi sotterranei dalla Legge n. 122/1989 vale anche se non sono sotto un edificio?
Sì. La sentenza richiama una giurisprudenza secondo cui la deroga vale anche per autorimesse realizzate in un’area pertinenziale dell’immobile, purché siano interamente sotterranee, per contemperare il favore per nuovi parcheggi con la salvaguardia dell’aspetto visibile del territorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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