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Disservizio telefonico: risarcimento per professionisti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10201/2025, ha stabilito che il disservizio telefonico sulla linea di uno studio professionale può causare un danno risarcibile non solo patrimoniale, sotto forma di perdita di chance, ma anche non patrimoniale per lesione della reputazione. La Corte ha chiarito che, per il danno da perdita di nuovi clienti, non è necessaria la prova di un calo di fatturato tramite documenti fiscali, potendo il giudice liquidare il danno in via equitativa. Viene così ribaltata la decisione della Corte d’Appello, che aveva negato il risarcimento.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Disservizio Telefonico Professionale: Sì al Risarcimento Danni

Un prolungato disservizio telefonico può paralizzare l’attività di un professionista, causando non solo perdite economiche ma anche un grave danno all’immagine. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha rafforzato la tutela dei professionisti, chiarendo i criteri per il risarcimento del danno non patrimoniale e della perdita di chance. La decisione sottolinea come l’inadempimento di una compagnia telefonica possa ledere diritti costituzionalmente garantiti, come la reputazione e il diritto al lavoro.

I Fatti del Caso

Un avvocato stipulava un contratto con una nota compagnia telefonica per il passaggio di due linee del suo studio legale su una nuova linea digitale, con la garanzia di mantenere i numeri preesistenti. Subito dopo l’attivazione, emergeva un grave problema: una linea risultava libera per chi chiamava ma muta per lo studio, mentre l’altra era del tutto inesistente. Nonostante le ripetute segnalazioni, l’operatore non risolveva il problema. A seguito di ciò, il professionista non solo perdeva definitivamente uno dei suoi numeri storici, assegnato ad un altro utente, ma vedeva anche il proprio nominativo cancellato dall’elenco telefonico.

Il Percorso Giudiziario

Il caso ha attraversato tre gradi di giudizio con esiti contrastanti:
1. Tribunale di primo grado: Accoglieva la domanda del professionista, condannando la società telefonica a un risarcimento di 15.000 euro per danni patrimoniali e non patrimoniali.
2. Corte d’Appello: Riformava completamente la sentenza. Negava il risarcimento del danno non patrimoniale, sostenendo che l’uso di un telefono non è un diritto fondamentale. Rigettava anche la richiesta di danno patrimoniale per assenza di prove documentali (es. dichiarazioni dei redditi) che dimostrassero un calo di fatturato.
3. Corte di Cassazione: Accoglieva il ricorso dell’avvocato, cassando la sentenza d’appello e delineando principi fondamentali in materia di risarcimento per disservizio telefonico professionale.

Le Motivazioni della Cassazione sul Disservizio Telefonico

La Suprema Corte ha censurato la decisione d’appello su due fronti cruciali, fornendo una lettura chiara e a tutela dei professionisti.

Il Danno Non Patrimoniale: Lesione alla Reputazione

La Corte d’Appello aveva commesso un errore nel qualificare il problema come semplice lesione del ‘diritto a comunicare con un determinato telefono’. La Cassazione ha chiarito che il vero punto era la lesione di diritti inviolabili della persona, quali l’onore e la reputazione professionale. Un professionista che risulta costantemente irreperibile appare inaffidabile, o peggio, come se avesse cessato l’attività. Questo discredito professionale, causato dall’inadempimento della compagnia, integra un danno non patrimoniale risarcibile perché incide su diritti tutelati dalla Costituzione. La Corte ha inoltre specificato che il precedente giurisprudenziale citato dalla Corte d’Appello non era pertinente, in quanto si riferiva a un’utenza privata e non professionale.

Il Danno Patrimoniale come Perdita di Chance

Altrettanto errata, secondo la Cassazione, è stata la pretesa della Corte d’Appello di una prova rigorosa del calo di reddito tramite documenti fiscali. Il danno subito dal professionista non consisteva tanto nella perdita di clienti già acquisiti, ma nella ‘perdita di chance’, ovvero nell’impossibilità di essere contattato da nuovi potenziali clienti. Questo tipo di danno, per sua natura, è difficile da provare con esattezza. Pertanto, la Corte ha stabilito che la perdita di chance può e deve essere liquidata dal giudice in via equitativa, sulla base di elementi presuntivi e del buon senso, senza che il danneggiato debba fornire una prova impossibile.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello, rinviando la causa a una diversa sezione della Corte d’Appello di Salerno per una nuova valutazione basata sui principi enunciati. Questa ordinanza rappresenta un punto di riferimento importante: chiarisce che un disservizio telefonico ai danni di un’utenza professionale non è un mero inconveniente, ma un grave inadempimento contrattuale che può ledere diritti fondamentali. I professionisti e le aziende ottengono così una tutela più forte, potendo richiedere il risarcimento sia per il danno all’immagine sia per la perdita di opportunità economiche, anche in assenza di prove contabili dirette.

Il malfunzionamento della linea telefonica di uno studio professionale può causare un danno non patrimoniale risarcibile?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che un simile disservizio può ledere l’onore e la reputazione professionale, diritti inviolabili della persona tutelati dalla Costituzione. L’apparire costantemente irreperibile o inaffidabile costituisce un danno non patrimoniale che deve essere risarcito.

Per ottenere il risarcimento del danno patrimoniale da disservizio telefonico, è sempre necessario presentare documenti fiscali che provino un calo di reddito?
No. La Corte ha chiarito che il danno patrimoniale può consistere nella ‘perdita di chance’, ovvero la perdita della possibilità di essere contattati da nuovi clienti. Questo tipo di danno non richiede una prova rigorosa di un calo di fatturato e può essere liquidato dal giudice in via equitativa, basandosi su presunzioni e fatti di comune esperienza.

Qual è la differenza tra un disservizio su un’utenza privata e una professionale secondo la Corte?
La Corte distingue nettamente le due situazioni. Mentre un disservizio su una linea privata può essere considerato un semplice disagio, lo stesso problema su una linea professionale ha implicazioni molto più gravi. Impatta direttamente sulla capacità di svolgere la propria attività lavorativa e sulla reputazione, andando a ledere diritti costituzionalmente protetti che giustificano un risarcimento del danno sia patrimoniale che non patrimoniale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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