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Disconoscimento firma: quando la CTU è decisiva

Un cliente si oppone a un decreto ingiuntivo per un debito derivante da due finanziamenti, eccependo la prescrizione e il disconoscimento della propria firma sui contratti. Il Tribunale di Roma ha respinto l’opposizione, confermando il debito. La decisione si fonda sulla corretta applicazione della prescrizione decennale, che decorre dalla scadenza dell’ultima rata, e sull’esito di una perizia grafologica (CTU) che ha confermato l’autenticità delle firme, rendendo il disconoscimento firma inefficace.

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Pubblicato il 19 ottobre 2024 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Disconoscimento Firma: L’Analisi della CTU è Prova Regina

Il disconoscimento firma su un contratto di finanziamento rappresenta una delle difese più comuni per chi si oppone a un decreto ingiuntivo. Tuttavia, una recente sentenza del Tribunale di Roma dimostra come questa strategia possa rivelarsi inefficace di fronte a una rigorosa verifica tecnica. Il caso analizzato offre spunti cruciali sulla validità delle firme, sulla prescrizione dei crediti rateali e sul ruolo determinante della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) nel processo civile.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria ha origine da un’opposizione a un decreto ingiuntivo emesso nei confronti di un privato per il pagamento di circa 14.000 euro. Il debito derivava da due contratti di finanziamento stipulati nel 2004 e nel 2005, che erano stati rimborsati solo in parte. La società creditrice, divenuta titolare dei crediti, aveva quindi agito per vie legali per ottenere il saldo dovuto.

L’opponente ha costruito la sua difesa su due pilastri principali: l’avvenuta prescrizione del diritto di credito e, soprattutto, il disconoscimento firma apposta su entrambi i contratti di finanziamento, sostenendo di non averli mai sottoscritti.

L’Eccezione di Prescrizione e il Ruolo del Disconoscimento Firma

L’opponente sosteneva che il diritto della società creditrice fosse estinto per prescrizione, non avendo ricevuto atti interruttivi validi prima della notifica del decreto ingiuntivo. In aggiunta, ha negato categoricamente l’autenticità delle proprie firme, chiedendo al giudice di disporre una perizia grafologica per provarlo.

Di fronte al disconoscimento firma, la società opposta ha richiesto l’istanza di verificazione, una procedura volta a confermare l’autenticità della sottoscrizione. Questo ha portato il Tribunale a nominare un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) per dirimere la questione.

Le Motivazioni della Decisione

Il Tribunale di Roma ha rigettato integralmente l’opposizione, confermando il decreto ingiuntivo. La decisione si basa su due ragionamenti giuridici chiari e distinti.

In primo luogo, il giudice ha respinto l’eccezione di prescrizione. Richiamando l’art. 2946 c.c., ha chiarito che per i finanziamenti rimborsabili a rate, la prescrizione applicabile è quella ordinaria decennale. Il termine non decorre dalla scadenza delle singole rate, ma dalla data di scadenza dell’ultima rata prevista dal piano di ammortamento. Nel caso di specie, i contratti sarebbero scaduti rispettivamente nel 2008 e nel 2009, rendendo l’azione legale tempestiva. Inoltre, il Tribunale ha dato atto che la creditrice aveva comunque prodotto atti idonei a interrompere la prescrizione.

In secondo luogo, e in modo decisivo, la corte ha ritenuto infondato il disconoscimento firma. L’esito della CTU grafologica è stato determinante. Il perito ha concluso che le firme sul primo contratto erano “con certezza” autografe, mentre quelle sul secondo (analizzato in copia) erano “con buona probabilità” autografe. Il giudice ha fatto proprie le conclusioni del perito, sottolineando come l’analisi metodologicamente accurata del professionista costituisse una prova solida. L’impossibilità di realizzare una “perfetta contraffazione” a causa delle complesse “spinte psichiche” che guidano la scrittura ha reso l’ipotesi del falso del tutto inverosimile.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce due principi fondamentali. Primo, la prescrizione per i mutui e i finanziamenti rateali inizia a decorrere solo dalla scadenza dell’ultima rata. Secondo, il disconoscimento firma, sebbene sia un diritto della parte, perde ogni efficacia di fronte a un’analisi peritale che ne accerti l’autenticità. La CTU grafologica si conferma uno strumento probatorio di primaria importanza, il cui esito può determinare l’intero andamento della causa. Infine, la decisione sottolinea che chi solleva eccezioni infondate, come in questo caso, non solo perde la causa ma viene anche condannato a sostenere integralmente le spese legali e quelle della consulenza tecnica che si è resa necessaria a causa della sua contestazione.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per un finanziamento a rate?
Secondo la sentenza, per i finanziamenti da rimborsarsi ratealmente si applica la prescrizione decennale, la quale inizia a decorrere dalla data di scadenza dell’ultima rata prevista dal contratto, e non dalle scadenze delle singole rate.

Cosa succede se si contesta una firma su un contratto (disconoscimento firma)?
Se una parte disconosce la propria firma, il giudice può ordinare una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) grafologica. L’esito di questa perizia tecnica, che accerta l’autenticità o meno della firma, diventa un elemento di prova fondamentale su cui il giudice basa la propria decisione.

Chi paga le spese della perizia (CTU) se il disconoscimento firma si rivela infondato?
Le spese della CTU vengono poste a carico definitivo della parte che ha perso la causa e la cui contestazione ha reso necessaria la perizia. In questo caso, sono state addebitate all’opponente che aveva infondatamente disconosciuto le proprie firme.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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