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Discriminazione NCC: la Cassazione annulla le sanzioni

Una società di noleggio con conducente (NCC) ha impugnato diverse sanzioni per violazione di una Zona a Traffico Limitato (ZTL) acquatica. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha accolto il ricorso, stabilendo l’illegittimità del provvedimento comunale che creava una discriminazione NCC, trattando diversamente gli operatori autorizzati dal Comune stesso rispetto a quelli autorizzati da altri comuni. La Corte ha cassato la sentenza di secondo grado, affermando che tale differenziazione costituisce un eccesso di potere, in quanto persegue finalità (come la riduzione del moto ondoso) non correlate alla disciplina del servizio pubblico di trasporto non di linea.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Discriminazione NCC: Stop della Cassazione alle Sanzioni Basate su Ordinanze Illegittime

La Corte di Cassazione interviene nuovamente sul tema della discriminazione NCC (Noleggio Con Conducente), consolidando un principio fondamentale per la libera circolazione e la concorrenza. Con una recente ordinanza, i giudici hanno annullato una sentenza che confermava sanzioni elevate a un operatore NCC, basate su un’ordinanza comunale che limitava l’accesso a una Zona a Traffico Limitato (ZTL) in modo differenziato a seconda del Comune di provenienza dell’autorizzazione. Questa decisione ribadisce che i Comuni non possono introdurre limitazioni arbitrarie che penalizzano gli operatori esterni.

I Fatti del Caso: Sanzioni a Raffica per un Operatore NCC

Una società che offre servizi di noleggio con conducente si è vista notificare una serie di ordinanze-ingiunzioni da parte di un importante Comune italiano per aver violato le norme di accesso a una ZTL acquatica, istituita nel suo centro storico. La società ha impugnato le sanzioni, sostenendo l’illegittimità dell’ordinanza comunale che ne era alla base.

Il regolamento comunale, infatti, prevedeva un trattamento diverso per gli operatori NCC: mentre quelli autorizzati dallo stesso Comune potevano circolare più liberamente, quelli in possesso di autorizzazioni rilasciate da altri Comuni subivano un divieto di ingresso, totale o temporaneo, in specifiche aree della ZTL. Dopo un primo grado favorevole, il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, aveva dato ragione al Comune, confermando le sanzioni. La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto le ragioni della società ricorrente, sebbene con una distinzione. Durante il processo, lo stesso Comune, prendendo atto di precedenti sentenze sfavorevoli della Cassazione, aveva annullato in autotutela una parte delle ordinanze-ingiunzioni. Per queste, la Corte ha dichiarato la “cessazione della materia del contendere”, poiché la controversia era di fatto risolta.

Per le restanti sanzioni, invece, la Corte ha cassato la sentenza del Tribunale e ha rinviato la causa a un nuovo giudice. La decisione si fonda su un principio di diritto ormai consolidato: è illegittima un’ordinanza comunale che crea una disciplina differenziata per gli operatori NCC in base al Comune che ha rilasciato l’autorizzazione.

Le Motivazioni: Eccesso di Potere e Violazione della Concorrenza

Le motivazioni della Corte sono chiare e si concentrano su due vizi principali dell’atto amministrativo comunale: l’eccesso di potere e la violazione dei principi di libera concorrenza. I giudici hanno affermato che un Comune, nel regolamentare il servizio di trasporto pubblico non di linea (come l’NCC), non può introdurre limitazioni basate su interessi non direttamente correlati alla disciplina del servizio stesso.

Nel caso specifico, il Comune aveva giustificato le restrizioni con l’esigenza di ridurre il moto ondoso per proteggere l’assetto ambientale e il patrimonio artistico. Sebbene questa finalità sia lodevole, la Corte ha stabilito che essa non può essere perseguita creando una discriminazione NCC tra operatori parimenti titolati. Un tale approccio viola i principi costituzionali di uguaglianza (art. 3 Cost.) e di libera iniziativa economica (art. 41 Cost.), oltre che le norme europee sulla libera circolazione dei servizi e sulla concorrenza.

L’ordinanza comunale è stata quindi ritenuta viziata da “eccesso di potere” perché utilizzava lo strumento di regolamentazione del traffico per uno scopo diverso e distinto, introducendo di fatto una barriera all’ingresso per gli operatori provenienti da altri territori.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche per tutti gli operatori del settore NCC e per le amministrazioni comunali.

1. Principio di Non Discriminazione: Viene rafforzato il principio secondo cui un’autorizzazione NCC è valida su tutto il territorio nazionale e i Comuni non possono creare barriere protezionistiche o trattamenti differenziati basati sulla provenienza geografica dell’autorizzazione.
2. Limiti al Potere Comunale: Si chiarisce che il potere di regolamentare la circolazione nelle ZTL deve essere esercitato in modo ragionevole e proporzionato, senza violare i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico nazionale ed europeo.
3. Tutela per gli Operatori: Gli operatori NCC che si trovano ad affrontare sanzioni basate su regolamenti discriminatori hanno un solido precedente giurisprudenziale per impugnarle con successo. La decisione conferma che la tutela della concorrenza e della libera circolazione dei servizi prevale su regolamentazioni locali arbitrarie.

In conclusione, la Corte di Cassazione ha ancora una volta protetto il mercato e la parità di trattamento, censurando un tentativo di limitare l’attività economica basato su criteri territoriali ingiustificati.

Un Comune può limitare l’accesso a una ZTL in modo diverso per gli operatori NCC a seconda del Comune che ha rilasciato l’autorizzazione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che sono illegittime le disposizioni che prevedono una disciplina differenziata per la circolazione nella ZTL a seconda che gli operatori NCC siano autorizzati dal Comune stesso o da altri Comuni, in quanto tale distinzione viola i principi di uguaglianza, libera concorrenza e libera circolazione dei servizi.

Perché l’ordinanza comunale è stata considerata illegittima per ‘eccesso di potere’?
Perché il Comune ha introdotto limitazioni all’accesso alla ZTL per i natanti titolati da altri comuni per tutelare un interesse (la riduzione del moto ondoso) non direttamente correlato alla materia del servizio pubblico di trasporto non di linea. In pratica, ha usato il proprio potere regolamentare per un fine diverso da quello previsto dalla legge, creando una discriminazione ingiustificata.

Cosa succede quando la Pubblica Amministrazione annulla in autotutela gli atti oggetto di un processo?
Quando la Pubblica Amministrazione, nel corso di un giudizio, annulla gli atti che ne sono oggetto (in questo caso, alcune ordinanze-ingiunzioni), il giudice dichiara la ‘cessazione della materia del contendere’. Ciò significa che la controversia su quegli specifici atti è terminata perché è venuto meno l’interesse delle parti a una decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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